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mercoledì 6 marzo 2013

October Falls - "Tuoni"

Autoprodotto, 2003
Distorsioni e ritmiche potenti, nonostante il loro immenso fascino, ogni tanto stancano. In certi momenti si sente l'esigenza di un disco che non impatti sulle nostre anime con violenza, ma che ci culli semplicemente in un vellutato abbraccio di note semplici e delicate, che scivolano via carezzevoli e tranquille. Un dischetto come questo "Tuoni", primo vagito discografico dei finlandesi October Falls, è perfetto per questo genere di momenti: con il suo tripudio acustico è un disco che prende per mano e conduce in un pianeggiante sentiero boschivo, dove regna il silenzio e la pace.

Pochissimi elementi, nessun tipo di cantato, strumentazione interamente acustica per tutti i suoi ventiquattro minuti; "Tuoni" è tutto qui. Nei suoi solchi vive solo un'onnipresente chitarra acustica, talvolta accompagnata da un rado pianoforte e da qualche pennellata di flauti e archi, strumenti centellinati al punto da renderli quasi ininfluenti sul risultato finale. Ciò che offre questo breve viaggio silvestre è una continua cascata di note di chitarra gentili e pacate, quasi ipnotiche nel loro continuo fluire, note che hanno come unico scopo quello di mettere in contatto con l'elemento naturale per qualche decina di minuti. Bellissimo, direte? State già pregustando un nuovo capolavoro sulla scia di quel che fu l'immenso "Kveldssanger" degli Ulver? In tal caso frenate un pochettino, perché non stiamo parlando esattamente della stessa cosa. Per quanto "Tuoni" sia un disco piacevole da ascoltare e anche da riascoltare nel momento in cui si sente il bisogno di far riposare un po' le orecchie e la psiche, è un dischetto abbastanza monotono e poco diversificato al suo interno, con questa chitarra che non smette mai di arpeggiare senza variare nè il timbro, nè la velocità, nè l'intensità del suono. Pochissime variazioni degli accordi principali, pochissimi guizzi melodici, in sostanza poco contenuto musicale in senso stretto. Solo tanta atmosfera e tante note fini a sè stesse, che raggiungono il loro scopo di avvolgere e cullare ma non sono quasi mai strutturate con un senso logico o con una precisa finalità d'intenti.

"Tuoni" è un ottimo disco da usare come sottofondo, magari mentre si passeggia nel bosco per rilassare l'anima dopo una giornata faticosa, ma se messo a nudo non offre nulla di indimenticabile, solo un suadente substrato malinconico e introspettivo che può accompagnare circostanze particolari, ma che non possiede alcun elemento che lo faccia brillare di luce propria. Tant'è vero che, una volta finito, si può notare come il disco ci abbia fatto passare dei piacevoli momenti, ma in sostanza non ci abbia lasciato dentro nulla di duraturo. Non è una colpa, è solo una naturale conseguenza della sua fattura: sappiate che questo disco è in grado di offrire solo questo, e in base a ciò fate la vostra scelta se acquistarlo o meno. In ogni caso, serve al suo scopo.

01 - The Quiet Shores (3:14)
02 - Usher (1:59)
03 - Tuoni (2:59)
04 - Harvest (1:46)
05 - Reefs (3:04)
06 - The Last Drift (2:28)
07 - As The Mist Unfolds (3:55)
08 - Epitaph (5:05)