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martedì 9 aprile 2013

Australasia - "Sin4atr4"

Golden Morning Sounds, 2012
Fa sempre piacere ascoltare un buon disco di una band esordiente, specialmente quando la band in questione è tutta italiana. Ne ho sentiti diversi, di dischi come questo, e gli Australasia si inseriscono in un filone molto fortunato, che ultimamente ha spopolato: quello del post rock strumentale, tutto basato su atmosfere fluide e mutevoli, tese a creare un substrato rilassante nel quale immergersi per una mezz'oretta senza pensieri nè preoccupazioni. 

Pescando un po' dallo shoegaze, un po' dalla scuola melodeath e mettendoci un pizzico di fantasia propria, questo duo nascente assembla un extended play molto piacevole, scorrevole e abbastanza coinvolgente, nel quale la voce (femminile) compare solo come sporadico intervento ed è usata come uno strumento musicale, omettendo parole e testi che in questo contesto non sono necessari. Tra chiaroscuri interessanti, melodie accattivanti e sprazzi aggressivi, nonché un pizzico di elettronica, le sette tracce costituiscono ciascuna parte di un insieme organico, che ha senso solo se viene ascoltato tutto di fila, con l'intento di gustarsi ogni singola nota e ogni singolo passaggio senza dedicare troppa attenzione a nessuno di essi. Come potrebbe essere un viaggio in treno o in automobile, nel quale si osserva dal finestrino un paesaggio che cambia in continuazione, stupendosi di ogni cambiamento e godendo di ogni dettaglio interessante che appare alla vista, ma senza poterlo fissare nei ricordi in modo permanente, data la velocità con cui si attraversa lo scenario. Nei suoi ventidue minuti, "Sin4tr4" dà proprio l'impressione di essere un breve viaggio in una terra multicolore, nella quale passare senza quasi lasciare traccia, ma conservandone un buon ricordo. Non si può infatti dire che i brani contenuti in questo esordio siano memorabili o particolarmente creativi, ma si tratta di musica assolutamente godibile e che, come biglietto da visita iniziale, lascia intravedere ottime possibilità, soprattutto se la band deciderà di investire il proprio potenziale dal lato immaginifico della musica, lavorando su arrangiamenti e su intarsi strumentali che qui sono solo accennati, ma che potrebbero essere sviluppati in maniera decisamente pregevole.

Per emergere in un genere che ormai sta diventando abbastanza inflazionato, servono idee interessanti e grande bravura: continuate quindi a lavorarci sopra, e i risultati arriveranno.

01 - Antenna (2:56)
02 - Spine (4:23)
03 - Apnea (2:38)
04 - Scenario (2:26)
05 - Satellite (2:53)
06 - Retina (3:06)
07 - Fragile (3:55)