Greytone, 2011 |
L'isolamento è la chiave di tutto. Quando si è isolati dal mondo, senza possibilità di comunicare con nessuno, i pensieri cambiano. Le sensazioni cambiano, le percezioni cambiano: in poche parole, cambia tutto, si diventa qualcos'altro, il mondo non appare più quello che credevamo. Si giunge all'alienazione, e con buona probabilità alla pazzia. L'isolamento, quello vero, produce quest'effetto ineluttabile che nessuno si augura di provare mai. Questa straniante condizione psicologica è ciò che i russi 21 Gramms si propongono di studiare e di esprimere con il loro "Water - Membrane": un disco minimalista, asciutto, estremamente ostico e concettuale, riservato a quella stretta fascia di persone che con la loro particolare sensibilità personale possono arrivare a immedesimarsi in una musica così particolare.
Giocando su un impianto sonoro squisitamente tendente al drone - ambient, la band crea scenari sonori da brivido grazie all'uso di tastiere estremamente rarefatte, dal suono a tratti disturbante e a tratti onirico, con qualche parentesi di rilassamento che tuttavia non abbandona mai un senso di tensione e di angoscia. Le percussioni sono rare come l'acqua nel deserto, la vocalità è assente se non fosse per alcune tremebonde sequenze di parlato, ed è difficile ravvisare una linea melodica portante in brani che spesso e volentieri si perdono in interminabili annegamenti sotterranei di psichedelia e marciume esistenziale inespresso (magistrali sono in questo senso le due "God" e "Voice"). Nell'estremo minimalismo dell'opera, tanto spinto da risultare quasi disarmante, sono i dettagli a rimanere maggiormente impressi, come potrebbero suscitare l'attenzione alcuni massi isolati in una sconfinata distesa di sale. Questi dettagli possono essere delle note isolate di pianoforte, spostate nel registro iperacuto e ripetute istericamente come se fossero suonate da un malato compulsivo che si siede davanti allo strumento e lo percuote in preda allo stato catatonico ("Hostel"); oppure possono essere le brevi parentesi di pura malinconia e commozione, che tuttavia rimangono solo degli squarci isolati in un panorama costantemente desolante ("Nostalgia"); o ancora, possono essere le note liquide e sotterranee di "Drown", o l'inaspettata chiusura tendente all'epico di "Don't Go", ponte che conduce ad un'inaspettata quanto interessante ghost track (poteva mancare una traccia nascosta, in un lavoro criptico e misterioso come questo?). Quando il disco finisce, ammesso che il nostro stato d'animo e i nostri gusti ci abbiano permesso di arrivare fino in fondo senza interruzioni e senza perdere la testa, la sensazione di triste isolamento e di lontananza abissale da qualsiasi aspetto "umano" è palpabile.
Qui sta la forza di un disco come "Water - Membrane". Una noia mortale? Potrebbe essere. Un esperimento schizoide di una personalità antisociale e profondamente disturbata? Ancora più probabilmente sì. Ma nessuno mi può togliere dalla testa che "Water - Membrane" sia un disco che sa il fatto suo, che ha una sua precisa direzione e dei precisi intenti, e che può conquistare chi riesce a scavare abbastanza a fondo nelle profondità della propria anima malata, fino a far coincidere la musica con le proprie desolanti sensazioni che affiorano da recessi insondati. Sarà allora, magari dopo mesi di inutili tentativi, che i 21 Gramms e il loro "Water - Membrane" avranno guadagnato un posticino nella vostra mente. Consigliato a chi ha voglia di ascoltare una versione un po' particolare dei Neurosis e di tutte le band che fanno capo alle sonorità inafferrabili ed enigmatiche del drone doom e del dark ambient. In ogni caso, un'esperienza che vale la pena di provare: rischiate che qualcosa, in tutto questo apparentemente insensato vagare nell'etere, vi rimanga dentro e non vi abbandoni più.
01 - Drown (5:35)
02 - Hostel (9:41)
03 - God (11:08)
04 - Nostalgia (1:46)
05 - Voice (16:41)
06 - Don't Go (3:17)
07 - Hidden Track (7:52)