Peaceville Records, 1998 |
Il quinto album in studio dei britannici My Dying Bride è una perfetta dimostrazione di come a volte il coraggio, seppur osteggiato e deriso dalla maggioranza delle persone, paghi.
Conosciamo la band per il fondamentale contributo che ha dato alla creazione del doom metal, partendo da sonorità grevi e oscure per poi raffinarsi sempre di più, acquisendo uno stile personalissimo che verrà imitato da innumerevoli giovani band alle prime armi. Melodie decadenti e romantiche, ritmiche e chitarre quasi mai aggressive nonostante i loro suoni sempre cupi e spessi, atmosfere depressive e brani di pianoforte e violino dalla dolcezza estrema; è sufficiente ascoltare un qualsiasi disco dei My Dying Bride per riconoscere subito il loro inconfondibile marchio di fabbrica. Qualche disco è più improntato sull'uso del growl, altri invece usano solo la voce pulita (come il loro capolavoro "The Angel And The Dark River"); qualche disco è votato al romanticismo più spinto, altri hanno percorso strade più consone al doom death ruvido e crudo. Ma per quanto vi possiate sforzare, non riuscirete a trovare alcuna collocazione conosciuta a questo "34.788%...Complete".
Diverso, sperimentale, ardito, da sempre la pecora nera della discografia della Sposa Morente. Cos'ha questo disco che non va? A mio parere, proprio nulla: è un disco nel quale la band ha osato ampliare i propri orizzonti musicali in maniera che definirei quasi geniale, ma che purtroppo non è mai stata recepita granchè dal pubblico, abituato a sentire la band misurarsi con brani intensi e passionali come "The Cry Of Mankind" o "The Crown Of Sympathy", veri manifesti del doom metal d'autore. Questo disco stravolge ogni punto di vista, come possiamo sentire subito dall'opener "The Whore, The Cook And The Mother": un riff nauseabondo e impetuoso sotteso da una ritmica incalzante ci travolge fin da subito come un fiume in piena, mentre la voce filtrata (!) di Aaron Stainthorpe si presenta lasciva, tentatrice, declamando un testo che incita alla perversione, all'abbandono più totale ai propri istinti lussuriosi. Momenti di melodia sublime, poi una nuova discesa verso la perdizione, amplificata dagli inserti di musica elettronica (!!) che fanno capolino qua e là nel brano, specialmente nell'inquietante ma bellissimo break centrale. Che è successo ai My Dying Bride? Dopo un brano così, già le strade dei fan si potrebbero dividere in due: o li si ama, o li si odia. Ci pensano i brani successivi ad aumentare il divario tra il vecchio e il nuovo corso della band: "The Stance Of Evander Sinque" ha un mood quasi delirante, schizoide, con scale dissonanti di archi che confondono mente e corpo, assieme a riff granitici e incisivi che hanno ben poco a che fare con la suadente raffinatezza che da sempre caratterizza la band. La voce del singer, ritornata pulita, gira intorno al bersaglio come se fosse indecisa se colpirlo o meno, esattamente come un gatto gioca col topo per lunghe ore prima di decidersi a farlo fuori. La successiva "Der Ubelebende" si basa su un riff ossessivo che rischia di mandare a male i nostri sentimenti, mentre "Heroin Chic" è probabilmente il brano più assurdo e controverso mai scritto dai My Dying Bride: otto minuti di elettronica, puro trip hop che racconta la dissoluta vita di una consumatrice di stupefacenti, e la sua personalissima visione del mondo. Consiglio vivamente di leggere i testi, se proprio la musica non vi piacesse: per quanto estremi e provocatori, sono tra i migliori testi mai scritto dalla band. Dopo questo esperimento folle e totalmente fuori dagli schemi, arriviamo alla rocciosa tensione di "Apocalypse Woman", altro inno alla capacità delle donne di soggiogare l'uomo con facilità ("I am a victim of this endless faith..."). Brano dinamico, convincente, che ci mostra ancora una volta come i My Dying Bride abbiano compiuto un cambiamento stupefacente, che solo una certa ottusità da parte del pubblico non ha permesso si sviluppasse su terreni ancora più interessanti. Solo la successiva "Base Level Erotica", infatti, ritorna su territori già battuti in precedenza, grazie a partiture più classiche e a melodie colme di suadente rassegnazione, nonchè di bruciante malinconia. Episodio stupendo, l'unico che potrà piacere ai fan storici, ma la vera chicca arriva con la conclusiva "Under Your Wings And Into Your Arms", l'unico brano di questo album che viene tutt'oggi riproposto dal vivo (ma nemmeno sempre): una cavalcata metallica di grande impatto, veloce e irruenta, dal sapore leggermente thrash. Anche stavolta, c'è ben poco dei My Dying Bride originari, e anche di quelli che seguiranno.
