Bindrune Recordings, 2010 |
Una musica così ancora non l'avevo sentita, e non ha mancato di lasciarmi di stucco. Facciamo un po' di luce su chi siano questi Celestiial (la doppia I non è un errore di battitura), poiché a mio parere si tratta di una storia che merita di essere raccontata. La band è composta da tre musicisti provenienti dal Minnesota, tutti nomi abbastanza attivi con un buon numero di side project, e tra i quali spicca quello di Jason Walton, bassista degli Sculptured nonchè degli acclamati Agalloch. La musica che questo terzetto propone è qualcosa di molto difficile da definire a parole, potrei forse incasellarla in una strana commistione tra new age, funeral doom metal, dark ambient, musica d'atmosfera, drone doom e forse qualche altro genere "strano", di quelli che "bisogna proprio essere appassionati" per ascoltarli. Questo "Where Life Springs Eternal", in effetti, è un album dall'estrema difficoltà di ascolto, anche per chi è abituato alle sonorità bradiritmiche e monolitiche del funeral doom e del dark ambient. Il disco è atipico in ogni sua caratteristica, e risulta davvero difficile da comprendere: ciononostante, è molto personale e sicuramente originale. Tento ora di darne una descrizione generale, anche se so di avventurarmi in un terreno spinoso.
Come si vede già dalla copertina, l'acqua è l'elemento portante del disco. Tutte e cinque le tracce sono costantemente accompagnate dallo scrosciare del liquido elemento, che a volte pare una leggera pioggerella, a volte un vero e proprio sgorgare di un torrente d'alta quota. La musica stessa ricorda il mare, con enormi muri di chitarre che vanno e vengono come per mimare il movimento delle onde, tastiere melliflue che ci cullano in un marasma psichedelico da perderci la testa, rintocchi di batteria rari e distanti, una voce in screaming anch'essa distante e fredda, che si lamenta di tanto in tanto e contribuisce a rendere all'ennesima potenza la sensazione di "trance" che il disco vuole comunicare. Le tracce portanti sono solo due su cinque, le megalitiche e interminabili "Great Storm Carry My Sadness" (trenta minuti) e "Offering In Cedar Smoke" (sedici minuti). Tutti gli altri sono dei semplici e tranquilli intermezzi strumentali, che spezzano un po' la colossale staticità dei due brani principali. I due macigni sonori ci portano in un mondo nel quale nessun altro ci ha saputo portare, ipnotizzandoci con sonorità mostruosamente ripetitive ed ipnotiche, allucinate e lisergiche, sovvertendo i concetti stessi di melodia, armonia e ritmo: difficile, se non impossibile, individuare una vera e propria linea melodica, così come una progressione armonica o un ritmo specifico. Le tracce altro non sono che una lunghissima sequela di accordi sognanti e sfumati, che si ripetono con cadenze praticamente sempre uguali, e sotto i quali lo scroscio dell'acqua diventa quasi il vero protagonista, mentre il canto di uccelli e i suoni della natura fanno da contorno insieme a tastiere fluttuanti ed eteree. Viene da chiedersi, almeno inizialmente, quale sia il senso di una musica così priva di direzione, sostanzialmente immobile, apparentemente incomprensibile. La risposta è che i Celestiial non cercano di comporre un vero e proprio album musicale, quanto un'esperienza psichedelica, e hanno utilizzato i suoni come mezzo espressivo. Più che musica, si tratta di insiemi di suoni, e tra i due passa la stessa differenza tra un flauto di Pan e il canto di un usignolo. Il flauto produce musica, l'usignolo produce suoni. Per quanto melodioso possa essere il canto dell'usignolo, esso non sta producendo musica, poichè essa è una prerogativa esclusivamente umana. Ecco, "Where Life Springs Eternal" fa la parte dell'usignolo, che si esprime con chitarre distortissime e suoni elettronici, e che basta a sè stesso. Non si aspetta di essere compreso da nessuno, fa solo ciò che la natura gli ha insegnato a fare.
Album tanto interessante e originale quanto ostico, "Where Life Springs Eternal" lancia una sfida a tutti gli appassionati del genere (o meglio, dei generi) e con ogni probabilità l'avrà quasi sempre vinta. L'unica possibilità di apprezzare un simile lavoro è quella di abbandonarsi totalmente ad esso, senza farsi domande, ma limitandosi a viverlo. C'è da dire, però, che ben pochi riusciranno a entrare in sintonia con qualcosa che fa a pugni con il concetto di "musica" in generale. Provateci, se volete: in ogni caso sarà un'esperienza che aggiungerete al vostro personale bagaglio, e che nel bene e nel male vi ricorderete.
01 - Spell Over Still Water (4:15)
02 - Great Storms Carry My Sadness (30:45)
03 - From Elm Blossoms A Rose (2:37)
04 - Offering In Cedar Smoke (16:43)
05 - Songbirds Depart Through The Passing Near The Garden (2:05)