Solitude Productions, 2011 |
Qualcosa è cambiato.
Ancora i Septic Mind, ancora per la Solitude, ancora un album di un’ora e ancora diviso in tre lunghe tracce cantate in russo; ma qualcosa è cambiato. Quel logo che da vissuto e quasi barocco è divenuto semplice e minimale, e l’immagine della cover che da un fastoso turbine ocraceo si è ridotta ad un malinconico vecchio teschio grigio, ne sono dei chiari sintomi. Cosa ci si deve aspettare da una simile apparenza di decadimento e miseria?
La musica di Истинный Зов, alias The True Call, parla chiaro a dispetto dell’alfabeto cirillico: tutto è avvolto in un grande abbraccio atmosferico che non lascia traspirare nulla; l’importanza di quel fiume di sintetizzatori che già animava The Beginning è cresciuta a dismisura, e per spessore e persistenza l’atmosfera di The True Call si configura come la scrosciante parete d’acqua di un’alta cascata, il cui vapore acqueo si innalza danzando e ovattando la visuale. Il pezzo forte ci è offerto come primo piatto: i primi quindici minuti dell’omonima opener costituiscono un eccellente esempio di musica di incommensurabile valore in cui si intreccia di tutto un po’, da un arpeggio introduttivo dolcemente malinconico a degli zampilli quasi psichedelici, una rigogliosa fauna di suoni ed echi che si diffondono su di un soffice tappeto intessuto dalle quattro corde, ma soprattutto una pazzesca progressione melodica che mette i brividi. E qui non sto parlando di Funeral Doom, di Atmosphere, di Noise o di qualunque altro genere: sto parlando di musica nella sua accezione più generale, perché certi momenti musicali meritano di essere apprezzati a prescindere dalla loro classificazione, dalla loro appartenenza, dalla loro matrice. Altri momenti memorabili sono le ammalianti sonorità nella parte finale di Doomed To Sin, che hanno una vena quasi Folk, e il singolare arpeggio nelle prime fasi di Planet Is Sick. Ma le sorprese non si estinguono certo in appena quindici minuti: proseguendo con l’ascolto ci si rende conto che quello che un tempo era un Funeral Doom succube della grandiosità degli Esoteric è stato ora lucidato a nuovo e trattato con robuste iniezioni di sana personalità, ed in certi momenti tende persino verso una lontana meta Sludge. Si pensi che dopo l’intro di Doomed To Sin, costituita da un riff memorabile, per qualche istante sembra addirittura di sprofondare nei Khanate! The True Call è un disco che sa regalare emozioni e colpi di scena, degno di essere ascoltato ed ammirato, non c’è dubbio.
Il punto un po’ più deboluccio della band, posto che si debba trovare a tutti i costi un punto debole, consiste a mio avviso ancora una volta nelle chitarre ritmiche, o meglio in quei momenti nei quali esse vengono abbandonate dai progressivi ricami melodici ed elettronici. Non voglio dire che siano brutte o insufficienti, ma solo che si tratta di chitarre nella norma, quasi un ossimoro se contrapposte all’irresistibile creatività del resto della musica. Emblematici in tal senso sono i dieci minuti finali di The True Call, decisamente di un altro passo in confronto ai fantastici primi quindici. Fortunatamente però questi momenti di eclissi sono radi - molto più radi che nel vecchio The Beginning! - e di conseguenza i brani sono liberi di manifestare tutto il proprio valore. I Septic Mind si stanno muovendo in una direzione molto promettente che sembra porre in secondo piano i giganteschi ripetitivi riffoni di chitarra, relegandoli a mero sfondo, a vantaggio di una greve coltre fuligginosa di noise fluttuanti e sonorità inusuali, così fitta e densa che anche scrutandola con sguardo penetrante non si intravede cosa essa si prodighi ad avvolgere e celare. Questo temo che potrà rivelarcelo solo il futuro, ma l’attesa sarà lieta, perché ho come l’impressione che se i Septic Mind continueranno a seguire questa personale vena creativa potranno arrivare a inventare dei dischi impensabili. Per ora la mia non è null’altro che una tenue - ma motivata - speranza; chi vivrà, vedrà.
Vorrei chiudere con un’ulteriore considerazione. In ambito Doom la Solitude, tra alti e bassi, ha messo sotto contratto svariati gruppi di buon livello che come minimo sono degni di essere ascoltati più di una volta, ma per essere sincero ben pochi di essi riescono ad oggi a toccare vette di grande valore. I Septic Mind ci riescono ora con The True Call, loro terzo album e secondo per la label russa, andando così di diritto a completare l’attuale triade delle teste di serie della Solitude Productions al fianco di Ea ed Abstract Spirit. Complimenti!
