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venerdì 30 settembre 2011

Solefald - "Black For Death"

Season Of Mist, 2006
Ci sono album che a volte verrebbe quasi voglia di dire: ascoltateveli e giudicate voi. Ma questo atteggiamento anti-recensorio all’interno di una recensione non mi sembra essere molto fruttuoso, e così eccoci qui a parlare di Black For Death, secondo ed ultimo atteso episodio della minisaga An Icelandic Odyssey.

Cos’ha da offrirci questo disco nero come la morte? A dire il vero il primo impatto non è granché: l’inizio, stilisticamente molto simile a Red For Fire, promette bene specie con Queen In The Bay Of Smoke, ma già Silver Dwarf, un brano costruito su un solo riff di numero, sembra decisamente non brillare. Necrodyssey non migliora certo la situazione: a primo impatto sembra più uno scimmiottamento dei Manowar ad opera di quei geni di Elio e le Storie Tese che non una canzone seriamente inserita in un album dei Solefald. E se anche Allfathers e Dark Waves Dying sono due brani ottimi in perfetto stile Solefald, costruiti in modo minuzioso e originale, arrivando fino alla superba chiusura con Sagateller che rievoca emozioni simili a Sun I Call, gli intermezzi vari frammentano drammaticamente l’ascolto: le narrazioni apatiche e monocorde delle Lokasenna sgonfiano l’entusiasmo, e Spoken To The End Of All (Poem) sembra sovrabbondante se si tiene conto che, nelle ultime sei tracce, ben tre sono parlate. Senza contare Loki Trickster God, che con tutto l’ottimo materiale presente in Red For Fire va a riprendere proprio la stucchevole melodia in violino di White Frost Queen, fin troppo retorica ed esageratamente principesca - della serie “Sissi is alive”.

Ma la grande musica non può essere apprezzata al primo impatto, giusto?

“Panta Rhei” diceva quello che è forse il più grande e arguto filosofo dell’Antica Grecia, e questo è vero anche per la capacità di apprezzamento del sottoscritto: man mano che il tempo scorreva la musica di Black For Death sembrava mutare, divenendo sempre più intrigante ed avvincente - Black For Death non sembrava mai essere lo stesso disco per due volte di fila. Laddove prima percepivo un unico noioso riff ecco spuntare invece un brano dal sapore tutto Black Sabbath che, pur usando davvero un solo riff, riesce a farlo rendere in tutte le salse senza mai essere ripetitivo: prima col basso, poi con la chitarra, ora del tutto solitario, ora infarcito di spettacolari tastiere settantiane. Per quanto riguarda i Manowar ed Elio è forse solo una questione di forma mentis dato che Necrodyssey sa ritagliarsi uno spazio curioso incastonandosi alla perfezione tra gli altri brani, mentre la stucchevolezza della vecchia White Frost Queen si alterna ad un’arcana melodia arabeggiante creando perlomeno un contrasto affascinante. La vergognosa apatia nella narrazione delle due Lokasenna a mio avviso permane, ma l’accompagnamento orchestrale non è niente male. E così quell’ammasso apparentemente incoerente di remake di Red For Fire e brani solo abbozzati riluce ora come la paraffina in una lava lamp, creando forme diverse che galleggiano come se fossero nel vuoto e si rimescolano e si compenetrano vicendevolmente, dove spunti squisitamente sabbathiani e saltuari richiami alla psichedelia settantina invadono deliziose sonorità avanguardistiche Post-Black e partiture sperimentali in violino e in sassofono. Applausi a scena aperta.

In questo album compare di tutto: brani semplici, brani molto complessi, sperimentazioni, narrazioni, interludi strumentali, parti lente e parti veloci. Sono riusciti i Solefald a mettere tutto insieme con genio e naturalezza, oppure il risultato è un circo disordinato? Si tratta di estro creativo oppure di pazzia dovuta alla mancanza di idee? Hanno completato in grande stile la loro minisaga riuscendo addirittura a superare il primo episodio, oppure avrebbero dovuto prendersi più tempo e contare fino a dieci? Io ho compiuto il mio emozionante percorso, e dopo aver ascoltato l’album a lungo ed essermi inizialmente schierato accanto alla seconda linea di pensiero, ora sono tendenzialmente vicino alla prima.

01 - Red For Fire + Black For Death (03:55)
02 - Queen In The Bay Of Smoke (05:34)
03 - Silver Dwarf (03:23)
04 - Underworld (01:15)
05 - Necrodyssey (03:47)
06 - Allfathers (05:56)
07 - Lokasenna Part 2 (04:29)
08 - Loki Trickster God (05:49)
09 - Spoken To The End Of All (Poem) (02:05)
10 - Dark Waves Dying (03:55)
11 - Lokasenna Part 3 (04:46)
12 - Sagateller (05:45)