Century Media, 1996 |
Mettete sulla piastra "Nattens Madrigal" e fatelo girare per venti secondi precisi. Avete spento? Allora questa recensione non potrà mai interessarvi, e il disco diventerà per voi un buon soprammobile. Ma se non avete spento lo stereo e state continuando ad ascoltare, vuol dire che siete stati catturati dal fascino del Black Metal più crudo e fiero, e ben difficilmente riuscirete più a liberarvene.
"Nattens Madrigal" è il terzo capitolo di una band che non ha paragoni, essendo stata capace di mutare radicalmente stile ad ogni nuovo disco pubblicato, toccando praticamente tutti i generi musicali concepibili. Questo capitolo rappresenta la conclusione della cosiddetta "trilogia black" degli Ulver, iniziata con quell'immenso capolavoro che risponde al nome di "Bergtatt" e proseguita con l'altrettanto spettacolare album acustico "Kveldssanger", in grado di scandagliare le profondità dell'animo con un suono mistico e toccante. Il gruppo ha scisso gli aspetti del black metal in tre dischi distinti, scegliendo di mischiarli assieme nel primo album, di dare la precedenza unicamente all'aspetto melodico nel secondo, e concentrando tutta la furia degli elementi nel terzo. Questo "madrigale notturno" è infatti un concentrato di furia inarrestabile, un vero massacro sonoro che è destinato a farsi ricordare come uno dei dischi di black metal più tremendi e più riusciti di sempre. Registrato in maniera assolutamente pietosa, ronzante e grezza da far invidia al più scalcinato bootleg del più sconosciuto e misantropico complesso black metal norvegese, il disco ci porta a scoprire il mondo della licantropia, tramite otto tracce che hanno tutte in comune il lupo (tralaltro, "Ulver" in norvegese significa proprio "lupi"). Otto tracce veloci, assassine e inarrestabili, che tuttavia non perdono mai il senso della melodia, e che anzi contengono alcune delle linee melodiche più belle ed evocative di tutto il black metal. Ogni disco black che si rispetti dovrebbe far sentire l'ascoltatore in balia della natura selvaggia, delle tempeste di neve, dei possenti fiumi glaciali e del vento sferzante: questo album ci riesce in maniera assoluta, combinando fraseggi chitarristici superbi con un'attitudine talmente sporca da far impallidire perfino un album come "Battles In The North" dei sempreverdi Immortal. Contrasto nettissimo, eppure tremendamente efficace: basta ascoltare le melodie portanti di "Wolf And The Devil" o "Wolf And Man" per sentirsi sulla cima di una collina nevosa, mentre osserviamo la desolazione del paesaggio circostante, spazzato da tremende tempeste che scoccano fulmini e saette senza tregua. La produzione è forse l'aspetto più peculiare e caratterizzante questo "Nattens Madrigal": non poche persone hanno giudicato questo disco inascoltabile, nonostante fossero fan degli Ulver, a causa della pessima qualità di registrazione. Per quanto sia d'accordo sul fatto che la qualità sia infima, a mio parere è proprio questo il punto di forza dell'album: nonostante il gorgoglio delle chitarre sia pressochè continuo e la batteria non smetta un attimo di martellare, le melodie non vengono mai inghiottite dal pastone di strumenti ed emergono sempre quel tanto che basta per essere riconoscibili. Il resto è pura atmosfera black metal all'ennesima potenza. Come si può pensare di ricreare sensazioni tanto raggelanti e primordiali, utilizzando una qualità di registrazione "normale"?