01 - Истинный Зов (The True Call) (25:35)
02 - Обречён Грешить (Doomed To Sin) (18:43)
03 - Планета Больна (Planet Is Sick) (14:41)
Ancora i Septic Mind, ancora per la Solitude, ancora un album di un’ora e ancora diviso in tre lunghe tracce cantate in russo; ma qualcosa è cambiato. Quel logo che da vissuto e quasi barocco è divenuto semplice e minimale, e l’immagine della cover che da un fastoso turbine ocraceo si è ridotta ad un malinconico vecchio teschio grigio, ne sono dei chiari sintomi. Cosa ci si deve aspettare da una simile apparenza di decadimento e miseria?
La musica di Истинный Зов, alias The True Call, parla chiaro a dispetto dell’alfabeto cirillico: tutto è avvolto in un grande abbraccio atmosferico che non lascia traspirare nulla; l’importanza di quel fiume di sintetizzatori che già animava The Beginning è cresciuta a dismisura, e per spessore e persistenza l’atmosfera di The True Call si configura come la scrosciante parete d’acqua di un’alta cascata, il cui vapore acqueo si innalza danzando e ovattando la visuale. Il pezzo forte ci è offerto come primo piatto: i primi quindici minuti dell’omonima opener costituiscono un eccellente esempio di musica di incommensurabile valore in cui si intreccia di tutto un po’, da un arpeggio introduttivo dolcemente malinconico a degli zampilli quasi psichedelici, una rigogliosa fauna di suoni ed echi che si diffondono su di un soffice tappeto intessuto dalle quattro corde, ma soprattutto una pazzesca progressione melodica che mette i brividi. E qui non sto parlando di Funeral Doom, di Atmosphere, di Noise o di qualunque altro genere: sto parlando di musica nella sua accezione più generale, perché certi momenti musicali meritano di essere apprezzati a prescindere dalla loro classificazione, dalla loro appartenenza, dalla loro matrice. Altri momenti memorabili sono le ammalianti sonorità nella parte finale di Doomed To Sin, che hanno una vena quasi Folk, e il singolare arpeggio nelle prime fasi di Planet Is Sick. Ma le sorprese non si estinguono certo in appena quindici minuti: proseguendo con l’ascolto ci si rende conto che quello che un tempo era un Funeral Doom succube della grandiosità degli Esoteric è stato ora lucidato a nuovo e trattato con robuste iniezioni di sana personalità, ed in certi momenti tende persino verso una lontana meta Sludge. Si pensi che dopo l’intro di Doomed To Sin, costituita da un riff memorabile, per qualche istante sembra addirittura di sprofondare nei Khanate! The True Call è un disco che sa regalare emozioni e colpi di scena, degno di essere ascoltato ed ammirato, non c’è dubbio.
Il punto un po’ più deboluccio della band, posto che si debba trovare a tutti i costi un punto debole, consiste a mio avviso ancora una volta nelle chitarre ritmiche, o meglio in quei momenti nei quali esse vengono abbandonate dai progressivi ricami melodici ed elettronici. Non voglio dire che siano brutte o insufficienti, ma solo che si tratta di chitarre nella norma, quasi un ossimoro se contrapposte all’irresistibile creatività del resto della musica. Emblematici in tal senso sono i dieci minuti finali di The True Call, decisamente di un altro passo in confronto ai fantastici primi quindici. Fortunatamente però questi momenti di eclissi sono radi - molto più radi che nel vecchio The Beginning! - e di conseguenza i brani sono liberi di manifestare tutto il proprio valore. I Septic Mind si stanno muovendo in una direzione molto promettente che sembra porre in secondo piano i giganteschi ripetitivi riffoni di chitarra, relegandoli a mero sfondo, a vantaggio di una greve coltre fuligginosa di noise fluttuanti e sonorità inusuali, così fitta e densa che anche scrutandola con sguardo penetrante non si intravede cosa essa si prodighi ad avvolgere e celare. Questo temo che potrà rivelarcelo solo il futuro, ma l’attesa sarà lieta, perché ho come l’impressione che se i Septic Mind continueranno a seguire questa personale vena creativa potranno arrivare a inventare dei dischi impensabili. Per ora la mia non è null’altro che una tenue - ma motivata - speranza; chi vivrà, vedrà.
Vorrei chiudere con un’ulteriore considerazione. In ambito Doom la Solitude, tra alti e bassi, ha messo sotto contratto svariati gruppi di buon livello che come minimo sono degni di essere ascoltati più di una volta, ma per essere sincero ben pochi di essi riescono ad oggi a toccare vette di grande valore. I Septic Mind ci riescono ora con The True Call, loro terzo album e secondo per la label russa, andando così di diritto a completare l’attuale triade delle teste di serie della Solitude Productions al fianco di Ea ed Abstract Spirit. Complimenti!
01 - Истинный Зов (The True Call) (25:35)
02 - Обречён Грешить (Doomed To Sin) (18:43)
03 - Планета Больна (Planet Is Sick) (14:41)