Domestic Genocidio, 2012 |
Depressione. Questo è sicuramente il termine più adatto per descrivere ciò che la musica dei Trails Of Sorrow racchiude, una depressione di quelle potenti, che non lasciano traspirare nemmeno un raggio di luce e chiudono l'esistenza in un vuota attesa del giorno in cui si morirà. Mescolando l'attitudine ultraslow di gruppi come i Worship, ma in chiave decisamente più orientata al gothic che al funeral doom, questo duo italiano ha ben chiare le idee sulla musica che vuole suonare, e nonostante l'ascolto possa risultare piuttosto pesante anche per un die - hard fan del genere, il loro debutto racchiude delle potenzialità che mi auguro di vedere espresse al meglio nel loro prossimo album.
I pezzi di questo "Languish In Oblivion" sono tutti piuttosto lunghi (ma non tremendamente chilometrici come i pezzi di un gruppo funeral doom) e dalle atmosfere rarefatte, che giocano su riff di chitarra dilatati e sconsolati, non certo sull'impatto di muraglie sonore o di aggressive effusioni tra strumenti diversi. Semplici accordi di chitarra fanno da accompagnamento a linee melodiche sovente interpretate dal pianoforte o dalle tastiere (i suoni degli archi sono ovviamente sintetizzati), mentre la voce spazia da un profondo lamento growl a recitazioni parlate dal sapore lacrimevole, in un tripudio di depressività che, seppur encomiabile nel suo proposito, a volte si spinge un po' troppo all'eccesso. Dipende un po' dagli episodi: l'opener "Dreams Are Dying" mette quasi paura con il suo incedere plumbeo e pachidermico che pare preso direttamente da dischi epocali come "Last Tape Before Doomsday" o "Dooom" dei già citati Worship. Anche la successiva "Living As To Live Is To Suffer" ricorda vagamente gli Skepticism con i suoi riff rallentati fino all'estremo, uniti a quelle atmosfere "spente" e mortuarie che hanno fatto grande il gruppo finlandese. Ma ci sono anche episodi che potevano essere lavorati meglio, come "See My Blood Flowing", la quale incorpora le influenze gothic imbastendo una cantilena che avrebbe bisogno di un pizzico di incisività e di varietà in più per risultare pienamente convincente. A volte i brani peccano di eccessiva staticità e di una produzione che non rende giustizia, rendendo l'ascolto complessivo del disco piuttosto impegnativo.
C'è da dire, comunque, che gli inserti di pianoforte e violino a volte sono proprio belli, che certe melodie sono azzeccate, che il growl in certi punti mette davvero l'angoscia che vorrebbe mettere, e che non trovo nulla di particolarmente sbagliato nella musica dei Trails Of Sorrow. Dunque non si tratta affatto un brutto disco. Quello che a mio parere deve ancora arrivare è la botta di ispirazione definitiva, quella che fa partorire dischi che si ricordano negli anni a venire, e che viene un po' quando vuole lei, raramente da subito. Per cui direi che i Trails Of Sorrow devono proseguire con il loro percorso musicale, perchè ho come la sensazione che con un po' di maturità artistica in più, potranno partorire qualcosa di davvero interessante. "Languish In Oblivion" è un primo passo in questa direzione, sul quale lavorare a lungo per tirar fuori la malia irresistibile di cui questo genere è portatore. La bella outro "Ora è la fine", contemporaneamente triste e luminosa, potrebbe essere il punto d'inizio di questa evoluzione: mi auguro che sarà veramente così.
01 - Dreams Are Dying (6:53)
02 - Living As To Live Is To Suffer (8:17)
03 - A Grave Of Loneliness (5:29)
04 - Trees Crying Leaves (2:16)
05 - See My Blood Flowing (9:06)
06 - In Luce (2:20)
07 - Suffering Comes (8:01)
08 - Wonderful Memories (6:25)
09 - A Blinking Shadow 1 (1:16)
10 - Ora E' La Fine (4:42)