Autoprodotto, 2012 |
La pomposa e magniloquente introduzione, intitolata "Caer Arianhod", getta subito una luce positiva e interessante su questo piccolo EP completamente autoprodotto dai nostrani Norhod, formazione nata nel 2009 ma che solo ora è riuscita a trovare una line up stabile, come del resto succede a moltissime band emergenti. Atmosfere possenti ed epiche, grande utilizzo delle tastiere, dell'organo e degli archi, uniti ad un'attitudine che per certi versi ricorda perfino la granitica pesantezza del thrash - death metal: quest' interessante mistura di influenze rende "Arianhod" un lavoro che riesce a catturare fin dai primi ascolti grazie ad una buona freschezza compositiva e ad una convincente vena aggressiva, che mantiene vivo l'interesse per i brani ed evita che scadano nella pacchianeria gratuita dei mille tastieroni che coprono tutto. Nonostante l'attitudine spiccatamente sinfonica, siamo infatti lontani dall'epicità contemplativa e sublime dei Summoning, ma piuttosto il sound si orienta su coordinate più dirette, drammatiche e potenti, grazie soprattutto alla riuscita alternanza tra le due voci, growl maschile e clean femminile, entrambe molto calate nella parte e tecnicamente apprezzabili. Il riffing di chitarra è molto acido, nervoso, con qualche vaga influenza orientaleggiante e perfino qualche raro momento di felicità folkeggiante; l'incedere dei brani è secco, senza l'utilizzo di pesanti e continui muri sonori. Oserei definirlo un sound quasi minimale, nonostante l'ottima varietà timbrico - melodica degli strumenti (in particolare delle tastiere), aspetto che risalta immediatamente e si configura tra i punti di forza del disco. Un punto che si potrebbe migliorare è la sezione ritmica, in particolare la batteria: si nota un suono piuttosto approssimativo e povero, ma probabilmente è anche causa della produzione, non perfetta. Considerando però che il disco è una demo autoprodotta, non si può pretendere la luna: non tutti hanno i mezzi per registrare con pulizia cristallina!
A fronte di ciò, gli episodi sono comunque convincenti, in particolare le due "Doomed To Oblivion" e "Lily's Ashes", brani che riescono a ricreare una sensazione di urgenza e di lieve malinconia, specialmente in "Lily's Ashes", perfettamente interpretata dalle due voci, che si alternano con magistrale intensità. "Last Sundown" è un episodio più veloce e leggermente meno ombroso, mentre la conclusiva "Arianhod" è un po' un riassunto di tutto quello che ci è stato precedentemente proposto. Un dischetto breve, ma abbastanza esplicativo del fatto che questa band è passata attraverso una maturazione artistica nel corso degli anni, che l'ha portata ad emergere con discreto talento e personalità. Non si tratta di un EP che fa gridare al miracolo, ma sicuramente l'impressione che lascia è molto positiva, grazie alla sua buona varietà e alla bontà delle sue soluzioni melodiche e stilistiche. Aspetto il full length, che spero arriverà presto, per vedere come i Norhod hanno sfruttato il potenziale mostrato in questo esordio. I miei auguri!
01 - Caer Arianhod (1:12)
02 - Doomed To Oblivion (6:22)
03 - Lily's Ashes (5:06)
04 - Last Sundown (4:50)
05 - Arianhod (4:02)