Noise Records, 2006 |
Inhuman Rampage è l’album che ha definitivamente proiettato i DragonForce verso la fama e il successo, l’album di Through The Fire And Flames, l’album delle dita fumanti che scorrono inafferrabili lungo le corde della chitarra elettrica; eppure paradossalmente è anche l’album che molto più dei precedenti ha attirato su di sé le critiche di molti. Peggio ancora, è un album che ha suscitato un comportamento snob da parte di un’ampia fetta del pubblico Metal.
Chiunque conosca questa band, ed in particolare chiunque conosca Inhuman Rampage, sa bene in cosa consista il loro Power Metal: lunghi assoli alla velocità della luce dai toni gagliardi durante i quali Herman Li e Sam Totman si cedono il passo vicendevolmente. Tutto il resto è solo circostanziale, il minimo sindacale per contestualizzare questi assoli in brani fatti e finiti. Su di essi sono però piovute critiche di ogni genere mirate ad inficiare e sminuire la loro opera musicale sotto i più diversi punti di vista. E allora io vi dico: avanti, passiamo in rassegna le critiche più frequenti che vengono rivolte ai DragonForce, tiriamole fuori tutte senza paura, e vediamo un po’ cosa si può dire a riguardo.
1. Dal vivo sono penosi.
Ho visto qualche loro live su Youtube - live risalenti ai tempi del presente album - e non è vero che dal vivo sono penosi: sono molto peggio! Però qui stiamo parlando di un album registrato in studio...quindi, per essere quanto più schietto possibile, chi se ne frega se dal vivo sono penosi?
2. Sono il più clamoroso esempio di autoplagio.
E’ vero, i loro brani sono tutti uguali, hanno tutti lo stesso mood allegro e spensierato, e seguono tutti lo stesso identico schema. Ma ad essere onesto credo che sia molto più difficile trovare una band che non si autoplagi piuttosto che trovarne una che lo faccia. Qualsiasi genere di Metal è ricco di esempi simili, e anche ad alti livelli di notorietà: basti pensare a band quali Vomitory, Arckanum, Behemoth, Suffocation, Melechesh, tutte band affermate ed acclamate delle quali è praticamente impossibile distinguere un brano dall’altro. E poi non si può certo dire che il Power stesso sia gravido di band varie e propositive: che dire infatti di Helloween, Edguy, Angra e compagnia bella? Non mi sembrano esattamente gruppi abituati a variare da un brano all’altro, eppure vengono dipinti come mostri sacri nel loro genere.
3. La voce su disco di ZP Theart è ampiamente ritoccata.
Probabilmente è vero - e i live sembrano confermarlo impietosamente... - ed è la stessa critica che viene portata a gruppi come Cradle Of Filth, Sonata Arctica, Arch Enemy. Bene, supponiamo pure che sia tutto vero. Il punto, a costo di sembrare ripetitivo, è: e chi se ne frega? Chi ha detto che la voce naturale e genuina è bella mentre quella filtrata o modificata digitalmente è brutta? A me questo pare un dogma, e in ogni caso ricordo che stiamo parlando di un album registrato in studio.
4. La loro musica sembra quella dei videogiochi.
E’ vero, in svariati momenti le sonorità della chitarra si avvicinano molto a Super Mario ed affini, e per ammissione dello stesso Herman Li egli trae ispirazione da certi videogiochi. Ma chi ha detto che questo sia un difetto? In una musica amena e spensierata come quella dei DragonForce mi pare una soluzione stilistica che può starci, e anzi è persino originale.
Sbolognate queste inconsistenti critiche, devo esprimere la mia opinione sui DragonForce: al contrario di quanto si possa credere leggendo quanto ho scritto qui sopra io non stravedo per questa band, e mi trovo d’accordo col non idolatrarli. Ritornelli banali, strofe senza niente da dire, ritmiche costantemente clonate: certamente non un grande biglietto da visita. Ma come dicevo più sopra, quando si parla dei DragonForce tutto ciò è solo circostanziale: i DragonForce sono famosi e apprezzati per i loro assoli di chitarra, i DragonForce sono i loro assoli di chitarra. E dal momento che questi assoli sono incontenibili, travolgenti, divertenti, io mi dico: ben vengano! Perché allora non si prendono i DragonForce per quello che sono, senza pretendere inutilmente che debbano essere chissà cosa? Perché non li si considera “carini e nulla più” invece che criticarli come se fossero la peste bubbonica? Non riesco proprio a capire cos’abbiano che li rende così detestabili - forse il fatto che non siete capaci di suonare i loro brani su Guitar Hero?
Ho ascoltato e riascoltato infinite volte Inhuman Rampage e non mi ha mai annoiato; esso ci racconta le gesta di due chitarristi che si divertono belli e beati come bambini suonando le loro chitarre alla velocità della luce. E non solo si divertono: sanno anche far divertire, perché nel mondo del Metal non c’è nulla di più magico degli assoli di chitarra. Inhuman Rampage, come testimonia il titolo stesso che significa “sbrigliatezza disumana”, è questo: un buon disco senza troppe pretese il cui scopo è quello di divertirsi e far divertire per mezzo degli assoli di chitarra. E allora perché non mettersi il cuore in pace e non goderselo?
