BadMoodMan Music, 2011 |
Con questo "Bringer Of Heartsore", i Raventale giungono al quinto album in studio, nonchè alla piena maturazione compositiva e stilistica. L'ucraino Astaroth, unico componente, è partito da un certo livello per arrivare poi a produrre dischi sempre più raffinati e curati, e se già il precedente "After" rappresentava un notevole passo avanti in tale senso, questo nuovo platter migliora ulteriormente le cose. La matrice di fondo è sempre il solito black metal intriso di atmosfere doomish, dalle tinte fosche e crepuscolari, piuttosto freddo nelle sue atmosfere dissonanti e novembrine; tuttavia, siamo ormai lontani dal grezzume degli esordi, poichè con il tempo il nostro artista ha reso il sound sempre più atmosferico e ricco di sfumature, sconfinando per certi versi nel progressive. Il consueto minimalismo che caratterizzava tutti gli album precedenti è ancora presente, ma si è arricchito grazie ad un uso maggiormente ricercato e vario delle chitarre, alla sapiente calibrazione delle tastiere che sanno mostrarsi solo quando è necessario, all'evolversi delle ritmiche in trame più complesse, e anche il songwriting ci ha guadagnato. I brani di "Bringer Of Heartsore" sono tutti piuttosto lunghi, escludendo gli interludi strumentali; ogni brano ha una progressione facile da seguire, sottesa da ritmi quasi sempre incalzanti che suggeriscono un'idea di movimento, come se si stesse costantemente viaggiando, in questo caso verso il "crepacuore". L'atmosfera di sconforto e di depressione che si respira in questi solchi è palpabile, nonostante il maggior respiro donato alle composizioni: le chitarre hanno mantenuto il loro suono raggelante, marchio di fabbrica dei Raventale, mentre la voce di Astaroth è sicuramente migliorata, arrivando ad essere maggiormente espressiva e partecipe della musica, non più un mero accompagnamento come nei primi album, nei quali era a malapena percettibile in mezzo al marasma strumentale.
Al primo impatto, un pezzo come "Anything Is Void" può spiazzare i fan storici, grazie alla sua tesissima introduzione di sapore burzumiano (qualcuno potrebbe pensare alla meravigliosa e storica "Det Som En Gang Var"). I tamburi prendono velocità, uniti alle chitarre che si fanno sempre più rabbiose, e finalmente il brano esplode in un blast beat che ci lascia piacevolmente stupiti. La raffinazione del sound è andata di pari passo con un aumento dell'aggressività sonora, risultando in un trascinante susseguirsi di riff e accordi "a valanga", che hanno l'effetto di avvolgere completamente l'ascoltatore in una coltre di densa nebbia in costante movimento. Anche la successiva "Twilight...The Vernal Dusk" viaggia su ritmi mediamente veloci, ma lascia più spazio a tratti spiccatamente melodici e a progressioni armoniche semplici ma di grande effetto, poichè affidate ad una tastiera che ha ben chiaro il concetto di "buon gusto musicale". Nei momenti più rallentati il riffing si fa maggiormente elaborato, così come gli assoli di chitarra, particolarmente sognanti e dal sapore quasi gothic (per certi versi mi hanno ricordato i momenti migliori dei Tiamat): e questo è un elemento interessante, poichè non eravamo abituati a trovare spesso degli assoli di chitarra in un album targato Raventale. Il disco procede sempre su questa falsariga, alternando momenti di pura contemplazione come "Breathing The Scent Of Death" ad episodi più rocciosi e negativi come "Detachment And Solitude", non dimenticando nemmeno di inserire alcuni brevi intermezzi dominati dalle chitarre pulite, come per spezzare la silente tensione che tiene in piedi l'album. Astaroth è ormai diventato più che bravo nel creare atmosfere sconsolate e ricche di pathos emotivo, che si sposano perfettamente ad una fredda giornata di novembre, mentre si cammina tra le foglie secche e tra i mille colori dell'autunno che sta lentamente portando al letargo della natura.
"Bringer Of Heartsore" è in definitiva un disco maturo, molto ben costruito e perfino orecchiabile, se di orecchiabilità possiamo parlare in un contesto come questo. Potremmo considerare questo album come un mix tra il gelo di "Mortal Aspirations" e la struggente malinconia di "After", una summa compositiva che finalmente afferma Astaroth come artista valido e degno di ricoprire un ruolo d'onore nella scena black - doom metal odierna. Un plauso va anche allo stupendo artwork, dalle tonalità rossastre che si possono riscontrare nei tramonti più infuocati e affascinanti. Difficile rimanere delusi da questo album, specialmente se avete apprezzato i precedenti lavori: ma mi raccomando, ascoltate questi quaranta minuti di musica in una condizione favorevole, ovvero quando la giornata è grigia, il vostro umore oscilla tra il malinconico e il depresso, e cercate qualcosa che concili il vostro stato d'animo, invece di contrastarlo. Un album come "Bringer Of Heartsore" sarà la perfetta colonna sonora per un momento simile.
01 - Anything Is Void (7:27)
02 - Twilight...The Vernal Dusk (7:25)
03 - These Days Of Sorrow (5:50)
04 - Breathing The Scent Of Death (4:20)
05 - Prologue: Sailing To Further (1:21)
06 - The Last Afterglow Burned (5:51)
07 - Detachment And Solitude (6:16)
08 - Epilogue: Alone With Heartsore (1:30)