Diverso, sperimentale, ardito, da sempre la pecora nera della discografia della Sposa Morente. Cos'ha questo disco che non va? A mio parere, proprio nulla: è un disco nel quale la band ha osato ampliare i propri orizzonti musicali in maniera che definirei quasi geniale, ma che purtroppo non è mai stata recepita granchè dal pubblico, abituato a sentire la band misurarsi con brani intensi e passionali come "The Cry Of Mankind" o "The Crown Of Sympathy", veri manifesti del doom metal d'autore. Questo disco stravolge ogni punto di vista, come possiamo sentire subito dall'opener "The Whore, The Cook And The Mother": un riff nauseabondo e impetuoso sotteso da una ritmica incalzante ci travolge fin da subito come un fiume in piena, mentre la voce filtrata (!) di Aaron Stainthorpe si presenta lasciva, tentatrice, declamando un testo che incita alla perversione, all'abbandono più totale ai propri istinti lussuriosi. Momenti di melodia sublime, poi una nuova discesa verso la perdizione, amplificata dagli inserti di musica elettronica (!!) che fanno capolino qua e là nel brano, specialmente nell'inquietante ma bellissimo break centrale. Che è successo ai My Dying Bride? Dopo un brano così, già le strade dei fan si potrebbero dividere in due: o li si ama, o li si odia. Ci pensano i brani successivi ad aumentare il divario tra il vecchio e il nuovo corso della band: "The Stance Of Evander Sinque" ha un mood quasi delirante, schizoide, con scale dissonanti di archi che confondono mente e corpo, assieme a riff granitici e incisivi che hanno ben poco a che fare con la suadente raffinatezza che da sempre caratterizza la band. La voce del singer, ritornata pulita, gira intorno al bersaglio come se fosse indecisa se colpirlo o meno, esattamente come un gatto gioca col topo per lunghe ore prima di decidersi a farlo fuori. La successiva "Der Ubelebende" si basa su un riff ossessivo che rischia di mandare a male i nostri sentimenti, mentre "Heroin Chic" è probabilmente il brano più assurdo e controverso mai scritto dai My Dying Bride: otto minuti di elettronica, puro trip hop che racconta la dissoluta vita di una consumatrice di stupefacenti, e la sua personalissima visione del mondo. Consiglio vivamente di leggere i testi, se proprio la musica non vi piacesse: per quanto estremi e provocatori, sono tra i migliori testi mai scritto dalla band. Dopo questo esperimento folle e totalmente fuori dagli schemi, arriviamo alla rocciosa tensione di "Apocalypse Woman", altro inno alla capacità delle donne di soggiogare l'uomo con facilità ("I am a victim of this endless faith..."). Brano dinamico, convincente, che ci mostra ancora una volta come i My Dying Bride abbiano compiuto un cambiamento stupefacente, che solo una certa ottusità da parte del pubblico non ha permesso si sviluppasse su terreni ancora più interessanti. Solo la successiva "Base Level Erotica", infatti, ritorna su territori già battuti in precedenza, grazie a partiture più classiche e a melodie colme di suadente rassegnazione, nonchè di bruciante malinconia. Episodio stupendo, l'unico che potrà piacere ai fan storici, ma la vera chicca arriva con la conclusiva "Under Your Wings And Into Your Arms", l'unico brano di questo album che viene tutt'oggi riproposto dal vivo (ma nemmeno sempre): una cavalcata metallica di grande impatto, veloce e irruenta, dal sapore leggermente thrash. Anche stavolta, c'è ben poco dei My Dying Bride originari, e anche di quelli che seguiranno.
Sì, perchè dopo le feroci critiche ricevute dal pubblico affezionato ai vecchi My Dying Bride, questo album si è come ripiegato su se stesso, dimenticato perfino dalla band, che ritornò subito sui suoi passi abbandonando gran parte delle proprie velleità sperimentali. Nessuno ne parla, sembra quasi che band e pubblico abbiano voluto dimenticare questo esperimento, che tuttavia io ritengo come eccezionalmente riuscito e ispirato: che fine farà la musica, se nessuno avrà più il coraggio di osare e di uscire dai propri rassicuranti confini? Un disco come questo è indubbiamente coraggioso in quanto rompe uno schema ormai consolidato e lo travalica nettamente, ma è in questo che sta il suo bello, ed è per questo che lo ritengo uno dei migliori dischi dei My Dying Bride, uno dei più interessanti, coinvolgenti e riusciti. Non abbiate paura, quindi: se i pregiudizi non sono il vostro forte, e siete disposti ad ascoltare musica un po' diversa, questo "34.788%...Complete" rappresenterà un disco succulento, che per la sua natura tentatrice e altamente erotica è da godersi pienamente nel momento in cui sarete in camera d'albergo insieme alla vostra ragazza (o al vostro ragazzo), con luci basse e profumi inebrianti, pronti per una notte di passione. Non riuscirei ad immaginare una colonna sonora più perfetta per un tale momento.
01 - The Whore, The Cook And The Mother (11:57)
02 - The Stance Of Evander Sinque (5:30)
03 - Der Ubelebende (7:37)
04 - Heroin Chic (8:02)
05 - Apocalypse Woman (7:36)
06 - Base Level Erotica (9:52)
07 - Under Your Wings And Into Your Arms (5:56)