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martedì 20 novembre 2012

An Handful Of Dust - "Nu Emotional Injection"

Autoprodotto, 2011
Nella loro mail di contatto, i friulani An Handful Of Dust affermano di non aver ricevuto molto feedback finora con la loro musica: ciò mi pare molto strano, dato che trovo il loro materiale interessante e ben costruito, quindi potenzialmente capace di farsi strada nella scena underground fino a crearsi un nome. A volte è la sfortuna che si mette in mezzo, e in questo caso penso che la suddetta abbia avuto un ruolo importante, dato che questo "Nu Emotional Injection" è un disco che merita più di un ascolto e che brilla per una sicura perizia tecnica e per un songwriting che riesce a toccare molti terreni differenti senza rimanere troppo fossilizzato su nessuno di essi.

Hard rock, sprazzi di progressive thrash, alternative rock, hardcore e power metal si incrociano su strade lineari e si uniscono nei punti focali andando a creare una musica abbastanza variegata, ben arrangiata e dotata di quella sana vena aggressiva che si insinua anche nelle composizioni più melodiche, evitandogli di scadere nella pacchianeria. Nonostante l'apparente semplicità che si respira dall'intro di "Lighthouse Callings", non si tratta di musica semplice da interiorizzare: dietro infatti questa iniziale sensazione, si nascondono intrecci complicati e soluzioni che mutano continuamente all'interno dei brani, richiedendo una certa attenzione e un coinvolgimento importante durante l'ascolto, in modo da evitare che l'album sembri una carrellata di riff accostati a caso (impressione che appunto si può avere dopo un ascolto superficiale e disattento). Basta ascoltare il duetto "Soulmirror" - "A Life In Peace" per rendersi conto della caratura del disco: le chitarre tessono trame fredde e in bilico tra melodia e dissonanza, mentre le due voci (clean e growl) sanno perfettamente quando è meglio entrare in scena, in modo da evidenziare i chiaroscuri. Ottime le accelerazioni rabbiose di "Ordinary Life", così come l'accoppiata vincente "Shadow" - "I Must Endure", teatro di momenti di rara intensità e coinvolgimento (come l'assolo del primo, o le ritmiche sincopate e gli inquieti arpeggi del secondo).

"Nu Emotional Injection" è un album che mi colpisce per il modo in cui mescola un sound secco e minimale con una vena compositiva di tutto rispetto, elementi insolitamente mischiati tra loro a formare un platter complesso e dalle molteplici sfaccettature. Forse avrei preferito una produzione più calcata e un sound più corposo, ma non si può pretendere sempre la luna. Non lasciatevi ingannare dai primi ascolti, questo disco va ascoltato più e più volte prima di coglierne l'essenza e la personalità, ben presente nonostante la molteplicità di influenze che lo caratterizza. Forse è proprio questo che frega gli An Handful Of Dust; un impianto sonoro "semplice" al servizio di una musica che semplice non è. Consiglio quindi a chi li avesse incontrati e li avesse accantonati, di dar loro una seconda possibilità; chi invece non li conosce ancora, non sbaglia se gli dà un ascolto, a patto che non sia del tipo "usa e getta".

01 - Lighthouse Callings (5:02)
02 - Soulmirror (4:57)
03 - A Life In Peace (5:22)
04 - Ordinary Life (6:24)
05 - Mountains Can't Grow Forever (5:36)
06 - Modern (Frozen) Hope (4:54)
07 - We Are Alone (4:51)
08 - Shadow (5:06)
09 - I Must Endure (5:54)
10 - The Sleeping Giant (4:20)