"Nattens Madrigal" è il terzo capitolo di una band che non ha paragoni, essendo stata capace di mutare radicalmente stile ad ogni nuovo disco pubblicato, toccando praticamente tutti i generi musicali concepibili. Questo capitolo rappresenta la conclusione della cosiddetta "trilogia black" degli Ulver, iniziata con quell'immenso capolavoro che risponde al nome di "Bergtatt" e proseguita con l'altrettanto spettacolare album acustico "Kveldssanger", in grado di scandagliare le profondità dell'animo con un suono mistico e toccante. Il gruppo ha scisso gli aspetti del black metal in tre dischi distinti, scegliendo di mischiarli assieme nel primo album, di dare la precedenza unicamente all'aspetto melodico nel secondo, e concentrando tutta la furia degli elementi nel terzo. Questo "madrigale notturno" è infatti un concentrato di furia inarrestabile, un vero massacro sonoro che è destinato a farsi ricordare come uno dei dischi di black metal più tremendi e più riusciti di sempre. Registrato in maniera assolutamente pietosa, ronzante e grezza da far invidia al più scalcinato bootleg del più sconosciuto e misantropico complesso black metal norvegese, il disco ci porta a scoprire il mondo della licantropia, tramite otto tracce che hanno tutte in comune il lupo (tralaltro, "Ulver" in norvegese significa proprio "lupi"). Otto tracce veloci, assassine e inarrestabili, che tuttavia non perdono mai il senso della melodia, e che anzi contengono alcune delle linee melodiche più belle ed evocative di tutto il black metal. Ogni disco black che si rispetti dovrebbe far sentire l'ascoltatore in balia della natura selvaggia, delle tempeste di neve, dei possenti fiumi glaciali e del vento sferzante: questo album ci riesce in maniera assoluta, combinando fraseggi chitarristici superbi con un'attitudine talmente sporca da far impallidire perfino un album come "Battles In The North" dei sempreverdi Immortal. Contrasto nettissimo, eppure tremendamente efficace: basta ascoltare le melodie portanti di "Wolf And The Devil" o "Wolf And Man" per sentirsi sulla cima di una collina nevosa, mentre osserviamo la desolazione del paesaggio circostante, spazzato da tremende tempeste che scoccano fulmini e saette senza tregua. La produzione è forse l'aspetto più peculiare e caratterizzante questo "Nattens Madrigal": non poche persone hanno giudicato questo disco inascoltabile, nonostante fossero fan degli Ulver, a causa della pessima qualità di registrazione. Per quanto sia d'accordo sul fatto che la qualità sia infima, a mio parere è proprio questo il punto di forza dell'album: nonostante il gorgoglio delle chitarre sia pressochè continuo e la batteria non smetta un attimo di martellare, le melodie non vengono mai inghiottite dal pastone di strumenti ed emergono sempre quel tanto che basta per essere riconoscibili. Il resto è pura atmosfera black metal all'ennesima potenza. Come si può pensare di ricreare sensazioni tanto raggelanti e primordiali, utilizzando una qualità di registrazione "normale"?
"Nattens Madrigal" batte qualsiasi cosa, in quanto a intrinseca forza espressiva ed evocativa. Si può dire quel che si vuole, ma rimane un capolavoro del suo genere, uno degli ultimi grandi dischi di black metal pervenuti dalla Norvegia, genuino e puro al cento per cento. Dopo questo album gli Ulver cambieranno totalmente genere, abbandonando il metal e iniziando a sperimentare musica per soundtrack, musica elettronica, trip hop e molto altro: sembra incredibile che dopo un album simile un musicista possa aver pensato di suonare qualcosa di diverso. "Nattens Madrigal" è infatti un album che tradisce un viscerale attaccamento alle radici più profonde del black metal, un manifesto di estremismo che ben difficilmente può lasciare spazio ad impurezze. Disco per veri intenditori, da custodire gelosamente come un piccolo gioiello scheggiato ma dall'enorme valore.
01 - Wolf And Fear (6:16)
02 - Wolf And The Devil (6:22)
03 - Wolf And Hatred (4:47)
04 - Wolf And Man (5:21)
05 - Wolf And The Moon (5:14)
06 - Wolf And Passion (5:48)
07 - Wolf And Destiny (5:32)
08 - Wolf And The Night (4:38)