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venerdì 1 giugno 2012

Wormhole - "The String Theory"

Ladymusicdistro, 2011
I lucani Wormhole nascono nel 2003 e si dedicano ad una musica che tenta di mescolare la durezza e la graniticità del metal con tematiche e sonorità tendenzialmente oscure, decisamente affini al gothic. Non sono gli ultimi arrivati, dato che hanno alle spalle già un discreto numero di produzioni tutte rigorosamente in proprio; questo disco è infatti nato grazie ai fondi raccolti con numerosi show dal vivo, in collaborazione con diverse band. Anche la line up ha avuto il tempo di mutare, fino ad arrivare alla formazione definitiva (Valentina Marvulli alla voce, Francesco Faniello e Andrea Canitano alle chitarre, Giuseppe Recchia al basso e Paolo Bitonto dietro le pelli e alle prese col sequencer). "The String Theory" è il loro primo album ufficiale, un concept diviso in due parti distinte, e che ora andiamo a scoprire.

Già dal titolo del disco si può capire che i ragazzi hanno una certa propensione verso le tematiche complesse e misteriose, come del resto viene spiegato nella biografia a proposito del loro nome: "Un wormhole rappresenta la metafora del collegamento tra idee, suoni, parole, contrasti solo in apparenza distanti tra loro, e che vengono messi in comunicazione alla stregua di dimensioni parallele. Il discorso testuale è anch’esso in linea con le scelte musicali: i testi della band trattano di contrasti tra le più disparate realtà, come Eros e Thanatos, natura ed evoluzione, candore ed erotismo". Tematiche da sempre care al gothic metal, che qui ben si sposano con un impianto musicale a tratti sconfinante in altri generi, come il doom e, per quanto riguarda i suoni, anche un po' di power e post - punk. Nella generale somiglianza con gruppi come i Lacuna Coil, i Nightwish o i Within Temptation, i Wormhole cercano di ritagliarsi uno spazio personale puntando molto sulla cantante Valentina, che irrompe prepotentemente sulla scena diventando la protagonista assoluta dei brani. Difficile, infatti, reperire lungo il CD una sezione puramente strumentale che duri più di venti secondi; la nostra vocalist canta praticamente sempre, con un timbro e un'interpretazione vocale a cavallo tra il teatrale, il misterioso e il grintoso. Nel complesso la sua prestazione è buona, mentre gli strumenti hanno un ruolo solamente marginale, dato che devono costantemente accompagnare la cantante. Non è che manchino le melodie, ma esse sono messe in secondo piano dalla preponderanza delle parti vocali (complice anche un mixaggio da rivedere). La rocciosità delle sezioni chitarristiche è comunque degna di nota e risulta essere uno degli elementi più caratteristici del cd, quello che distacca i Wormhole dalle gothic band che a volte tendono ad essere un po' troppo leggerine.

Forse è proprio questo scarso spazio dato alla sezione strumentale, insieme al mancato sviluppo dell'idea di suonare più aggressivi rispetto alla media, a rappresentare il punto debole del cd, che tende ad appiattirsi su una base abbastanza ripetitiva e punta tutto sul cantato per risultare convincente. Nonostante l'esecuzione sia di ottima fattura e alcuni riff sortiscano il sicuro effetto di incattivire gli animi con la loro potenza, avrebbe giovato un maggiore bilanciamento delle parti così da evitare quell'effetto "monocorde" che rende i pezzi piuttosto simili l'uno all'altro, senza grosse variazioni. Solo nel finale, con la lenta e melodica "Burning My Soul" la situazione cambia un po' e la band esplora nuovi lidi, ma consiglierei comunque al gruppo di rivedere il songwriting e di tirar fuori al 100% il proprio potenziale compositivo.  Concludendo, non posso certamente dire che "The String Theory" sia un brutto album; semplicemente mostra dei punti ancora da sgrezzare e da migliorare, ma si lascia ascoltare. Niente di nuovo sotto il sole, ma nemmeno una ciofeca; come debutto ci può stare, ora aspettiamo di vedere come si evolvono le cose in futuro.


01 - Your Mortal Remains (4:57)
02 - Autumn Leaves (4:23)
03 - Black Crows In Me (4:39)
04 - My Darkest Side (5:27)
05 - Storyteller (4:53)
06 - Poupeé de Porcelaine (4:01)
07 - Simon (5:16)
08 - Time Tilt (3:50)
09 - Burning My Soul (5:58)