Autoprodotto, 2012 |
Provengono dal milanese e sono già attivi da una decina d'anni gli Enempidi, formazione molto arrabbiata che intende mettere a ferro e fuoco le nostre anime ogni volta che pubblica un disco. Il precedente album "Quanto Basta" era già un ottimo debutto che aveva impressionato più di un ascoltatore con la sua violenza ragionata e la sua efficacia schiacciante; tocca quindi a questo breve EP "Disordine" il compito di tenere alta la bandiera di questo gruppo, che appare capace e promettente.
Mischiando un raro esempio di crossover fatto come si deve con un'attitudine thrash - death e una voce veramente rabbiosa e sentita, i nostri assemblano sei brevi pezzi in cui riversano un odio e un'aggressività poco comuni, sentimenti che si percepiscono già leggendo i titoli dei brani; quando poi parte la musica e si ascoltano le parole (testi rigorosamente in italiano!), è evidente che nessuno viene risparmiato da questa furia. Il growl è assoluto padrone: una voce piena di risentimento e livore, tecnicamente valida, ben lontana dalle sparate e dalle urla inconcludenti di gruppi ben più blasonati come gli Slipknot. Essa riesce nel difficile compito di rendere partecipe l'ascoltatore dei sentimenti che si provano quando, in sala di registrazione, si incidono le tracce: come resistere all'impulso di frantumare qualche oggetto, mentre si ascolta il singer Gabro prolungare i suoi versi animaleschi come se volesse trascinare anche noi nella bolgia?
L'impianto sonoro è retto da chitarrone potenti e dal suono corposo, nonchè da una sezione ritmica sempre cadenzata e per questo così efficace nello scandire questa lenta danza di spade fiammeggianti. Ma ogni tanto arriva anche qualche sprazzo melodico e maledetto, qualche assolo turbinoso, qualche momento di epica drammaticità (prendete l'ottimo chorus di "Buio" come esempio) a creare quel chiaroscuro che allontana lo spettro della ripetitività e permette ai brani di emergere con prepotenza. Non mancano nemmeno le sezioni vocali pulite, severe e lievemente cantilenanti come il genere crossover da sempre richiede, ma lontane dalle rappate di cattivo gusto che tanto fanno impazzire i gruppi mainstream e i loro fan. Tutto, in questo dischetto, risulta essere bilanciato: non ci sono sparate al di sopra delle righe, nè momenti in cui la qualità cala. Come direbbe l'incredibile Hulk: "gli Enempidi spaccano!". E, all pari del mostro verde, quanto più si arrabbiano, tanto più diventano forti. Un'altra conferma che il metal italiano, specialmente quello underground, sta vivendo un vero e proprio periodo d'oro, alla faccia di chi reputa il nostro paese la culla di tutti i mali.
01 - L'Ultimo Respiro (3:49)
02 - Il Lato Oscuro (3:38)
03 - Non Perdona (3:41)
04 - Burlesque (3:13)
05 - Buio (3:27)
06 - Piezo (4:02)