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lunedì 3 ottobre 2011

rEarth - "Pure And Simple"

Autoprodotto, 2011
Il mondo degli artisti emergenti non finisce mai di sorprendere. Si è portati a pensare che dopo secoli e secoli di musica, nonchè sessant'anni di storia del rock, tutta la musica sia già stata scritta e non abbia più senso ormai mettersi a comporre qualcosa di nuovo. Errore colossale: la creatività umana è qualcosa di inesauribile, e di questo ce ne dà una dimostrazione questa nuova band italiana, i rEarth. Nel loro piccolo, ci ricordano che si può sempre trovare qualcosa di nuovo che ci stupisca, anche quando pensavamo di aver già visto tutto.

Inizialmente configurati come una band thrash metal, i fondatori Fabio Tomasino e Simone Paoloni decidono successivamente di fondare un progetto parallelo dove poter esprimere una musicalità diversa, più elaborata e poliedrica. Reclutano dunque nuovi membri e incidono il loro primo demo, consistente in una lunga suite divisa in cinque capitoli, con tematiche che esplorano l'animo umano e le complesse manifestazioni che questo ha nel corso della vita. Definire con precisione cosa suonino i rEarth è abbastanza complicato, in quanto le influenze sono molteplici e intersecate tra loro in modo da non lasciarne prevalere nessuna in particolare: esse spaziano dal progressive rock all'avantgarde fino al thrash metal, con qualche puntatina in generi "estranei" come il funky e la musica cantautoriale italiana. Nonostante la difficoltà nel classificarli, posso dire che la loro musica mi ha ricordato immediatamente i migliori Pain Of Salvation, e questo dovrebbe essere un paragone abbastanza chiaro. Non stride infatti l'associazione di questa nuova band con dei mostri sacri del progressive metal come i PoS: così come questi ultimi esordirono con un disco già di alto livello come "Entropia", anche questo "Pure And Simple" ha tutte le carte in regola per attirare (si spera!) un contratto discografico e un buon numero di fan, richiamati non dal facile ascolto e dall'immediatezza, bensì da musica che ha bisogno di tempo per farsi scoprire ma che una volta che si riesce a conquistarla regala sempre emozioni nuove ad ogni ascolto.

I cinque brani che compongono la suite sono molto ben costruiti, fantasiosi e ricchi di variazioni, dotati di quel tocco di cattiveria che non guasta mai e contemporaneamente di una vena molto melodica e raffinata, insomma tutto quello che si chiederebbe ad una buona band progressive. Considerando che il demo è autoprodotto, è da segnalare anche l'ottima produzione, dotata di quel vago alone "sporco" che evita al sound di apparire artefatto, e che al contempo è perfettamente capace di far risaltare ogni strumento come si deve. Il songwriting è il pezzo forte: mai banale, complesso ma non complicato, sempre in evoluzione e sempre capace di mantenere un filo conduttore, nonostante i continui saliscendi e i repentini cambi di scenario. Parti acustiche melliflue e suadenti si alternano con cavalcate elettriche aggressive, nonchè con contrappunti meravigliosi e sezioni malinconiche, ricche di emozione pulsante. Notevole è soprattutto la voce di Simone Paoloni, capace di mille sfumature che tradiscono ogni volta uno stato d'animo differente, senza mai una sbavatura. Il tutto mantenendo sempre quella lieve teatralità tipica delle band progressive e al contempo una grande naturalezza, come se fosse la cosa più semplice di questo mondo.

Da come suona questo promettente demo, si capisce che la band sa già come muoversi e come colpire l'ascoltatore, trasportandolo in una vera e propria storia da raccontare. Non posso fare altro quindi che complimentarmi con i rEarth e consigliare a tutti gli amanti del buon metal di tenerli d'occhio: potrebbero diventare una delle più grandi rivelazioni del progressive metal italiano. Attendiamo il loro primo album in studio per averne la conferma definitiva, ma se questo è l'antipasto, il pranzo si preannuncia già come un'orgia di prelibatezze.

01 - No Longer A Child (7:06)
02 - To My Faded A Child (5:38)
03 - In The Shadow, In The Sand, You Can See The Man (3:05)
04 - Become Man, Becoming Death (2:41)
05 - Here She Comes, Pure And Simple (2:35)