Eclectic Productions, 2012 |
l'odio il mio movente,
ingestibile come qualsiasi sentimento".
Questa frase, tratta dal testo di "L'odio", quarta traccia di questo parossistico lavoro, mostra alla perfezione il sentimento che anima questa release degli italiani Tsubo, formazione animata dalla passione per il death - grind più feroce e aggressivo, di quelli che ti sparano venti brani in una manciata di minuti e che ti lasciano storditi per l'efficacia con cui riescono a ricreare un'atmosfera di violenza e terrore. A differenza però di altre formazioni grind, nelle quali la volontà di apparire scioccanti ed esagerati a volte è causa di pacchianeria, posso affermare con certezza che gli Tsubo sanno esattamente dove andare a colpire e con quale intensità, per esprimere i loro sentimenti negativi senza risultare artificiosi o, peggio, banali. Già, perchè anche se le soluzioni adottate dai sei elementi non sono certamente innovative, è innegabile come l'attitudine ci sia ed emerga da ciascun brano, da ogni spataffiata di violenza che viene vomitata dalle casse dello stereo con veemenza. Difficile distinguere un brano dall'altro, ma questa non è una novità in ambito grindcore: gli Tsubo puntano tutto su elementi come il riffing di chitarra nervoso e sempre perfettamente riconoscibile nelle sue malate evoluzioni, la voce non troppo monocorde nelle sue visionarie arringhe contro la vita, il drumming forsennato ma al contempo estremamente tecnico e imprevedibile, le strutture compresse ma che non perdono mai quel minimo di senso musicale necessario per non far scadere il grind in un insulso pastone di suoni distorti e rutilanti.
L'ottima produzione, a dir la verità, si addice di più ad un album technical death schizoide in stile Psyopus o Psycroptic, come traspare anche da episodi abbastanza vicini al genere come "Non trovo pace (Sessossessione)", o anche "Terapia d'Urto", con le sue sonorità che a tratti ricordano quasi gli ultimi dischi dei compianti Death: forse è questo il principale punto interessante di "Con cognizione di causa". La contaminazione stilistica e sonora tra la follia assassina del grind e la ragionata violenza chirurgica del technical death è infatti molto riuscita e rivela le buone capacità della band, se non altro a livello esecutivo, dato che la tecnica strumentale è davvero notevole. Ciò fa sì che il disco sia scorrevole, coinvolgente, sufficientemente vario (se di varietà si può parlare in un genere come questo) e ben costruito, al punto da piacere perfino a me, che normalmente non mastico questo sottogenere metallico con facilità. Dovendo però scrivere una recensione il più possibile precisa, senza tirare in ballo le mie personali preferenze, non posso fare altro che promuovere gli Tsubo e la loro micidiale mistura di deathgrind intelligente ed efficace, uno di quei dischi che possono sì accompagnare un momento di rabbia in cui si prende il muro a testate, ma che non richiede necessariamente questo stato d'animo per essere ascoltato, in quanto è sufficientemente interessante anche in condizioni normali. Un brano come la conclusiva "Colto da disperazione", che va a sfiorare quasi territori doom, lo dimostra. E per un disco di questo genere, si tratta davvero un punto a favore.
01 - Matricidio (1:27)
02 - Cicatrici (1:27)
03 - Vermi (1:24)
04 - L'odio (1:34)
05 - Nel bene e nel male (1:42)
06 - Come pensi così sarai (2:11)
07 - A-narcogrind (0:16)
08 - Non trovo pace (Sessossessione) (1:16)
09 - Terapia d'urto (1:33)
10 - Reminescenza (2:27)
11 - Fellatiocrazia (1:23)
12 - La quiete e la tempesta (2:27)
13 - Salt mine (Assuck cover) (1:06)
14 - TV (Tara Volontà) (0:49)
15 - Un nuovo taglio (0:14)
16 - Avvezzamento ciclico (3:08)
17 - Storm of stress (Terrorizer cover) (1:23)
18 - Furia procace (0:42)
19 - Riflessi d'evidenza (2:10)
20 - Colto da disperazione (6:40)