Roadkill Records, 2006 |
Un vero pezzo per collezionisti, questo dischetto: ultra - underground assoluto, limitato a 250 copie e non una di più, risulta ormai praticamente impossibile da reperire. Suonato non certo per vendere, ma unicamente per passione e per esprimere i propri sentimenti attraverso la musica. Questo è il bello degli split album, che sovente contengono solo una traccia per band e che hanno come unico scopo quello promozionale, magari per inviarlo ad una casa discografica sperando in un contratto. In questi dischetti brevi ma intensi, che la rarità rende preziosi, si concentra infatti tutta la volontà di una band di far vedere ciò di cui è capace, e anche in questo caso i due gruppi coinvolti, Niroth e Wodensthrone, non si tirano indietro e mostrano tutte le loro capacità.
Entrambe le band provengono dal Regno Unito e suonano un black metal che sa discostarsi sufficientemente dai canoni del genere e che sa muoversi con efficacia tra sonorità feroci e atmosfere che tendono alla gloriosa epicità, di stampo vagamente medioevale. Una differenza sostanziale tra le due band, tuttavia, c'è: mentre per i Niroth questo split arriva dopo la pubblicazione del primo album ufficiale, per i Wodensthrone il medesimo split rappresenta il primo vagito musicale, che gli permette di uscire almeno un po' dall'anonimato. A livello strettamente musicale, tuttavia, è difficile dire quale sia il brano migliore dei due, anche perchè la musicalità delle due band è talmente simile da rendere quasi impossibile una distinzione "a orecchio". Questo dischetto tuttavia merita di essere ascoltato almeno una volta nella vita, per la sua splendida irruenza, la sua produzione completamente amatoriale che si avvicina quasi alla storica cacofonia di un "Nattens Madrigal", e per le sue melodie che trasudano furore e potenza inarrestabile, lasciando da parte il classico nichilismo black metal per approdare invece su terreni più evocativi. Il sound avvolgente e la bellezza delle linee melodiche, sempre riconoscibili nonostante il fragore strumentale e vocale, completano il quadro e ci regalano un breve assaggio di ciò che il buon black metal melodico dovrebbe sempre essere.
Dirvi di procurarvi questo split è un po' una presa in giro, poiché credo che sia semplicemente impossibile. Tuttavia, posso promuovere decisamente questo piccolo frammento artistico, che non va tacciato d'insignificanza solo perchè è breve: è in dischi come questo che si annida il germe della bellezza e della genuinità spontanea, quel germe che è sempre un piacere scovare quando si conosce una nuova band e si rimane rapiti dalla sua musica. Se volete rendervi conto di ciò in prima persona, ascoltate "Loss", il disco che i Wodensthrone partoriranno tre anni dopo. E forse di colpo questo album vi sembrerà meno inutile di prima, e il cerchio si sarà chiuso.
Niroth
01 - The Flame In My Hand (6:10)
Wodensthrone
02 - A Tribute To Our Glorious Dead (5:38)