Stygian Crypt Productions, 2012 |
Ultimamente, le metal band in Russia sono nate come funghi, spinte dall'emancipazione sociale che piano piano sta invadendo la più vasta nazione del mondo, emancipazione che porta ad aprirsi verso i nuovi orizzonti e ad abbracciare nuove tendenze, soprattutto quelle del cosiddetto mondo occidentale. La Russia è una terra che suggerisce malinconia e depressione, più che gioia; l'anima stessa del popolo russo è un po' sbandata, rude, tendenzialmente insoddisfatta. Ecco che questo aspetto socioculturale si concretizza ancora una volta in un album musicale, nello specifico questo "Vosstanie", partorito da ciò che sono i rimasugli della band Autumn.
Non nascondo che mi sono avvicinato a questo disco per via del più banale motivo che esista al mondo, vale a dire che mi piaceva la copertina. Ma per fortuna non sono rimasto deluso nemmeno dalla musica, come a volte succede quando si compra un disco sull'impulso del momento, affidandosi alle sensazioni che le belle immagini provocano. Gli Autumn People propongono infatti un folk - doom metal molto intimista ed emozionale, nel quale le chitarre distorte costituiscono più che altro un tenue e limitato contorno all'onnipresente tappeto di viola e chitarra acustica che ha il compito di guidare il mesto viaggio dell'ascoltatore attraverso le immense foreste russe. Melodie struggenti e litanie meravigliose ci prendono per mano dal primo all'ultimo secondo, mentre una voce bassa e profonda in stile Mournful Congregation (quasi sempre pulita, raramente in growl) declama solennemente versi poetici e incomprensibili, in quanto cantati interamente in russo. Rarissimi sono i momenti veloci o aggressivi, nei quali gli strumenti si risvegliano un po' dalla loro caduca lentezza e rassegnazione; in questo modo, nel momento in cui tali momenti prendono vita, acquistano un effetto molto più potente, come se rappresentassero una rivalsa nei confronti di una vita ingiusta e costellata di sofferenza. Niente di particolare si può dire sulla tecnica strumentale e sulla produzione, entrambe piuttosto imprecise (specie per quanto riguarda la parte ritmica), ma non è certamente l'aspetto cardine di un disco come questo: conta unicamente l'atmosfera, la bellezza e la commovente poeticità delle linee melodiche, l'esplorazione dell'interiorità e dei sentimenti ad opera degli strumenti acustici, che non hanno timore di scavare in profondità nell'anima come forse le chitarre distorte non sarebbero in grado di fare. Romanticismo, poesia e solitudine esistenziale, ma anche scenari naturali e ameni: questo si trova in "Vosstanie", niente più e niente meno.
Le ritmiche lente e l'attitudine spiccatamente melodrammatica suggeriscono un lavoro concettuale, da assaporare unicamente in un momento adatto, altrimenti rischia di risultare del tutto insapore o addirittura noioso. Non si può avvicinarsi a questo disco se non si ha prima di tutto un'anima melanconica e tendenzialmente depressa; per chi invece è affine a tali modus vivendi, gli Autumn People rappresenteranno una band di tutto rispetto, che con pochi elementi riesce a creare un disco vibrante e ricco di significato, semplice ma non banale, toccante ma non scontato. Un'esperienza da provare, senza ombra di dubbio, magari camminando in un bosco quando i fiori sono già tutti sbocciati.
01 - Intro (2:32
02 - Vosstanem (8:31)
03 - Temnaya Reka (7:00)
04 - Seroe More Vechno (6:57)
05 - Vecher (2:05)
06 - Sogrey (7:21)
07 - Belizna (8:27)