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martedì 18 ottobre 2011

Empyrium - "When At Night The Wood Grouse Plays"

Prophecy Productions, 1999
Qualsiasi persona appassionata di musica (e a maggior ragione di Metal) dovrebbe conoscere quel prezioso capolavoro che risponde al nome di "Kveldssanger", ad opera dei sempreverdi e camaleontici Ulver. Chi non si è emozionato, e non poco, ascoltando le sue dolci eppure possenti note acustiche, e lasciandosi cullare dai cori nasali e raddoppiati di Garm? Ecco, con questo "When At Night The Wood Grouse Plays" gli Empyrium ci offrono un'esperienza musicale molto simile, andando a rivisitare l'ossatura di quell'album e riproponendocela in maniera personalizzata.

Il gruppo tedesco arriva a questo album interamente acustico dopo aver pubblicato due dischi di gothic - folk - doom metal abbastanza acclamati e riconosciuti come validi (in particolar modo il secondo disco, "Songs Of Moors & Misty Fields". Dopo questo inizio metallico, la band si è discostata dalle distorsioni ed è approdata ad una musica molto più intimista, che utilizza solo chitarra acustica, rari strumenti a fiato e voce. E' piuttosto facile scadere nel banale quando ci si mette a partorire dischi simili, ma questo non è il caso degli Empyrium: più volte, durante l'ascolto di questa mezz'ora di musica, ho sentito lo stesso carattere "intimo" eppur deciso che rendeva speciale l'album degli Ulver, quella delicatezza che nasconde una tristezza sconfinata, che non può essere espressa dalle parole e viene dunque esplicitata tramite gli strumenti più delicati che esistano. I brani sono quasi tutti brevi e tecnicamente semplici, anche se abbastanza elaborati a livello di accompagnamento, si mantengono su ritmi stranamente veloci, e sono popolati da voci particolarmente teatrali e drammatiche, che all'occorrenza sanno trasformarsi in dolcissimi sussurri da pelle d'oca, nonchè in cori che ricordano quasi una liturgia religiosa, visto il dirompente sentimento che li anima. Tuttavia, la voce compare piuttosto di rado, e solo in alcuni brani: il resto è un fiume di chitarra classica, fautrice di melodie cariche di rimpianto e mestizia. Quando non si avverte la tristezza, è una strana urgenza a fare da padrona: certe composizioni richiamano sentimenti burrascosi e inquieti, nonostante l'assenza di qualsiasi suono distorto così come di growl / scream. Le tracce scorrono in maniera omogenea, susseguendosi le une alle altre senza quasi lasciare spazio, come a simboleggiare che il contrito stato d'animo da esse evocato non può facilmente essere spazzato via. Per chi volesse farsi un'idea di come suona il disco, e dell'intimo calore che lo anima, consiglio di ascoltare la stupenda "Dying Brokenhearted".

Con questo album, gli Empyrium dimostrano di saper fare sul serio, non solo quando si tratta di suonare metal (genere che da qui in poi abbandoneranno totalmente) ma anche quando bisogna emozionare con suoni lievi e atmosfere soffuse. Qualcuno potrebbe storcere il naso per la decisione di abbandonare il metal, ma se il gruppo è capace di suonare anche diversamente, perchè non riconoscergli che ha creato un ottimo album? Chi ha amato "Kveldssanger" (e non saranno pochi) troverà in questo album il pane per i suoi denti: lasciamoci cullare ora da queste tristi nenie, aspettando il momento in cui le ombre cominceranno ad allungarsi ("When shadows grow longer...").

01 - Where At Night The Wood Grouse Plays (5:34)
02 - Dying Brokenhearted (5:39)
03 - The Shepherd And The Maiden Ghost (3:26)
04 - The Sad Song Of The Wind (2:56)
05 - Wehmut (3:04)
06 - A Pastoral Theme (2:00)
07 - Abendrot (2:10)
08 - Many Moons Ago (4:25)
09 - When Shadows Grow Longer (3:14)