Fog Of The Apocalypse, 2008 |
Gli Austere sono una band australiana che suona un Black Metal dalla tendenza Depressive dedito alla contemplazione delle figure naturali. Ciò ci è suggerito in maniera sognante dall’evocativo titolo di questo EP di soli due brani: solo il vento ricorda. Splendido...quattro parole che da sole riescono a trascinare in un turbine di fantasie desolanti che arrivano ad abbracciare l’intera psiche umana nel suo complesso di eterni problemi esistenziali.
Non c’è nemmeno bisogno di sforzarsi per produrre nella propria mente questa malinconica serie associativa: per me è sufficiente affacciarmi alla finestra della mia camera che mi mostra ancora una volta i boschi dietro casa mia, e contemporaneamente lasciar partire la musica degli Austere. Un Black Metal assolutamente toccante e deliziosamente malinconico che si serve della contemplazione della natura per evocare tutta la lacerante tristezza esistenziale dell’essere umano. Perché la contemplazione della natura non è unicamente pace ed equilibrio interiore, può anzi essere l’esatto opposto. Può essere straziante dolore esistenziale e fragorosa sofferenza interiore, una sofferenza che cresce indomabile come un cavallo imbizzarrito fino a trovare espressione emozionale in un irrefrenabile grido di disperazione. Eh già, la natura evoca anche questo, uno stato d’animo che forse può cogliere solo chi ha avuto il privilegio di sperimentarlo sulla sua pelle in tutta la sua affascinante perversione; gli Austere sembrano riuscire ad esprimerlo in modo superbo ed ineccepibile. E come ci riescono? Grazie ad una formidabile sinergia tra le sonorità gelide e raschianti delle chitarre e un agghiacciante scream urlato, tipico del Depressive Black Metal. Un dualismo curioso e originale nonostante per alcuni possa essere difficile da digerire, giacché il Black Metal degli Austere non è esattamente Depressive, bensì è collocabile in quel filone di stampo naturalistico che ci canta dell’ombra dei boschi e dei respiri della natura. Anche Only The Wind Remembers ci canta dell’ombra dei boschi e in questo sa essere estremamente melodico, caldo, introspettivo, intimo, impreziosito anche dalle corde della chitarra acustica; ma lo fa spogliandosi di ogni speranza, di ogni sicurezza, di ogni protezione, regredendo alla verminosa impotenza dell’infanzia quando l’uomo non è ancora autosufficiente, non è ancora pronto ad affrontare da solo le mille difficoltà della vita. Ascoltando Only The Wind Remembers vi sembrerà di essere nudi e impotenti, rannicchiati tra nodose radici e aghi di pino sotto una fredda pioggia scrosciante che gocciolando dalle altre frasche bagna la vostra pelle tremante.
Se anche voi saprete farvi catturare da questi venticinque minuti di viaggio interiore e di contatto col lato più profondo della natura che Only The Wind Remembers vi offre, non vi resta che ascoltare To Lay Like Old Ashes, full-length datato 2009 che a mio parere perfeziona la formula musicale della band grazie ad un legame praticamente perfetto tra sonorità più vaste e sublimi ed un cantato che vede aggiungersi un clean dannatamente caldo alle violente zaffate di un esasperante scream indomabile. Un perfetto connubio musicale da non lasciarsi scappare.
01 - Towards The Great Unknown (11:34)
02 - Only The Wind Remembers (13:24)
Non c’è nemmeno bisogno di sforzarsi per produrre nella propria mente questa malinconica serie associativa: per me è sufficiente affacciarmi alla finestra della mia camera che mi mostra ancora una volta i boschi dietro casa mia, e contemporaneamente lasciar partire la musica degli Austere. Un Black Metal assolutamente toccante e deliziosamente malinconico che si serve della contemplazione della natura per evocare tutta la lacerante tristezza esistenziale dell’essere umano. Perché la contemplazione della natura non è unicamente pace ed equilibrio interiore, può anzi essere l’esatto opposto. Può essere straziante dolore esistenziale e fragorosa sofferenza interiore, una sofferenza che cresce indomabile come un cavallo imbizzarrito fino a trovare espressione emozionale in un irrefrenabile grido di disperazione. Eh già, la natura evoca anche questo, uno stato d’animo che forse può cogliere solo chi ha avuto il privilegio di sperimentarlo sulla sua pelle in tutta la sua affascinante perversione; gli Austere sembrano riuscire ad esprimerlo in modo superbo ed ineccepibile. E come ci riescono? Grazie ad una formidabile sinergia tra le sonorità gelide e raschianti delle chitarre e un agghiacciante scream urlato, tipico del Depressive Black Metal. Un dualismo curioso e originale nonostante per alcuni possa essere difficile da digerire, giacché il Black Metal degli Austere non è esattamente Depressive, bensì è collocabile in quel filone di stampo naturalistico che ci canta dell’ombra dei boschi e dei respiri della natura. Anche Only The Wind Remembers ci canta dell’ombra dei boschi e in questo sa essere estremamente melodico, caldo, introspettivo, intimo, impreziosito anche dalle corde della chitarra acustica; ma lo fa spogliandosi di ogni speranza, di ogni sicurezza, di ogni protezione, regredendo alla verminosa impotenza dell’infanzia quando l’uomo non è ancora autosufficiente, non è ancora pronto ad affrontare da solo le mille difficoltà della vita. Ascoltando Only The Wind Remembers vi sembrerà di essere nudi e impotenti, rannicchiati tra nodose radici e aghi di pino sotto una fredda pioggia scrosciante che gocciolando dalle altre frasche bagna la vostra pelle tremante.
Se anche voi saprete farvi catturare da questi venticinque minuti di viaggio interiore e di contatto col lato più profondo della natura che Only The Wind Remembers vi offre, non vi resta che ascoltare To Lay Like Old Ashes, full-length datato 2009 che a mio parere perfeziona la formula musicale della band grazie ad un legame praticamente perfetto tra sonorità più vaste e sublimi ed un cantato che vede aggiungersi un clean dannatamente caldo alle violente zaffate di un esasperante scream indomabile. Un perfetto connubio musicale da non lasciarsi scappare.
01 - Towards The Great Unknown (11:34)
02 - Only The Wind Remembers (13:24)