01 - Through The Fire And Flames (07:24)
02 - Revolution Deathsquad (07:52)
03 - Storming The Burning Fields (05:19)
04 - Operation Ground And Pound (07:44)
05 - Body Breakdown (06:58)
06 - Cry For Eternity (08:12)
07 - The Flame Of Youth (06:41)
08 - Trail Of Broken Hearts (05:56)
Chiunque conosca questa band, ed in particolare chiunque conosca Inhuman Rampage, sa bene in cosa consista il loro Power Metal: lunghi assoli alla velocità della luce dai toni gagliardi durante i quali Herman Li e Sam Totman si cedono il passo vicendevolmente. Tutto il resto è solo circostanziale, il minimo sindacale per contestualizzare questi assoli in brani fatti e finiti. Su di essi sono però piovute critiche di ogni genere mirate ad inficiare e sminuire la loro opera musicale sotto i più diversi punti di vista. E allora io vi dico: avanti, passiamo in rassegna le critiche più frequenti che vengono rivolte ai DragonForce, tiriamole fuori tutte senza paura, e vediamo un po’ cosa si può dire a riguardo.
1. Dal vivo sono penosi.
Ho visto qualche loro live su Youtube - live risalenti ai tempi del presente album - e non è vero che dal vivo sono penosi: sono molto peggio! Però qui stiamo parlando di un album registrato in studio...quindi, per essere quanto più schietto possibile, chi se ne frega se dal vivo sono penosi?
2. Sono il più clamoroso esempio di autoplagio.
E’ vero, i loro brani sono tutti uguali, hanno tutti lo stesso mood allegro e spensierato, e seguono tutti lo stesso identico schema. Ma ad essere onesto credo che sia molto più difficile trovare una band che non si autoplagi piuttosto che trovarne una che lo faccia. Qualsiasi genere di Metal è ricco di esempi simili, e anche ad alti livelli di notorietà: basti pensare a band quali Vomitory, Arckanum, Behemoth, Suffocation, Melechesh, tutte band affermate ed acclamate delle quali è praticamente impossibile distinguere un brano dall’altro. E poi non si può certo dire che il Power stesso sia gravido di band varie e propositive: che dire infatti di Helloween, Edguy, Angra e compagnia bella? Non mi sembrano esattamente gruppi abituati a variare da un brano all’altro, eppure vengono dipinti come mostri sacri nel loro genere.
3. La voce su disco di ZP Theart è ampiamente ritoccata.
Probabilmente è vero - e i live sembrano confermarlo impietosamente... - ed è la stessa critica che viene portata a gruppi come Cradle Of Filth, Sonata Arctica, Arch Enemy. Bene, supponiamo pure che sia tutto vero. Il punto, a costo di sembrare ripetitivo, è: e chi se ne frega? Chi ha detto che la voce naturale e genuina è bella mentre quella filtrata o modificata digitalmente è brutta? A me questo pare un dogma, e in ogni caso ricordo che stiamo parlando di un album registrato in studio.
4. La loro musica sembra quella dei videogiochi.
E’ vero, in svariati momenti le sonorità della chitarra si avvicinano molto a Super Mario ed affini, e per ammissione dello stesso Herman Li egli trae ispirazione da certi videogiochi. Ma chi ha detto che questo sia un difetto? In una musica amena e spensierata come quella dei DragonForce mi pare una soluzione stilistica che può starci, e anzi è persino originale.
Sbolognate queste inconsistenti critiche, devo esprimere la mia opinione sui DragonForce: al contrario di quanto si possa credere leggendo quanto ho scritto qui sopra io non stravedo per questa band, e mi trovo d’accordo col non idolatrarli. Ritornelli banali, strofe senza niente da dire, ritmiche costantemente clonate: certamente non un grande biglietto da visita. Ma come dicevo più sopra, quando si parla dei DragonForce tutto ciò è solo circostanziale: i DragonForce sono famosi e apprezzati per i loro assoli di chitarra, i DragonForce sono i loro assoli di chitarra. E dal momento che questi assoli sono incontenibili, travolgenti, divertenti, io mi dico: ben vengano! Perché allora non si prendono i DragonForce per quello che sono, senza pretendere inutilmente che debbano essere chissà cosa? Perché non li si considera “carini e nulla più” invece che criticarli come se fossero la peste bubbonica? Non riesco proprio a capire cos’abbiano che li rende così detestabili - forse il fatto che non siete capaci di suonare i loro brani su Guitar Hero?
Ho ascoltato e riascoltato infinite volte Inhuman Rampage e non mi ha mai annoiato; esso ci racconta le gesta di due chitarristi che si divertono belli e beati come bambini suonando le loro chitarre alla velocità della luce. E non solo si divertono: sanno anche far divertire, perché nel mondo del Metal non c’è nulla di più magico degli assoli di chitarra. Inhuman Rampage, come testimonia il titolo stesso che significa “sbrigliatezza disumana”, è questo: un buon disco senza troppe pretese il cui scopo è quello di divertirsi e far divertire per mezzo degli assoli di chitarra. E allora perché non mettersi il cuore in pace e non goderselo?
01 - Through The Fire And Flames (07:24)
02 - Revolution Deathsquad (07:52)
03 - Storming The Burning Fields (05:19)
04 - Operation Ground And Pound (07:44)
05 - Body Breakdown (06:58)
06 - Cry For Eternity (08:12)
07 - The Flame Of Youth (06:41)
08 - Trail Of Broken Hearts (05:56)