Autoprodotto, 2011 |
Attenzione: per una questione di promozione, la band ha reso disponibili solamente quattro brani del CD intero, per cui questa sarà una recensione "parziale", nel senso che dovrò basarmi unicamente sul materiale che ho, non potendo ascoltare il rimanente.
I Turma provengono da Napoli, e mentre scrivo questa recensione sono passati dieci mesi da quando hanno cominciato a stendere e a registrare questo "Tearless", il loro primo lavoro discografico. Uno sforzo di tutto rispetto, considerato che si sono occupati di ogni aspetto in piena autonomia, scelta sempre coraggiosa e da lodare, anche quando i risultati sono perfettibili come in questo caso.
Andando a parlare nello specifico della musica, la band unisce le sonorità crude del thrash metal "vecchio stampo" ad un tocco di modernità, una sorta di misto tra i vecchi Anthrax e i nuovi Lamb Of God, ma ci sarebbe spazio per molti altri nomi di riferimento. Lo fa in una maniera abbastanza particolare, specialmente dal punto di vista vocale: se la parte strumentale è spiccatamente thrash metal, la voce ricorda moltissimo le timbriche del metal classico e del power. In certi momenti sembra di ascoltare Rob Halford, tanto per fare un nome, come quando cantava nel seminale "Painkiller": una voce spinta al limite, urlata, acuta e stridente. Questo può piacere o meno, ma rappresenta il principale elemento distintivo dei Turma, che come ribadisco dal punto di vista strumentale non hanno alcun problema a far sentire la loro bravura, destreggiandosi tra riff stoppati, begli assoli di chitarra, doppia cassa che entra al momento giusto, e non dimenticandosi nemmeno di inserire qualche pezzo melodico e perfino "sentimentale", che spezza la rocciosa metallicità del tutto (come nell'interessante e amara "My Mind Is Jail").
La produzione pulitissima aiuta certamente a considerare "Tearless" un buon prodotto, per quanto si tratti comunque di materiale derivativo, un po' troppo debitore di ciò che gli altri hanno suonato anni e anni prima. Sostanzialmente non manca nulla ai Turma per diventare con il tempo una band di tutto rispetto, a parte forse un po' di esperienza, che comunque non viene mai regalata a nessuno, e che va per forza di cose conquistata poco alla volta; la personalità di un musicista non è sempre immediata a manifestarsi, a volte ci vuole tempo perché si riesca a separare le influenze esterne dalle proprie idee. A questo punto è solo una questione di gusti: se avete amato la voce di James Hetfield, mentre non avete mai avuto la passione per i Judas Priest, probabilmente non riuscirete ad apprezzare la musica di questa band. Se invece non avete problemi con le voci "a sirena", troverete i Turma sicuramente interessanti, seppur non trascendentali. Del resto, ormai nel 2011 è piuttosto difficile rompere le barriere del suono e creare qualcosa di completamente nuovo, per cui...non ci resta che aspettare che la band continui il proprio percorso musicale acquisendo maggiore personalità e stile. Per adesso ci accontentiamo di un buon demotape.
Andando a parlare nello specifico della musica, la band unisce le sonorità crude del thrash metal "vecchio stampo" ad un tocco di modernità, una sorta di misto tra i vecchi Anthrax e i nuovi Lamb Of God, ma ci sarebbe spazio per molti altri nomi di riferimento. Lo fa in una maniera abbastanza particolare, specialmente dal punto di vista vocale: se la parte strumentale è spiccatamente thrash metal, la voce ricorda moltissimo le timbriche del metal classico e del power. In certi momenti sembra di ascoltare Rob Halford, tanto per fare un nome, come quando cantava nel seminale "Painkiller": una voce spinta al limite, urlata, acuta e stridente. Questo può piacere o meno, ma rappresenta il principale elemento distintivo dei Turma, che come ribadisco dal punto di vista strumentale non hanno alcun problema a far sentire la loro bravura, destreggiandosi tra riff stoppati, begli assoli di chitarra, doppia cassa che entra al momento giusto, e non dimenticandosi nemmeno di inserire qualche pezzo melodico e perfino "sentimentale", che spezza la rocciosa metallicità del tutto (come nell'interessante e amara "My Mind Is Jail").
La produzione pulitissima aiuta certamente a considerare "Tearless" un buon prodotto, per quanto si tratti comunque di materiale derivativo, un po' troppo debitore di ciò che gli altri hanno suonato anni e anni prima. Sostanzialmente non manca nulla ai Turma per diventare con il tempo una band di tutto rispetto, a parte forse un po' di esperienza, che comunque non viene mai regalata a nessuno, e che va per forza di cose conquistata poco alla volta; la personalità di un musicista non è sempre immediata a manifestarsi, a volte ci vuole tempo perché si riesca a separare le influenze esterne dalle proprie idee. A questo punto è solo una questione di gusti: se avete amato la voce di James Hetfield, mentre non avete mai avuto la passione per i Judas Priest, probabilmente non riuscirete ad apprezzare la musica di questa band. Se invece non avete problemi con le voci "a sirena", troverete i Turma sicuramente interessanti, seppur non trascendentali. Del resto, ormai nel 2011 è piuttosto difficile rompere le barriere del suono e creare qualcosa di completamente nuovo, per cui...non ci resta che aspettare che la band continui il proprio percorso musicale acquisendo maggiore personalità e stile. Per adesso ci accontentiamo di un buon demotape.
01 - Intro
02 - Shoot' Em All
03 - Tearless
04 - Facing The Mirror
05 - Out Of The Consentient Choir
06 - Living Tomorrow
07 - My Mind Is Jail
08 - Crusades
09 - Dance Of Desperate