Firedoom Records, 2006 |
Quando mi capita di ascoltare un disco come questo, vale a dire un album che inizialmente mi verrebbe da giudicare negativamente, penso al percorso musicale che hanno affrontato gli artisti prima di arrivare alla pubblicazione del disco. Mi immagino tutte le lezioni di musica, le ore di pratica sugli strumenti, le sessioni di prova negli scantinati, le speranze riposte in un progetto nascente ... e poi il momento in cui il primo contratto discografico viene faticosamente conquistato, l'emozione di vedere il proprio CD finalmente pubblicato, la soddisfazione di vedere un artwork curato e belle immagini sul libretto, la promozione dell'album e la crescita della band ... ogni disco e ogni band hanno la propria storia dietro di sè, non si può negarlo. Solo per essere riusciti ad ottenere un contratto discografico, considerando che si suona un genere molto di nicchia, una band meriterebbe comunque un minimo di rispetto, se non altro per lo sforzo compiuto. Nello specifico, i finlandesi Ablaze In Hatred hanno sicuramente messo passione e impegno nel creare questo "Deceptive Awareness": nessuno infatti suona doom metal per arricchirsi o per diventare famoso, bisogna proprio amare il genere per provare a comporre musica di questo tipo. Il risultato è tutt'altro che eccezionale, ma non mi sento comunque di stroncare brutalmente questo debutto: non posso dargli più di una sufficienza, ma perlomeno quella la raggiunge, per una serie di motivi che ora mi accingo a spiegare.
Come molte altre band finlandesi dello stesso filone (citiamo solamente due nomi intoccabili come Shape Of Despair e Swallow The Sun), i quattro musicisti si dedicano ad un doom - death di stampo molto classico e canonico: hanno dalla loro parte una produzione sonora sicuramente migliore, dovuta ai mezzi di cui si può disporre oggigiorno, ma la derivatività di questa proposta è fuori discussione. Il disco è ben suonato, tecnicamente non è nulla di particolare, ma non importa, nel doom ciò non è strettamente necessario ... ci si aspetterebbe però un buon songwriting e delle belle atmosfere, per rendere l'ascolto un'esperienza coinvolgente, un qualcosa che possa far vivere delle emozioni reali anche senza inventarsi nulla di nuovo. Qui sta il principale difetto di "Deceptive Awareness": i brani, moderatamente lunghi, tendono ad essere piuttosto ripetitivi, sono poco vari, contengono poche soluzioni interessanti o originali. Non c'è mai una reale progressione all'interno dei brani, poichè alla fine si tratta sempre degli stessi giri di accordi ripetuti per minuti e minuti, con cadenza quasi metronomica; sono rare le accelerazioni o i cambi di ritmo che risvegliano l'attenzione, mancano i colpi di testa, le idee interessanti. Le tastiere, poche e rade, fanno il loro lavoro con discrezione e senza infamia, ma non costituiscono un elemento che impreziosisce più di tanto il sound, al punto che spesso risultano a malapena udibili. A livello formale, il disco è impeccabile: suona il proprio genere al 100% senza mai contaminarsi con altro, è puro doom - death vergine. Il problema è che, oltre a inquadrarsi perfettamente all'interno di un unico genere, non ha una particolare inventiva o espressività, niente che lo distingua dalla massa di band che suonano la stessa cosa.
A questo punto, tutto farebbe pensare che io voglia stroncare questo disco bollandolo come un prodotto inutile e privo di anima. Sì, ma fino a un certo punto: "Deceptive Awareness" è infatti un disco che ha molti difetti, ma che ha pure qualche pregio: anche se le sue soluzioni sono già sentite e la sua composizione è molto statica e minimale, possiede comunque un vago alone di mistero e un qualche momento degno di nota (interessante ad esempio l'introduzione "Lost", forse il brano più personale del lotto), e nel complesso sonorizza molto bene la sensazione di rassegnazione, di silente disperazione, di stanchezza nei confronti della vita. Questi accordi che si ripetono lentamente come anime incolonnate in una processione funebre, questa voce cavernosa e sempre in bilico tra tristezza e rabbia, queste melodie che tendono sempre all'abbattimento; sono questi i punti su cui bisogna concentrarsi, se si vuole cavare ciò che di buono c'è in questo disco. Quando ascolterete "Deceptive Awareness" nei momenti più spenti e tristi delle vostre giornate, è possibile che la musica si metta a cantare assieme a voi, e che vi ci rispecchiate abbastanza efficacemente. Avendo scoperto questa maniera di ascoltarlo, il mio giudizio passa quindi dalla stroncatura alla sufficienza, fermo restando che gli Ablaze In Hatred sono una band alla quale non si può chiedere più di tanto, e che con ogni probabilità rimarrà sempre confinata al livello di band mediocre. Se cercate una musica che vi faccia scoprire cose nuove e che stimoli la vostra curiosità e sensibilità musicale, statene lontani anni luce; se invece preferite semplicemente crogiolarvi in un limbo sospeso tra la depressione e la mestizia, "Deceptive Awareness" potrà essere un discreto sottofondo.
A questo punto, tutto farebbe pensare che io voglia stroncare questo disco bollandolo come un prodotto inutile e privo di anima. Sì, ma fino a un certo punto: "Deceptive Awareness" è infatti un disco che ha molti difetti, ma che ha pure qualche pregio: anche se le sue soluzioni sono già sentite e la sua composizione è molto statica e minimale, possiede comunque un vago alone di mistero e un qualche momento degno di nota (interessante ad esempio l'introduzione "Lost", forse il brano più personale del lotto), e nel complesso sonorizza molto bene la sensazione di rassegnazione, di silente disperazione, di stanchezza nei confronti della vita. Questi accordi che si ripetono lentamente come anime incolonnate in una processione funebre, questa voce cavernosa e sempre in bilico tra tristezza e rabbia, queste melodie che tendono sempre all'abbattimento; sono questi i punti su cui bisogna concentrarsi, se si vuole cavare ciò che di buono c'è in questo disco. Quando ascolterete "Deceptive Awareness" nei momenti più spenti e tristi delle vostre giornate, è possibile che la musica si metta a cantare assieme a voi, e che vi ci rispecchiate abbastanza efficacemente. Avendo scoperto questa maniera di ascoltarlo, il mio giudizio passa quindi dalla stroncatura alla sufficienza, fermo restando che gli Ablaze In Hatred sono una band alla quale non si può chiedere più di tanto, e che con ogni probabilità rimarrà sempre confinata al livello di band mediocre. Se cercate una musica che vi faccia scoprire cose nuove e che stimoli la vostra curiosità e sensibilità musicale, statene lontani anni luce; se invece preferite semplicemente crogiolarvi in un limbo sospeso tra la depressione e la mestizia, "Deceptive Awareness" potrà essere un discreto sottofondo.
01 - Lost (The Overture) (5:11)
02 - When The Blackened Candles Shine (9:25)
03 - Howls Unknown (6:27)
04 - Constant Stillness (8:38)
05 - Ongoing Fall (8:28)
06 - To Breathe And To Suffocate (5:20)
07 - Closure Of Life (7:58)