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lunedì 10 febbraio 2014

Ea - "A Etilla"

Solitude Productions, 2014
Continua l'avventura dell'enigmatica band che si fa chiamare Ea, ma che non rivela alcun dettaglio su di sè nè sui suoi componenti. A distanza di ormai dieci anni dal loro debutto discografico presso la Solitude Productions (label che mantengono tuttora, in un notevole esercizio di fedeltà reciproca), la band è ancora avvolta nel mistero più totale, e l'identità dei suoi membri (o del suo singolo fautore, chissà) rimane completamente sconosciuta, così come rimane sconosciuta la loro reale provenienza geografica. A dispetto dell'ammirevole coerenza verso questa scelta di rimanere nell'ombra, la musica comincia però a soffrire di una certa staticità: siamo ormai giunti al quinto album, ma l'effetto novità di questa band si sta rapidamente esaurendo, anche se il livello qualitativo rimane sempre molto buono. Cosa c'è che non va in questo nuovo lavoro, intitolato "A Etilla" e ancora una volta cantato in una lingua sconosciuta?

Formalmente, non c'è nulla che non vada bene. Il disco ricalca molto da vicino le sonorità e le strutture del precedente album "Ea", e il suo principale difetto è proprio questo: sembra un vero e proprio disco fotocopia. Funeral doom sempre lento e maestoso, infarcito di tastiere e voci corali, melodia in abbondanza che quasi sempre è costituita da note singole e prolungate, voce growl apparentemente inarticolata, lentezza generale sia dei ritmi che dei riff (più spesso accordi singoli), una lentezza che viene solo in alcuni casi controbilanciata da qualche improvvisa accelerazione o qualche inaspettato cambio di ritmo; la ricetta è la stessa, nè più nè meno. La mia impressione è che la vena artistica del gruppo si sia ormai esaurita, e ora come ora auspicherei solo due possibili futuri per questa band: o lo scioglimento, oppure un cambio di rotta radicale verso nuove mete. Magari potrebbero fare il botto con un album privo di distorsioni, o un disco strumentale (per quanto comunque in questo album ci sia ben poca voce, come in tutti gli altri del resto), o un qualcosa di completamente diverso da ciò che hanno fatto finora: ma continuare a riproporre la stessa minestra, per quanto possa far felici i fan storici della band, non è quello che si chiede ad un gruppo che ha avuto sufficiente potenzialità da partorire un disco spettacolare come "Au Ellai", forse il loro album più personale e qualitativamente distinto. Le melodie di "A Etilla" sono sempre possenti e a tratti emozionanti, le sue atmosfere sono sempre spesse e grandiose, ma gli manca proprio quella scintilla di ispirazione, quell'attimo di novità che lo renderebbe un nuovo tassello nella personale evoluzione del gruppo e che lo porterebbe a guardare avanti nella propria proposta, migliorandosi costantemente. Non sto dicendo che il disco sia scadente: è curato, ben prodotto, vi sono diversi momenti buoni, specialmente quelli in cui i ritmi si fanno leggermente più irregolari o più veloci, ma tutto annega in una staticità sonora e compositiva che, se poteva essere un buon modo per stupire quando ancora nessuno conosceva la band, ora inizia davvero a stare stretta. I quarantanove minuti di musica qui presenti, compressi in una sola traccia, scorrono quindi piacevolmente e fanno anche un certo effetto, ma senza lasciare emozioni particolari, se non in qualche circoscritto momento di genuina varietà che risveglia saltuariamente l'attenzione. Emblematici sono gli ultimi dieci minuti, in cui ci si aspetterebbe un'esplosione di tutto ciò che nei precedenti quaranta minuti sembrava prepararsi lentamente: ma non c'è nulla di tutto questo, la musica continua a temporeggiare e tergiversare usando riff stanchi e riciclati, fino a concludersi in maniera scialba. Peccato.

Non potremmo accettare un altro disco uguale a questo, in futuro: è bene che gli Ea escano dal bozzolo di immobilismo in cui sembrano essersi rifugiati e comincino a proporre qualcosa di nuovo, altrimenti se non riusciranno a rinnovarsi vedo la loro fine come un qualcosa di molto vicino. E ancora una volta sarebbe un peccato.

01 - A Etilla (49:12)