Pagine utili del blog

giovedì 11 ottobre 2012

PsyOpus - "Odd Senses"

Metal Blade Records, 2009
Presentazione: Tre zanzare placidamente posate su di un cranio vi penetrano la loro proboscide a forma di siringa, andando ad infettare il feto che vi alberga. Non potrebbe esserci immagine più criptica di questa per ritrarre la psiche umana: non so se si tratti di una figurazione della regressione inconscia allo stato infantile che ognuno di noi rischia dinnanzi alle molteplici frustrazioni della vita, o piuttosto di un mascherato messaggio di carattere sociale o politico che verte sulla manipolazione mentale a livello subliminale che subiamo da parte dei media. Ma una cosa è certa: ciò ci indica che gli PsyOpus sono tornati.

Stile: Odd Senses, tale è il titolo della loro nuova effige, è il terzo full-length dei tanto acclamati e ad un tempo criticati PsyOpus, e ascoltandolo potrete immediatamente constatare – per la vostra gioia o per il vostro acido irritato disappunto – che l’approccio musicale dei quattro non è cambiato di una virgola: ritroviamo infatti il loro caratteristico caos organizzato, superbamente prodotto, maturo e ultra-tecnico, che nel bene e nel male aveva stupito nei loro due lavori precedenti. Nevrotiche scale, rapide e dissonanti, furioso isterico grido dietro al microfono, il solito drumming quasi casuale, e il brulicante tappeto costituito dal basso. Ma gli PsyOpus non vogliono essere solo caos mentale e tecnica fine a sé stessa, e per dimostrarlo inseriscono sempre nei loro album una serie di accorgimenti particolari: compaiono alcune parti parlate, come i curiosi ipnotici collages di Boogeyman – che vogliano significare l'estesa comunanza delle paure che da bambini ci vengono inflitte? In Choker Chain invece tiene banco una voce femminile snervante che ripete all'infinito vari segmenti tipo “do you love me?” e “hug me!”, ripetizioni che si alternano ad un autentico caos strumentale isterico, una metafora musicale assolutamente geniale per ritrarre la stressante situazione psicologica precaria di un uomo di fronte al soffocante attaccamento della partner. Infine la conclusiva A Murder To Child in cui una placida chitarra alterna i suoi arpeggi ad un violino, nove eleganti minuti melodici che ricordano quel maestoso esperimento chiamato Siobhan's Song. Insomma, in Odd Senses c'è davvero tutto, ma proprio tutto, ciò che i fan degli PsyOpus adorano e che i loro detrattori non sopportano.

Valutazione: Visto che ormai gli PsyOpus si sono fatti un nome ed iniziano ad essere abbastanza conosciuti, viene spontaneo rispolverare il vecchio problema su come definire con esattezza il confine che separa la musica dal caos e dal rumore, e dunque chiedersi: è musica questa? E’ musica, oppure è soltanto un aborto schizoide che non ha ragion d’essere? Eh già, perché in fondo dove sono le melodie? Dove sono i ritornelli? Dove sono le atmosfere? O, più in generale: dove sono le canzoni? In effetti ascoltando Odd Senses sembra di trovarsi di fronte ad un garbuglio sonoro che tutto lascia fare fuorché farsi ascoltare, un garbuglio in cui le corde delle chitarre si contorcono frenetiche in preda alle convulsioni, in cui la batteria sembra sfogarsi a ruota libera, sfuriata dopo sfuriata senza alcun autocontrollo o schema, e in cui un tizio urla in modo raschiante probabilmente nell'intento di perdere la voce. Per alcuni potrebbe riuscire difficile persino determinare in quali punti precisi finisce un brano e ne inizia un altro. Questa è la selva oscura che si presenterà alle vostre orecchie se avrete l’ardire di cimentarvi nell’ascolto di Odd Senses. Ma in fondo la sottile perversione di questo tipo di musica consiste proprio nel portare la gente a domandarsi incredula: “Ma l’hanno fatto sul serio? Suonano davvero in questa maniera?”. Il fatto ben radicato nella tradizione popolare secondo il quale un brano debba avere un ritornello ben preciso o una melodia principale immediatamente distinguibile non è, a rigor di logica, altro che un luogo comune. Gli PsyOpus lo sanno, suonano consciamente al grido di “in barba a tutte queste sciocche convenzioni!”, e con la loro impronta di sana follia sono di più, molto di più. Gli PsyOpus rappresentano quell'odioso, genuino, impagabile lato della nostra mente che si ribella alle convenzioni e alle costrizioni, quell’impulso vitale che ci permette di non diventare uguali l’un l’altro come se ci clonassero, quell’impulso che ci porta a fare il contrario di ciò che ci viene detto e a cercare qualcosa di diverso da quanto ci è stato insegnato e conosciamo già, e magari a farlo con incoscienza e follia. Gli PsyOpus rappresentano questo, e lo rappresentano sotto forma di incarnazione musicale: sono degli irrimediabili schizofrenici che scompongono e smembrano la musica nelle sue componenti primarie per poi ricombinarle in modo apparentemente casuale, neanche si trattasse di un’immagine scomposta in pixel casuali - la musica degli PsyOpus sembra la conseguenza di un glitch nella musica cosiddetta “normale”, proprio come il comportamento folle e schizofrenico sembra conseguenza di un glitch dei complessi schemi di comportamento normali.

Conclusione: Alla fine di tutto questo peregrinare la domanda di cui sopra torna ad imporsi intatta: è musica questa? E’ musica, oppure è soltanto un aborto schizoide che non ha ragion d’essere? Come vale un po’ per l’arte tutta, la risposta sta negli occhi di chi guarda - in questo caso nelle orecchie di chi ascolta. Sarebbe assurdo avere la presunzione che un simile disco possa essere ascoltato da tutti, o anche solo da molti, così come sarebbe fuori luogo pretendere che questa proposta musicale venga compresa e come tale non etichettata come semplice aborto schizoide. Io posso solo dirmi felice di avere la fortuna e l'intraprendenza necessarie per riuscire ad apprezzarla, e Odd Senses non è che la terza dimostrazione di quanto adoro gli PsyOpus e di quanto sanno divertirmi ed affascinarmi, portandomi un po’ più vicino al lato oscuro e affascinante della psiche umana: quello della pazzia.

Curiosità: * Imogen's Puzzle Pt 3 è una versione alternativa della vecchia Imogen's Puzzle, brano del loro primo album Ideas Of Reference, versione che è poi stata ribaltata e quindi registrata al contrario. Una volta girato nuovamente il brano - su YouTube trovate una tale versione - lo si può ascoltare sovrapposto all'originale, un'esperienza acustica che consiglio a caldamente.

01 - .44 (00:53)
02 - Medusa (03:30)
03 - The Burning Halo (03:59)
04 - Duct Tape Smile (03:33)
05 - X and Y (03:42)
06 - Boogeyman (05:34)
07 - Imogen's Puzzle Part 3 (01:59)
08 - Choker Chain (02:49)
09 - Ms Shyflower (06:13)
10 - A Murder to Child (09:15)
11 - [Untitled] (20:34)