Mylene Sheath, 2012 |
Chiamatelo post - rock, chiamatelo rock atmosferico / strumentale, chiamatela musica sperimentale / progressiva: chiamate questo progetto come volete, sta di fatto che gli americani If These Trees Could Talk ci sanno davvero fare nel ricreare atmosfere soffuse e suggestive, che richiamano la natura e le sue mille sfaccettature, senza disdegnare nemmeno di svegliarsi ogni tanto e regalarci qualche cavalcata metallica che ci spedisce al tappeto con la sua potenza sonora. Ci eravamo gustati un superbo esempio di tale musica con il precedente disco "Above The Earth, Below The Sky"; ora i nostri sono tornati con un nuovo album per permetterci di assaggiare nuovamente quelle pregevoli sensazioni. Poco importa se seguono una strada già ampiamente battuta da altri: anche la musica classica, ai tempi, prese spunto dalla musica popolare già esistente. Per cui limitiamoci a parlare della qualità della musica qui presente.
Va subito detto che non c'è assolutamente nulla di nuovo rispetto a ciò che abbiamo già sentito nel precedente full length. Ancora una volta, atmosfere liquide e melodie sempre sfuggenti, raramente ben definite, si intersecano continuamente dando vita ad un interessante fusione di sonorità psichedeliche, melodiche e trasognate, grazie ad un superbo lavoro compiuto dai tre chitarristi (tre!) e da una sezione ritmica di tutto rispetto, con un basso ottimamente presente e una batteria in grado di accompagnare la musica con gusto e la necessaria discrezione. Il disco è ancora una volta interamente strumentale, scelta che mi sento di lodare: non hanno ceduto alla tentazione di aggiungere le linee vocali ad una musica che già di per sè è capace di dire tutto, grazie alla sua intensissima elaborazione stilistica e ai suoi continui sviluppi melodici. Per chi già conosce il gruppo, "Red Forest" non è altro che la naturale prosecuzione di ciò che era stato "Above The Earth...", quasi come se quel disco fosse uscito in doppio CD e questa ne fosse la seconda parte. Via libera quindi alla solita carrellata di effetti sognanti ed eterei, via libera a brani cangianti e variopinti che esplorano stati d'animo anche molto diversi tra loro, via libera ad una generale attitudine verso la meditazione e la contemplazione, più che verso l'aggressione sonora (che tuttavia, ripeto, in certi tratti non manca). Un suggestivo e magico viaggio nella natura, un disco che si potrebbe ascoltare camminando in un bosco, senza preoccuparsi del dove e del quando: la natura "progressiva" della musica fa sì che i riferimenti spazio - temporali diventino superflui, trasportandoci in un mondo dove dobbiamo semplicemente lasciarci andare alle sensazioni provocate dalla musica stessa. Non c'è inizio e non c'è fine, se non quelli intrinsecamente obbligatori che il CD racchiude; una musica simile potrebbe essere iniziata secoli fa e andare avanti all'infinito, come l'eterno fiume della vita. Noiosa, dite? Mai come in questo caso il giudizio di un ascoltatore è cosa soggettiva, a ciascuno spetta la propria musica. Va da sè che un disco come questo difficilmente può essere tacciato di banalità, e anche chi non riuscirà ad apprezzarlo non potrà dire che si tratta di musica che si ascolta tutti i giorni.
Per quanto riguarda la somiglianza con il precedente album, mi viene da dire: sì, è vero. Praticamente è tutto uguale. Uguale nei ritmi, nelle atmosfere, nei suoni, perfino nella durata. Ma mi viene anche da dire che non mi interessa. Quando la musica è di qualità, ascoltarla non stanca mai, e un disco del genere è in grado di darmi troppe belle sensazioni per poter stare a pensare ai dettagli. Del resto, gli AC/DC e i Motorhead pubblicano lo stesso disco da trent'anni, e nessuno ha mai niente da dire in proposito...perchè non possono farlo anche gli If These Trees Could Talk? Promossi dunque a pieni voti, acquisto caldamente consigliato agli amanti del genere, ma specialmente ai neofiti: per loro potrebbe davvero essere un colpo di fulmine.
01 - Breath Of Life (1:48)
02 - The First Fire (6:30)
03 - Barren Lands Of The Modern Dinosaur (5:57)
04 - They Speak With Knives (5:40)
05 - The Gift Of Two Rivers (1:11)
06 - Red Forest (8:25)
07 - The Aleutian Clouds (3:03)
08 - Left To Rust And Rot (5:24)
09 - When The Big Hand Buries The Twelve (9:38)