Teutonic Existence Records, 1997 |
Avete ragione: forse non vale nemmeno la pena di spendere troppe parole sugli sfortunati Officium Triste. Sono già stati sufficientemente massacrati da critica e pubblico, perchè scriverne ancora? Forse per infierire, calcando la mano sulla loro pochezza artistica? Non esattamente, non è questo il mio intento. Il problema di fondo di questi musicisti olandesi non è che siano malvagi o terribilmente scarsi, è che semplicemente non riescono ad andare oltre un certo livello, e questo difetto, per una band che suona un genere così inflazionato e saturato da cloni, è imperdonabile: si finisce inevitabilmente per rendersi conto che non c'è alcun bisogno di band riempitive, quando ci sono già i maestri del genere che ci emozionano a sufficienza. Eppure, anche negli Officium Triste non è tutto da buttare: spesso, a torto, ci si dimentica del loro primo album, "Ne Vivam".
Siamo agli esordi, quindi siamo ancora pesantemente influenzati dai primi Anathema e soprattutto dai My Dying Bride: le reminescenze del loro sound si sentono in ogni singola nota e in ogni singolo riff degli olandesi, con quel suono di chitarra piacevolmente sporco, che viene reso in questo modo proprio per ampliare la sensazione di grezzume tipico del doom death d'autore. La scarsa personalità di questo lavoro, ancora molto derivativo e incapace di portare qualsivoglia novità alla scena doom, è però compensata da brani che obiettivamente non sono niente male: l'opener "Frozen Tears" annovera dei momenti davvero emozionanti (a fianco di altri tranquillamente evitabili, altro grave problema che da sempre inficia le produzioni di questa band) e non è da meno la successiva "Lonesome", una piccola perla malinconica che potrebbe addirittura commuovere i cuori più sensibili. Melodie delicate e tempi lenti, talvolta controbilanciati da leggere accelerazioni, sono ciò in cui il gruppo riesce bene, mentre risulta meno convincente nelle parti vocali in growl, un po' troppo sterotipate, e nei testi, drammaticamente banali e sconteti. I testi potrebbero anche essere ignorati, a dire il vero: di solito, con il growl si capisce poco o niente, e si tende a concentrarsi solo sulla musica per formulare un giudizio artistico. Ma gli Officium Triste sono olandesi e cantano in un inglese fin troppo riconoscibile, così che non si può notare la bruttezza delle parole. Concentriamoci quindi sulla musica, che è meglio: ed ecco che con le maestose melodie di "A Journey Through Lowlands" ci fanno dimenticare della pochezza lirica e ci avvinghiano nuovamente all'ascolto, rimuginando sulla nostra interiorità e rimescolando le emozioni in un piacevole calderone ribollente. Si prosegue tra episodi più lenti ("One With The Sea", che sembra una pallida copia di "Edenbeast") e momenti dinamici come in "Stardust", con i suoi interessanti saliscendi melodici. Da segnalare anche la divertente "The Happy Forest", che se da un lato è un pochettino scontata e quasi pop con il suo riff scherzoso e la voce pulita, dall'altro ha un andamento accattivante che ancora una volta fa scorrere piacevolmente il disco nel lettore fino alla fine.
Non ci sono episodi di spicco, a parte forse la sopracitata "Lonesome", ma nemmeno momenti terribili come invece sentiremo nei successivi album, nei quali il gruppo, alla ricerca disperata di una personalità propria, sperimenterà soluzioni che avranno risultati controproducenti. Ma lasciando perdere ciò che verrà dopo, rimane il fatto che "Ne Vivam" è un buon disco di doom death melodico, suonato e prodotto con onestà e impegno, con tutta la passione di cui la band è capace. Questo ci può bastare. Nessuno si sognerà mai di dire che questo album è un capolavoro, ma mi pareva giusto ricordare che anche gli Officium Triste, nella loro travagliata carriera artistica, hanno saputo comporre musica degna perlomeno di un ascolto e di un brivido lungo la schiena.
01 - Frozen Tears (6:06)
02 - Lonesome (7:22)
03 - A Journey Through Lowlands (5:12)
04 - One With The Sea (9:22)
05 - Dreams Of Sorrow (5:33)
06 - Stardust (5:04)
07 - Psyche Nullification (8:04)
08 - The Happy Forest (4:35)
09 - Mountains Of Depressiveness (Bonus Track) (6:30)