Winterreich Productions, 2007 |
Può un disco reggersi unicamente sull'emozione che le sue note suscitano, quell'emozione impossibile da spiegare razionalmente, ma che si può solo vivere sulla propria pelle? Può un disco prescindere completamente dagli aspetti tecnici e sonori, facendo valere solo quella che è la sua anima istintiva? Dopo aver ascoltato a fondo il primo album degli Austere, la risposta non può essere che sì.
Nome già conosciuto nella scena depressive black australiana, gli Austere hanno sempre suonato in maniera totalmente onesta, proponendo ciò che sanno fare senza la pretesa di essere innovativi o di riscrivere la storia della musica. Le loro partiture elementarmente semplici e ripetitive, i loro suoni approssimativi e confusi, la loro sgraziata e stridula voce in screaming che squarcia l'aria con latrati strazianti, le loro melodie dal respiro triste e disperato: tutto ciò che sono gli Austere è immediatamente riconoscibile per ciò che è, e non gli si può chiedere di più. Tuttavia, per le anime tormentate che riescono ad entrare in sintonia con una musica tanto crepuscolare e sofferta, un disco come "Withering Illusions And Desolation" rappresenta la catarsi perfetta, una manna dal cielo: essi non stenteranno a perdersi nelle loro trame nebbiose e grondanti dolore, espresso da chitarre zanzarose e povere che affascinano proprio in virtù dei loro suoni imprecisi, storti, confusamente accavallati su sè stessi così come succede con i sentimenti, che nei momenti più critici si accumulano gli uni sugli altri portando confusione e smarrimento. Un brano come "Unending Night" è la perfetta rappresentazione di una persona che cammina lentamente da sola, in un bosco invernale, tra rami secchi e neve appena caduta; l'inquietudine di vivere, il desiderio di trovare pace nella solitudine, l'inesprimibile angoscia di essere al mondo senza sapere il perchè. Non pensate che con il procedere del disco la situazione migliori: gli episodi successivi confermano la direzione triste e desolata intrapresa dagli Austere nella loro carriera artistica, purtroppo breve dato che il gruppo si è ormai sciolto. A tratti i brani provano ad accelerare, a rivelare un volto più speranzoso e lieto, come accade in "Memories": ma si tratta di brevi stralci di felicità malinconica, piazzati quasi per caso nell'esistenza di un'anima inquieta e dilaniata interiormente. La staticità compositiva è evidente, La somma dell'insensatezza e dell'inutilità del vivere si ha con la conclusiva strumentale "Coma", un brano di diciotto minuti e mezzo che ripete sempre la stessa ipnotica sequenza di accordi lenti e fruscianti, senza una variazione, senza un'evoluzione, senza un perchè. E così come è cominciata finisce, sempre senza spiegarci nulla, lasciandoci immobili e silenziosi mentre il disco produce il suo ultimo gemito e smette di girare nel lettore. Ed è solo allora che ci si rende conto dell'assordante silenzio esistenziale che regna attorno a noi.
"Withering Illusions And Desolation" è un disco che non ha obiettivamente nulla di interessante a livello musicale: chitarre sempre uguali, suoni sempre uguali, strutture semplici, batteria monotona, nessun elemento che impreziosisca i brani. Tuttavia, se lo ascolterete con la giusta disposizione d'animo, vi trascinerà nel suo decadente vortice emotivo senza possibilità di una fuga indolore. Ascoltatelo in un noioso pomeriggio domenicale, mentre la pioggia cade lentamente e piano piano scioglie i cumuli di neve lungo le strade, esattamente come la vita di ognuno si spegne poco a poco, giorno dopo giorno: il risultato, prettamente depressivo, è assicurato.
01 - Unending Night (8:45)
02 - Memories (9:40)
03 - The Dawn Remains Silent (8:42)
04 - Withering Illusions And Desolation (10:53)
05 - Coma (18:38)