Autoprodotto, 2011 |
I triestini Bluerose nascono nel 2006 grazie agli sforzi di Riccardo Scaramelli, e dopo un esordio da cover band, decidono di iniziare una propria carriera arrivando alla pubblicazione del loro primo album, che come ormai è consuetudine, viene totalmente autoprodotto. Il fatto di potersi incidere da sè gli album sta portando molte band emergenti ad avere la possibilità di esprimersi al meglio in un mercato discografico ormai saturo, ed è difficile pescare nella massa la band promettente: ma in questo caso, direi che i Bluerose, pur non essendo una band trascendentale, sono capaci di suonare un buon hard rock che tiene alta la bandiera del genere, anche dopo trent'anni di vita.
Il disco è una sorta di concept album, che narra la storia di un angelo (Bluerose, appunto) caduto sul nostro pianeta e che ripercorre così tutti gli stati d'animo vissuti dagli esseri umani, come in un viaggio. I brani dunque sono piuttosto vari, sia dal punto di vista tematico sia musicale,andando dalle ballate agli episodi più aggressivi o tecnici, ma mantengono tutti un'elevata melodiosità e un'attitudine che li porta ad essere facilmente assimilabili. Un moderato uso delle tastiere (specialmente nei numerosi interludi senza titolo, che separano i brani principali) e di qualche saltuario inserto di pianoforte dona anche quel tocco di varietà in più che rende il disco più gustoso ed elaborato. Come da perfetta tradizione hard rock derivata da mostri sacri quali Whitesnake, AC/DC, W.A.S.P, e per certi versi anche i Guns 'N Roses, troviamo dunque pezzi molto piacevoli, ben strutturati e ben suonati, in cui la limpida voce di Riccardo riesce sempre a mantenere una buona espressività e duttilità, adattandosi bene a tutte le situazioni. Più spesso allegro e scanzonato, il disco tocca talvolta qualche punta di sottile malinconia e perfino di drammaticità, ma si tratta di ombre che vengono nascoste da una generale positività del sound, certamente nè pesante nè difficile da digerire. In sostanza si tratta di un album piacevolissimo, che scorre senza fatica nel lettore ed è l'ideale colonna sonora di un viaggio in automobile, magari in compagnia di amici, per ripercorrere assieme le vicissitudini di una vita. Niente di eccezionale, quindi, ma un album rispettabile e che ha tutte le carte in regola per piacere agli amanti dell'hard rock vecchio stile, che non è affatto morto come si crede...
01 - Fallen From Heaven (3:37)
02 - Eyes To Eyes (3:40)
03 - Wasted (3:35)
04 - Lonely Days (4:12)
05 - Rock On (4:27)
06 - Power (3:29)
07 - On Through The Night (2:24)
08 - Born To Be In Love (4:28)
09 - No More Lies (3:36)
10 - No One But You (3:39)