Autoprodotto, 2010 |
Cinque ragazzi provenienti da Napoli, alle prese con un sano e bastardo Heavy Metal, memore di vecchie glorie come Judas Priest e Saxon. Niente di più e niente di meno che una dose di buon vecchio metallo che non guasta mai, quando si è stufi di ascoltare musica troppo malinconica o troppo elaborata.
Dopo una storia un po' travagliata, costellata da numerosi cambi di line - up, i nostri sono riusciti a trovare una formazione stabile e a firmare il primo contratto discografico con la Toxic Sound Records, con il quale inizierà la distribuzione di "From Ashes To Madness", il loro primo album in studio completamente autoprodotto. L'entusiasmo e la tecnica non mancano a questi nuovi alfieri del metallo, che in un album piuttosto omogeneo concentrano undici tracce di metal scanzonato, irruento e carico di energia, uno di quei dischi che sicuramente rende molto bene dal vivo, tra sudore e pogo. Alcune contaminazioni hard rock alla W.A.S.P (si sentono talvolta echi di "Helldorado") rendono il disco fruibile anche a chi non mastica sonorità prettamente metalliche, e le buone dosi di melodia fanno il resto per rendere il disco godibile. Certo, l'originalità non è di casa: fin troppo evidente è l'ispirazione N.W.O.B.H.M, i brani sono più o meno tutti impostati sullo schema strofa - ritornello che ben conosciamo, tuttavia la perizia tecnica, il buon lavoro della funambolica chitarra solista e la particolare voce del cantante Mick Colangelo, acuta ma roca e ruvida come nella migliore tradizione hard rock anni 80, riescono a convincere e, se non altro, a regalare cinquanta minuti di spensieratezza, da gustare con una birra in mano e una compagnia di amici con cui fare casino. Si va dalle classiche cavalcate metalliche ("Midnight Madness", "Proud To Be Alive") a brani più lenti e talvolta un pelino malinconici, quasi blues ("Something Left Me", "East Wind"), fino ad un brano di nove minuti che rappresenta un po' il riassunto di tutto quello che si può trovare nell'album.
Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma comunque siamo di fronte ad una buona prova, che saprà far muovere le teste a ritmo di musica. In fondo, talvolta un po' di semplicità e di immediatezza è proprio quel che serve, senza andarsi a cercare chissà quale stranezza musicale.
Dopo una storia un po' travagliata, costellata da numerosi cambi di line - up, i nostri sono riusciti a trovare una formazione stabile e a firmare il primo contratto discografico con la Toxic Sound Records, con il quale inizierà la distribuzione di "From Ashes To Madness", il loro primo album in studio completamente autoprodotto. L'entusiasmo e la tecnica non mancano a questi nuovi alfieri del metallo, che in un album piuttosto omogeneo concentrano undici tracce di metal scanzonato, irruento e carico di energia, uno di quei dischi che sicuramente rende molto bene dal vivo, tra sudore e pogo. Alcune contaminazioni hard rock alla W.A.S.P (si sentono talvolta echi di "Helldorado") rendono il disco fruibile anche a chi non mastica sonorità prettamente metalliche, e le buone dosi di melodia fanno il resto per rendere il disco godibile. Certo, l'originalità non è di casa: fin troppo evidente è l'ispirazione N.W.O.B.H.M, i brani sono più o meno tutti impostati sullo schema strofa - ritornello che ben conosciamo, tuttavia la perizia tecnica, il buon lavoro della funambolica chitarra solista e la particolare voce del cantante Mick Colangelo, acuta ma roca e ruvida come nella migliore tradizione hard rock anni 80, riescono a convincere e, se non altro, a regalare cinquanta minuti di spensieratezza, da gustare con una birra in mano e una compagnia di amici con cui fare casino. Si va dalle classiche cavalcate metalliche ("Midnight Madness", "Proud To Be Alive") a brani più lenti e talvolta un pelino malinconici, quasi blues ("Something Left Me", "East Wind"), fino ad un brano di nove minuti che rappresenta un po' il riassunto di tutto quello che si può trovare nell'album.
Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma comunque siamo di fronte ad una buona prova, che saprà far muovere le teste a ritmo di musica. In fondo, talvolta un po' di semplicità e di immediatezza è proprio quel che serve, senza andarsi a cercare chissà quale stranezza musicale.
01 - Intro (1:06)
02 - Midnight Madness (4:50)
03 - Secret Of Life (3:43)
04 - Something Left Me (5:46)
05 - East Wind (5:57)
06 - Proud To Be Alive (4:32)
07 - The Phoenix (4:32)
08 - Back To Origins (5:08)
09 - Requiem Aeternam (9:08)
10 - Bar Joe (Outro) (1:04)
11 - G.M.B. (Gimme More Beer) (2:56)