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domenica 27 settembre 2020

Behind Blue Eyes - "Non è un tributo agli Who"

Indipendente, 2020
"Non è un tributo agli Who", titolo sicuramente originale per questa prima release dei trevigiani Behind Blue Eyes, scelto in conseguenza di una domanda che la band si è sentita porre innumerevoli volte: "Ma siete una cover band degli Who?" (in riferimento all'omonimo brano della storica rock band londinese). La risposta, nonostante il monicker possa trarre in inganno, è negativa: i cinque membri della band, capitanati dalla frontgirl Laura, producono materiale originale dal 2015 e lo fanno con quella freschezza e quell'entusiasmo tipici dei giovani, che uniti ad una buona preparazione tecnica di base e ad un'ottima qualità di registrazione, rendono questo primo debutto un prodotto di sicuro interesse per chi mastica sonorità rock alternativo e hard rock, con rimandi sia datati (Led Zeppelin uno su tutti) ma anche moderni, e perfino qualche incursione nel metal, specialmente per quanto riguarda la sezione ritmica e per i toni talvolta graffianti delle due chitarre.
 
Il gruppo, molto attivo con i live nella propria zona di provenienza, registra questo primo EP (per ora disponibile solamente sulle piattaforme online come Spotify) mettendo in musica una serie di tematiche sempre care al rock e a chi lo suona: difficoltà esistenziali, coraggio, resistenza, volontà di proseguire per la propria strada costi quel che costi. Tutto ciò traspare molto bene nella musica, che si rivela di piacevolissimo ascolto e non priva di sorprese, considerando che si tratta di una band alla propria prima uscita ufficiale in un mondo discografico sterminato (e attualmente in forte crisi, visto il periodo storico che il mondo sta vivendo). Brani di forte impatto come la travolgente opener "Il Vuoto Che Rimane" e la più elaborata ma sempre energica "Universo Parallelo" contraltano efficacemente ad episodi più intimisti come "Sospesa" e più sbarazzini come "Anymore" che strizza l'occhio a ritmiche funky, dimostrando che la band cerca di spaziare tra generi e influenze diverse in cerca di un suono personale. Notevole, in particolare, la performance della giovane vocalist, dal timbro mutevole e perennemente modulato per adattarsi con passionalità e buon gusto allo spirito di ciascun brano, non disdegnando anche qualche passaggio un po' sporco e "spontaneo", perfetto contrappeso ad una tecnica sicuramente appresa e non improvvisata. Ottima anche la scelta di cantare in italiano, preferendo la propria lingua madre alla più mainstream e magari anche fin troppo usata lingua inglese, dettaglio che personalmente apprezzo in modo particolare, non tanto per spiccato patriottismo quanto per il fatto che una band che scrive i testi e canta nella propria lingua madre lo fa generalmente perchè ama la propria musica e il proprio mondo, e non perchè magari vuole vendere più dischi raggiungendo un pubblico più vasto.
 
Dopo settant'anni di storia del rock, è davvero difficile proporre qualcosa che non sia già stato fatto in precedenza: i Behind Blue Eyes ci provano ugualmente, con questo primo promettente passo che di sicuro li porterà ad ottenere ulteriori soddisfazioni, come sempre succede quando ci si dedica alla propria autentica passione, in qualsiasi campo essa si concretizzi. Da due giorni questo dischetto mi accompagna insistentemente per darmi la carica mentre eseguo i noiosi lavori casalinghi: qualcosa vorrà pure dire, non credete?

01 - Il Vuoto Che Rimane (3:09)
02 - Sospesa (4:56)
03 - Universo Parallelo (3:32)
04 - Anymore (3:32)