Bindrune Recordings, 2011 |
Ultimamente sono alla ricerca sempre dello stesso tipo di sound, e grazie alle ricerche tematiche sono incappato in diverse band interessanti. I Falls Of Rauros, provenienti dal Maine, sono una di queste scoperte: per quanto non siano una band eccezionale, sicuramente sono dei bravissimi musicisti. Con questo terzo lavoro, seguito degli ottimi "Into The Archaic" e "Hail Wind And Hewn Oak", il gruppo mostra di raggiungere pienamente l'obiettivo che si è posto, facendo la gioia degli appassionati del genere.
Ma di quale obiettivo e di quale genere stiamo parlando? L'obiettivo è sicuramente quello di farci rilassare e di spedirci con la mente in un freddo bosco autunnale, nebbioso e silenzioso, facendoci quasi sentire sulla pelle quel freddo e quell'umidità che trasudano da laghi e fiumiciattoli glaciali. Il genere è quell'indefinibile commistione di black metal melodico, post rock e sonorità eteree, atmosfere grigie che non evocano alcun sentimento negativo, ma solo tranquillità e pace. Non fatevi ingannare dall'aspra voce in screaming e dagli ombrosi e pesanti suoni di chitarra che popolano "Banished": nonostante il pezzo faccia la voce grossa, deviando leggermente dalle atmosfere più folkeggianti dei primi album, è evidente fin da subito che non si tratta di un assalto sonoro. Sembra più un lento e meditativo calarsi nei meandri della natura più nascosta e ancestrale, tentando di carpirne i segreti più reconditi. Le melodie sono infatti solenni e avvolgenti, le chitarre descrivono scenari intriganti, la voce assomiglia più a quella di uno spirito della foresta che ci chiama con fare suadente, e non a quella di un demone risorto dagli abissi infernali. Non mancano ovviamente richiami agli Agalloch, ai primissimi Ulver, ai Wolves In The Throne Room, ai Drudkh e ai soliti grandi nomi: è difficile ormai non rimanere in qualche modo influenzati da band di siffatta qualità. Tuttavia, i Falls Of Rauros dimostrano di possedere comunque una buona personalità e di riuscire a non annoiare con i propri brani, che sono parecchio lunghi. A dire il vero, i pezzi veri e propri sono solo tre, mentre i rimanenti tre sono degli intermezzi d'atmosfera che si collocano al posto giusto nell'economia "meditativa" del disco. La parte del leone è svolta dall'eccellente trio dei pezzi lunghi, che si sviluppano senza fretta, alternando una calibrata pesantezza e velocità con momenti di quiete riflessiva, destreggiandosi tra assoli gentili e sprazzi di sezioni acustiche, mantenendo sempre un buon gusto melodico e un'attitudine magniloquente, ricca di simbolismo e significati nascosti. La musica è un fiume che ci trasporta con dolcezza ma irresistibilmente, un fiume che cambia continuamente direzione e si sviluppa lungo anse tortuose, così come i brani non seguono alcuno schema fisso, ma sono liberi di variare come piace a loro, di infilarsi in ogni angolo della nostra mente così come l'acqua si infiltra dappertutto, bucando perfino la roccia. Non si può negare che dietro ciascun pezzo vi sia una storia da raccontare: può essere la storia di una grande vallata, di una gigantesca frana, di un ghiacciaio che si sta sciogliendo, di una montagna sferzata dalle tempeste...l'immaginazione non ha confini, mentre si ascolta un disco come questo. L'eccezionale introduzione di "Silence" è la perfetta sublimazione di questo concetto: voglio vedere a quante persone non si stamperà in mente una qualsiasi immagine, ascoltando la gentile chitarra acustica che lascia spazio ad un incredibile e trascinante riff in tremolo picking, di quelli che fanno sognare ad occhi aperti.
Con eleganza e classe, i Falls Of Rauros ci propongono dunque una musica che non fa gridare al miracolo, ma sa essere un meraviglioso accompagnamento per le nostre fredde e desolate giornate, specialmente se trascorse in un luogo a stretto contatto con la natura, dove far fluire meglio i pensieri e le emozioni. Hanno assorbito bene la lezione dei maestri, l'hanno fatta propria, hanno evoluto il proprio sound nel corso degli anni e ora sono qui per regalarci l'ultimo, succulento frutto del loro lavoro. Lasciarlo appassire sarebbe un peccato.
01 - Earth's Old Timid Grace (3:52)
02 - Banished (10:46)
03 - Awaiting The Fire Or Flood That Awakes It (13:25)
04 - Nonesuch River Chant (1:36)
05 - Silence (9:38)
06 - The Cormorans Shiver On Their Rocks (4:29)