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domenica 28 luglio 2013

A.V. - "Whom The Moon A Nightsong Sings"

Prophecy Productions, 2010
Tempo fa recensii una compilation a dir poco meravigliosa, che raccoglieva ben venticinque brani di altrettanti artisti, tutti diversi fra loro, ma tutti accomunati da un'unica caratteristica: il voler trasporre in musica le emozioni suscitate dal dipinto di Caspar David Friedrich, il celebre "Viandante sul mare di nebbia". Lo spirito panteistico, così recitava il retro del CD, che giace in ognuno di noi era stato espresso con della musica che andava dal crudo metal al folk più struggente e soffuso, raggiungendo un risultato di armonia e bellezza che lasciò a bocca aperta più di una persona; ora ho trovato il corrispettivo di quella compilation, un bis forse ancora più bello, uscito più o meno nello stesso periodo. "Whom The Moon A Nightsong Sings" esplora però temi più romantici, più legati alla notte e al romanticismo del suo trascorrere, all'elemento naturale esplorato nella sua intimità, all'introspezione pura. Anche se molte band sono le stesse che avevano contribuito alla precedente uscita, musicalmente questo doppio album è più orientato al neofolk e ai brani acustici, con pochissimo spazio lasciato alla componente metal: non si trova infatti quasi per nulla il growl, nè la chitarra distorta, se non in alcuni sporadici momenti. Mettiamo il primo di questi due dischi nello stereo e schiacciamo play: comincerà un'odissea che non potrà lasciarvi indifferenti, questo ve lo garantisco.

Non vorrei fare un track - by - track di un doppio album che conta ventuno canzoni, rischierei di dare troppo peso ad alcune band e composizioni a scapito di altre, oppure di diventare noioso nelle mie prolisse descrizioni, le quali spesso smorzano le emozioni in quanto rivelano troppe cose rispetto a quelle che è necessario sapere. Posso solo dire che dalle prime, toccanti note acustiche di "Hoestmelankoli", ad opera dei Vàli, fino all'ultima vibrante e oscura odissea di "How Fare The Gods?" dei Syven, la dominante di colore è appunto l'emozione, espressa con brani spesso molto semplici e brevi, piccole ma significative cascate di note di chitarra acustica talvolta accompagnate da archi, talvolta guidate da voci calde e avvolgenti che paiono quasi recitare delle filastrocche, oppure al contrario delle malinconiche odi alla bellezza che se ne va. Una corsa in mezzo al prato con un sole meraviglioso, un ruscelletto di montagna che scorre impetuoso, un insetto che si posa su una foglia e provvede alla sua pulizia per poi ripartire in cerca di qualche altro fiorellino colorato; queste immagini mentali potrebbero facilmente affiorare ascoltando la stupenda progressione dei brani, che riescono a sublimare ciascuno un'atmosfera, un'ambientazione, basando la propria forza unicamente su melodie che entrano dritte nel cuore come delle lame affilatissime e sottili. Per controbilanciare l'amenità degli episodi più solari, ogni tanto fa capolino anche qualche puntatina nell'oscurità e nell'ombra, nella riflessività pensierosa e nella mestizia incurabile; tutta quella che può essere la gamma dei sentimenti umani è qui rappresentata in una tavolozza di colori estremamente ampia e ricca di sfumature.

La maggior parte delle band erano a me sconosciute fino a quando non ho preso in mano questo doppio CD, ma c'è da dire che compaiono molti nomi altisonanti: Tenhi, Ulver, Nest, Empyrium, October Falls, Les Discrets ... marchi di qualità affiancati ad artisti praticamente sconosciuti ma non certo meno validi. Chi ha scelto le band e i brani ha avuto un gusto sopraffino e non ha lasciato nulla al caso, riuscendo a mantenere comunque una buona omogeneità all'interno del disco, evitando la noia così come l'effetto collage, da sempre fastidiosissima bestia nera delle compilation. Non posso resistere, devo citare qualcuno in particolare ... quel minuto e mezzo di cavalcata dei Les Discrets con "5, Montée Des Épies", gli spettacolari saliscendi dinamici di chitarra e violino dei Dornenreich in "Dem Wind Geboren", la drammaticità di "Synen" ad opera dei sempreverdi Ulver, e la già citata conclusione di quattordici minuti affidata alla rivelazione Syven, unico brano dove compare un sussurrato growl e una voce pulita solenne che per certi versi ricorda addirittura gli Ahab ... una chiusura maestosa e imponente, da annali della musica. Ma basta, non voglio più aggiungere dettagli, rimando a voi la scoperta di questo autentico gioiello musicale che cela una sorpresa ad ogni nuovo brano, che sembra assolutamente privo di punti deboli, che mi strappo i capelli al pensiero che probabilmente rimarrà sconosciuto e quasi dimenticato, in mezzo a un mare di produzioni mediocri che invece hanno molto più risalto. Io ho fatto la mia piccola parte per convincervi a fare vostra questa mirabile compilation, adesso sta a voi ...

CD 1 

01 - Vàli - Hoestmelankoli (1:29)
02 - Empyrium - The Days Before The Fall (5:38)
03 - Nest - Summer Storm (Acoustic Version) (5:22)
04 - Nebelung - Ich Würd es Hören (4:39)
05 - October Falls - Viima (3:51)
06 - Ainulindalë - A Year Of Silence (4:49)
07 - Les Discrets - 5, Montée Des Épies (1:48)
08 - Les Discrets - Après L'Ombre (4:30)
09 - Musk Ox - Solstice (4:47)
10 - Havnatt - Dagen Og Natta (6:59)
11 - Dornenreich - Dem Wind Geboren (4:31)
12 - Vàli - Haredans I Fjellheimen (1:10)

CD 2 

01 - Nhor - Upon The Wind Its Wings Beat Sorrow Into The Stars (3:50)
02 - Ulver - Synen (5:05)
03 - Neun Welten - Pan (8:33)
04 - Tenhi - Kausienranta (5:56)
05 - Bauda - Ocaso (Acoustic Version) (3:48)
06 - Orplid - Stille (Demo) (4:34)
07 - Nucleus Torn - Torn - Krähenkönigin III" (5:24)
08 - Lonndom - Språnget Ur Ursprunget (3:30)
09 - Syven - How Fare The Gods? (14:10)