Solitude Productions, 2012 |
La notizia che è uscito il nuovo album dei The Howling Void probabilmente lascerà indifferenti molte persone, ma non certo chi apprezza il funeral doom, e soprattutto chi ha vissuto con intensità e passione i precedenti lavori della one man band statunitense. Chi come me aspettava questo album con ansia e partecipazione, troverà pane per i suoi denti: ancora una volta il nostro Ryan è riuscito a infondere nella sua musica una calibrata ed efficacissima mistura di atmosfere lugubri, attitudine sognante e devastante potenza delle muraglie di suono sprigionate, aggiungendoci alcune piccole novità che mostrano anche l'avvenuta evoluzione artistica della band.
"The Womb Beyond The World" (il quale doveva originariamente chiamarsi "Lightless Depths", ma il cui titolo fu cambiato per motivi legati alla casa discografica) contiene quattro nuovi brani sfiancanti, poderosamente monolitici e quadrati, dominati dalle ormai caratteristiche stratificazioni di tastiere e da un suono di chitarra meravigliosamente ruvido e sfilacciato, come se Ryan avesse voluto far suonare il proprio strumento come un violoncello dall'archetto rovinato. Le funeree campane a morto, le plurime voci corali sintetizzate e i rintocchi di batteria catacombali non mancano di impreziosire il pesantissimo incedere dei brani, mentre la profonda voce growl assume stavolta un ruolo molto gregario, comparendo di rado e solo per pochi versi: è infatti sufficiente aprire la custodia per rendersi conto che i tre brani principali hanno testi di due righe, mentre il quarto brano è completamente strumentale. L'album non ha più i connotati vagamente psichedelici di "Megaliths Of The Abyss", e nemmeno suona maestoso e rilassante come il successivo "Shadows Over The Cosmos"; stavolta a predominare è un senso di tetra disperazione, un lamento funebre di portata molto superiore a ciò che eravamo abituati a sentire dalla band. Solo con l'ultimo, liberatorio inno strumentale "Eleleth", giocato su quattro accordi ripetuti per otto minuti in veste via via leggermente diversa, il suono diventa meno opprimente; i primi tre brani invece danno sfogo a tutte le velleità oscure di Ryan, che questa volta ha davvero superato sè stesso in quanto a capacità di trasporre in musica le emozioni più nere che un essere umano possa provare. I brani passano con maestria da alcuni momenti veramente horror ("The Womb Beyond The World") a sprazzi di malinconia dal respiro quasi epico ("Lightless Depths"), passando per stupendi intermezzi ambient che ammaliano con la loro bellezza imponente. Il denominatore comune rimane però un'accentuata vena tenebrosa, che rende questo disco una tela nerissima, sapientemente dipinta di scure variazioni di grigio.
Come nei precedenti album, anche in questo caso il songwriting è piuttosto insignificante: i brani si basano su pochissime note che vengono ripetute molte volte (anche se condite da elementi sempre differenti), e i brani non ricercano uno sviluppo, nè una costante progressione. Si torna spesso sui sentieri già battuti, e spesso ciò accade proprio quando ci si aspetterebbe un qualche cambiamento: sono convinto che questa sia una scelta fatta da Ryan con cognizione di causa, per renderci partecipi delle sue emozioni immobili e asfissianti. Non posso classificare questo aspetto come un difetto, dato che mai i The Howling Void hanno voluto puntare sulla composizione in sens stretto; essi preferiscono una lubrica immobilità di intenti, un crogiolarsi nel pozzo dei dannati, come se i sessanta minuti del disco fossero una messa nera dall'eleganza sopraffina.
Soffocante, granitico e suadente: così definirei in tre parole l'oscuro calderone di suoni che risponde al nome di The Womb Beyond The World. I fan della band sono già corsi a comprarlo, per cui è superfluo ogni mio commento: a tutti gli altri consiglio di provare questa band e questo disco solo se sono in vena di emozioni forti, e non necessariamente positive ed edificanti.
Un lavoro notevole.
Soffocante, granitico e suadente: così definirei in tre parole l'oscuro calderone di suoni che risponde al nome di The Womb Beyond The World. I fan della band sono già corsi a comprarlo, per cui è superfluo ogni mio commento: a tutti gli altri consiglio di provare questa band e questo disco solo se sono in vena di emozioni forti, e non necessariamente positive ed edificanti.
Un lavoro notevole.
01 - The Womb Beyond The World (14:19)
02 - The Silence Of Centuries End (18:14)
03 - Lightless Depths (18:15)
04 - Eleleth (8:35)