Impure Creations Records, 1996 |
Le immagini del booklet in mio possesso, spostate sulle tonalità verdi e con un aspetto lievemente anticato, non lasciano dubbi sulla natura di quest'album: si tratta di una perfetta rappresentazione della natura più grezza e selvaggia, degli istinti primordiali di animali e spiriti arcani, del gelo invernale e di lande desolate spazzate da tormente di neve. Lo si può dire ancora prima di aver ascoltato il cd. Quando poi si inserisce il disco nel lettore e si preme il tasto play, arriva la conferma definitiva: raramente ho trovato un album la cui potenza evocativa è così forte e ha una direzione perfettamente definita e precisa.
Perfetto seguito del già clamoroso debutto "Ultima Thulee", i francesi Blut Aus Nord proseguono la loro evoluzione artistica con un album forse un pochino meno ispirato del suo predecessore, ma comunque estremamente valido e capace di pennellare vividi scenari nell'immaginazione di chi si immerge nelle sue note gelide e riverberanti. Per quarantacinque minuti, la band ci sottopone ad un black metal sporco, grezzo e rugginoso, nel quale le chitarre sono spade di ghiaccio affilatissimo, la batteria è il suono delle valanghe che rotolano a valle travolgendo tutto, e la voce in screaming (stupendamente messa in secondo piano) è il lamento di un solitario viandante che si è perso nella tormenta e lotta disperatamente per sopravvivere al turbine di gelo che lo avvolge. Ritmi quasi sempre sostenuti e violenti (ma mai esagerati al punto di rendere inintellegibili i brani), poche pause di respiro, sprazzi melodici di una bellezza sconvolgente incastonati come gemme rare all'interno di un panorama di roccia e ghiaccio; è tutto qui, ma non c'è bisogno di altro per passare tre quarti d'ora con la mente altrove, osservando quei paesaggi remoti scintillare sotto la fredda luce di un sole invernale che non riscalda. Il songwriting è difficile da afferrare, così come sono difficili da afferrare le direzioni che prendono i brani, talvolta confusionari e poco organici: ma ho la netta impressione che ciò non sia dovuto ad un limite della band, bensì alla precisa volontà di ricreare determinate atmosfere, esattamente come succedeva nel precedente album. Un'evoluzione comunque c'è stata: se "Ultima Thulee" dava più spazio a momenti atmosferici e riflessivi, nei quali contemplare in silenzio la bellezza di un panorama gelato e solitario, "Memoria Vetusta I" incarna maggiormente il lato crudo e misantropico della natura, mostrandola come spietata e azzannatrice, se non appunto in quei brevi momenti nei quali la tormenta di neve molla la presa, lasciando che il vento cessi per un istante in modo da farci percepire di nuovo il nostro stesso viso intirizzito. La produzione approssimativa e ovattata, tipica di questo genere di musica, è ancora una volta il biglietto da visita dell'album, un elemento fondamentale senza il quale la musica non avrebbe nemmeno un centesimo dell'intensità che invece possiede.
Il songwriting inizialmente sfugge, ma con il passare degli ascolti si acquista consapevolezza che ogni brano è al suo posto e che il disco ha una durata perfetta, non poteva essere concepito meglio di così. Forse non sarà un campione di varietà e tecnica strumentale, ma è un disco assolutamente vero, evocativo e passionale, creato per trasportare la mente ed evocare immagini nitide e precise: in questo, la maestria del gruppo è evidente. I Blut Aus Nord si evolveranno molto, dopo questo album, arrivando a massimizzare la loro componente industrial e creando dischi veramente importanti nel panorama del genere: questa è l'ultima testimonianza della loro fase "primordiale", ribollente di tetra oscurità venata da qualche pallido raggio di luce. Se dunque vivete a pane e black metal, non fatevi scappare questo splendido e paganissimo disco!
01 - Slaughterday (The Heathen Blood of Ours) (6:49)
02 - On the Path of Wolf... Towards Dwarfhill (5:46)
03 - Sons of Wisdom, Master of Elements (6:07)
04 - The Forsaken Voices Of The Ghostwood's Shadowy Realm (6:01)
05 - The Territory of Witches/Guardians of the Dark Lake (8:12)
06 - Day of Revenge (The Impure Blood of Theirs) (5:16)
07 - Fathers of the Icy Age (7:01)