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mercoledì 12 settembre 2012

As Light Dies - "A Step Through The Reflection"

Mondongo Canibale Records, 2007
Presentazione: Cosa ci si può aspettare dalla musica spagnola? Cosa ci si può aspettare dalla Spagna, una terra di persone ilari e festose che danzano a ritmo di latino – forse non è un caso se essa in ambito metal ha prodotto finora abbastanza poco. Eppure questa visione festaiola comune così radicata del paese iberico non rende giustizia alla squisita desolazione delle sue brulle catene montuose, che ne costituiscono un'ampia fetta. Ed è proprio qui, da uno di questi altopiani spogli e aridi, che trae origine l'ispirazione degli As Light Dies. E chi sono costoro? Chi li conosce?

Stile: Supponete di non aver mai sentito niente di questa band, e inserite A Step Through The Reflection nel vostro stereo. Quali saranno i vostri pensieri ascoltando l'intro sinfonica? “Oh no, un'altra band symphonic-power con una donna che canta in gothic! Basta, per carità, non se ne può più!”. Lasciate passare l'intro, e poi aspettate che inizi il symphonic-power. “Ohibò...questo ritmo è molto Cynic...e questi riff sono molto Opeth! Ma c'è lo scream...no, aspetta! Questo è black metal! Black metal sul ritmo dei Cynic? No...è folk. Folk sinfonico? Anche folk acustico! Sinfonico, acustico, progressivo, con un pianoforte tutto gothic. Ora è di nuovo black! E queste voci clean maschili da dove saltano fuori?”. Per pensare tutto questo vi basteranno tre minuti. Ora rilassatevi, pensate che ne devono trascorrere ancora altri sessanta, mettetevi comodi in poltrona e godetevi il resto, senza chiedervi che cosa sia e chi vi ricordi. Scoprirete così che c'è ancora tanto di cui stupirsi, tra metal e musica classica, tra chitarre e violini, tra rabbia e soave fantasia. La band definisce il proprio stile Eclectic Mineral style: “Eclectic Mineral style definition is a sofisticated fusion of contemporary music, noisy atmospheric doom, math death metal, and post black metal together with folk and minimalism elements which would like to every avantgarde metal follower”. Niente di più azzeccato: se ad esempio la fantasiosa Weird, Imperfect Symmetry Of Creation è portatrice di una melodia fresca, pizzicata, assolutamente irresistibile, A Step Through The Reflection è un brano dai toni technical death e al tempo stesso dark gothic. E questo non è che un esempio. Tutto ciò che ha a che fare col metal estremo e col metal sinfonico, qui lo trovate. E dovendo legare insieme una tale mole di generi diversi, perché non fare un pesante uso di prog? Già, perché non farlo? E infatti è proprio ciò che hanno fatto gli As Light Dies. Alla luce di tutto ciò appare forse meno singolare il fatto che, su tredici tracce complessive, appena sette siano i brani veri e propri. Il resto è tutto uno sfumarsi di ponti strumentali in perfetta sintonia coi brani da cui si dipartono e con quelli a cui conducono.

Valutazione: Passare con una tale abilità dalla sinfonia di A Shine After A Thousand Years Of Darkness al death di The Temple, dalla luce di Weird, Imperfect Symmetry Of Creation al buio di Peering Through The Reflection e A Step Through The Reflection, per non parlare poi degli innumerevoli cambi di scenario interni a ciascun brano, è qualcosa di impagabile. Chiamatelo ecletcic mineral style, chiamatelo extreme prog metal, chiamatelo come volete; non fa differenza. Il songwriting che getta le fondamenta di questo disco è e rimane maestoso a prescindere dal nome con cui lo si etichetta, e i numerosi intermezzi musicali sono scritti con un'abilità mostruosa. Melodia e genialità compositiva unite in un fastoso sposalizio, e rimanere ammaliato nel presenziare alla cerimonia è una sensazione bellissima. Il prog può deliziarvi, oppure potete odiarlo, così come può piacervi o non piacervi il metal estremo; ma se vi piace la musica, non potete non amare questo disco. A Step Through The Reflection è un disco di musica estrema nella sua accezione più generale. Non è estremo per i blastbeats o per i riff assassini. No. E' estremo nel suo coraggioso sincretismo musicale, nel suo non conoscere limiti, nel suo connubio di influenze e sentimenti; è estremo nel suo essere capace di far vivere all'ascoltatore un'esperienza emotiva completa e appagante. Non c'è un mood preciso con cui poter affrontare un disco simile: la sua forza sta proprio nel far assaporare tutti i mood possibili, nel cogliere la complessità dell'animo umano, l'infinita complessità del suo cervello, tutte le sfaccettature del suo carattere, e nel saperle trasporre con coerenza in sessantasette minuti che non dimenticherete facilmente. Sessantasette minuti in grado di richiamare tante splendide emozioni diverse che vi parleranno di voi, delle vostre esperienze passate belle e brutte, di tutti i momenti che hanno caratterizzato la vostra vita e di quelli che la caratterizzeranno. Privarsi di una simile esperienza solo per una serie di pregiudizi sul prog sarebbe stupido, no?

Conclusione: Cosa è realmente estremo? Una cascata di riff e blastbeats senza sosta, tutta uguale, oppure un disco che ha il coraggio e l'ardore di proporre un tale mix di generi musicali? Domanda retorica, ma lascio ugualmente la risposta alla vostra soggettività. Io intanto mi gongolo rigirandomi tra le mani questo piccolo capolavoro e traggo un indescrivibile piacere dall'ascoltarlo e riascoltarlo, il piacere di chi ama la musica non soltanto nelle sue manifestazioni più immediate e superficiali, ma anche e soprattutto nel suo vero cuore pulsante fatto di composizioni geniali e variegate melodie.

01 - Crossing The Stygian Lake (03:29)
02 - Out Of The Cave (06:31)
03 - Imprisoned Forever (04:24)
04 - The Very Beginning (01:55)
05 - Weird, Imperfect Symmetry Of Creation (11:17)
06 - Peering Through The Reflection (01:29)
07 - A Step Through The Reflection (08:02)
08 - In Fairies Garden (08:00)
09 - A Shine After A Thousand Years Of Darkness (01:56)
10 - The Temple (07:09)
11 - Ode To A Dying Empire (01:18)
12 - The Scourge Of The Gods (03:02)
13 - The Sinking Of Atlantis (08:19)