Pagine utili del blog

giovedì 9 giugno 2011

Rush - "Rush"

Mercury, 1974
C’erano una volta i gloriosi anni ’70, gli anni di Smoke On The Water e Stairway To Heaven, gli anni in cui spopolava l’hard rock di Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath, l’”avanti Cristo” del Metal, la culla natale di band come Iron Maiden, Motorhead, Accept, Saxon. Ma così come oggi esistono un’infinità di band oltre a quelle più famose, allo stesso modo negli anni ‘70 esisteva una certa scena underground: i Rush sono una di queste band meno conosciute.

I Rush sono un trio canadese che testimonia come il Canada, in fatto di buona musica, non sia solo una realtà recente ma sia stato produttivo fin dai primi tempi. Gli appassionati dell’hard rock settantiano e del rock progressivo sicuramente conoscono bene questo gruppo, attivo ancora oggi con ben diciannove full-length pubblicati, sei live ufficiali, un album di cover, una caterva di premi e riconoscimenti, sei libri pubblicati dal batterista Neil Peart e numerosi stili musicali differenti esplorati nel corso della loro ormai trentennale carriera. Tutto ciò ebbe inizio con questo piccolo omonimo album nel lontano 1974, in cui il terzetto era composto da Geddy Lee, Alex Lifeson e John Rutsey. Lo stesso anno, dopo la pubblicazione di Rush, quest’ultimo lasciò la band e venne sostituito dal succitato Neil Peart, e da lì fino ad oggi la lineup non ha più subito cambiamenti. Insomma, i Rush sono una leggenda vivente, un colosso musicale, e tutto ebbe inizio con questo dischetto dimenticato, queste otto tracce che costituiscono un piacevole mix di scanzonati episodi simpatici poco pretenziosi come In The Mood e Need Some Love, i classici brani “just for fun”, e di momenti davvero indimenticabili quali Here Again e Working Man: la prima, una triste ballad in cui viene fuori tutto il pathos di altri grandi classici come Since I’ve Been Loving You e Still Loving You; la seconda, sette minuti degni del migliore rock progressivo di quel tempo. Una band alla Led Zeppelin ancora piuttosto lontana da quello che sarebbe poi diventata, le cui capacità e inventiva trasparivano solo parzialmente da questo debutto; una band che dimostrava però senza ombra di dubbio di saper trasmettere la propria energia alla musica che componeva e dava sfoggio di un grande divertimento nel suonare: emblematici in tal senso i ripetuti assoli di chitarra di Take A Friend e What You’re Doing, così come la voce allora gagliarda e ancora ingenua di Geddy Lee, oppure la spensieratezza ritmica di John Rutsey.

I riff rockeggianti e il mood tipicamente settantiano fanno di questo Rush un disco imperdibile per tutti gli appassionati nostalgici del rock anni ’70, genere che anche ai giorni nostri continua ad essere seguitissimo e letteralmente adorato come se fosse una divinità. E allora perché limitarsi ai soliti - seppur eccellenti - Deep Purple e Led Zeppelin? Perché non rispolverare anche le vecchie glorie dei Rush?

01 - Finding My Way (05:06)
02 - Need Some Love (02:19)
03 - Take A Friend (04:24)
04 - Here Again (07:35)
05 - What You're Doing (04:22)
06 - In The Mood (03:34)
07 - Before And After (05:34)
08 - Working Man (07:10)