Firebox, 2004 |
Tutti conoscono i Tyranny per il mostruoso full - length denominato "Tides Of Awakening", ad oggi il loro unico (e probabilmente ultimo) album completo. Tra gli amanti del genere, i due finlandesi sono diventati delle celebrità, poiché sono riusciti a portare l'estremismo sonoro del genere ad un livello ancora più spaventoso e oscuro, come nessuno mai era riuscito a fare prima.
Non tutti però ricordano che questo splendido album è stato preceduto da un mini cd, vale a dire questo "Bleak Vistae". Qualcuno si chiederà come faccia un mini album a durare ben tre quarti d'ora, ma nel mondo maledetto del funeral doom questo è possibile, anzi direi che è tutt'altro che anormale, visto che i brani sono chilometrici e sfiancanti per definizione. Nello specifico, questo corposo extended play contiene tre tracce dalla durata media di quindici minuti l'una: tre tracce nere come la pece, prive di qualsiasi spiraglio luminoso, opprimenti e ferali al punto da suscitare dei veri sentimenti di paura e smarrimento, specialmente se lo si ascolta al buio. Fin dalle prime note, le ritmiche bradipiche e gli enormi accordi di chitarra distortissima ci conducono lentamente all'interno di una grotta oscura, dove verremo fatti prigionieri di un blob catramoso dal quale non riusciremo mai più a uscire, rimanendo prigionieri della nostra mente malata e contorta. Un ruggito di sottofondo, pressochè immobile di tono e di intenti, accompagna costantemente questa discesa nei gironi più remoti dell'inferno, talora associandosi a inquietanti tappeti di tastiere e organo ecclesiale, usati sempre con moderazione e solo nel momento in cui il contesto lo richiede, evitando così di scadere nell'abuso gratuito. Poche variazioni ritmiche, pochissime variazioni melodiche, solo tanta oscurità senza ritorno che si avverte costantemente dall'inizio alla fine: avventurarsi nei solchi di "Bleak Vistae" può far sentire persi nell'immensità cosmica, circondati dal vuoto e da un cielo nero impenetrabile, mentre le fioche e distanti stelle scintillano sinistramente come dei puntolini malefici, che ci osservano da lontano con profonda malvagità.
"Bleak Vistae" è un'esperienza piuttosto pesante, da consigliare solo agli strenui amanti del genere: i Tyranny non suonano musica per tutti, ma solo per chi ama ricercare le più oscure profondità dell'animo umano e non ha paura di tuffarcisi dentro, consapevole del fatto che, come ripeteva Nietzsche, quando si guarda dentro l'abisso, anche l'abisso guarda dentro noi. Rispetto al capolavoro "Tides Of Awakening", che seguirà tre anni più tardi, le differenze sono quasi impercettibili: per cui questo "Bleak Vistae" può essere un buon punto di partenza per chi ancora non conosce i Tyranny e vuole iniziare gradualmente a tuffarsi nel loro malato vortice sonoro, fatto di mostruosità abissali e terrore ancestrale. Siete i benvenuti, ma attenti... lasciate a casa i bambini, gli anziani e i deboli di cuore.
Non tutti però ricordano che questo splendido album è stato preceduto da un mini cd, vale a dire questo "Bleak Vistae". Qualcuno si chiederà come faccia un mini album a durare ben tre quarti d'ora, ma nel mondo maledetto del funeral doom questo è possibile, anzi direi che è tutt'altro che anormale, visto che i brani sono chilometrici e sfiancanti per definizione. Nello specifico, questo corposo extended play contiene tre tracce dalla durata media di quindici minuti l'una: tre tracce nere come la pece, prive di qualsiasi spiraglio luminoso, opprimenti e ferali al punto da suscitare dei veri sentimenti di paura e smarrimento, specialmente se lo si ascolta al buio. Fin dalle prime note, le ritmiche bradipiche e gli enormi accordi di chitarra distortissima ci conducono lentamente all'interno di una grotta oscura, dove verremo fatti prigionieri di un blob catramoso dal quale non riusciremo mai più a uscire, rimanendo prigionieri della nostra mente malata e contorta. Un ruggito di sottofondo, pressochè immobile di tono e di intenti, accompagna costantemente questa discesa nei gironi più remoti dell'inferno, talora associandosi a inquietanti tappeti di tastiere e organo ecclesiale, usati sempre con moderazione e solo nel momento in cui il contesto lo richiede, evitando così di scadere nell'abuso gratuito. Poche variazioni ritmiche, pochissime variazioni melodiche, solo tanta oscurità senza ritorno che si avverte costantemente dall'inizio alla fine: avventurarsi nei solchi di "Bleak Vistae" può far sentire persi nell'immensità cosmica, circondati dal vuoto e da un cielo nero impenetrabile, mentre le fioche e distanti stelle scintillano sinistramente come dei puntolini malefici, che ci osservano da lontano con profonda malvagità.
"Bleak Vistae" è un'esperienza piuttosto pesante, da consigliare solo agli strenui amanti del genere: i Tyranny non suonano musica per tutti, ma solo per chi ama ricercare le più oscure profondità dell'animo umano e non ha paura di tuffarcisi dentro, consapevole del fatto che, come ripeteva Nietzsche, quando si guarda dentro l'abisso, anche l'abisso guarda dentro noi. Rispetto al capolavoro "Tides Of Awakening", che seguirà tre anni più tardi, le differenze sono quasi impercettibili: per cui questo "Bleak Vistae" può essere un buon punto di partenza per chi ancora non conosce i Tyranny e vuole iniziare gradualmente a tuffarsi nel loro malato vortice sonoro, fatto di mostruosità abissali e terrore ancestrale. Siete i benvenuti, ma attenti... lasciate a casa i bambini, gli anziani e i deboli di cuore.
01 - Passing Through Ague (13:31)
02 - The Leaden Stream (14:10)
03 - Drown (16:57)