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lunedì 17 dicembre 2012

Officium Triste - "The Pathway"

Displeased Records, 2001
Quando qualcuno afferma che "The Pathway" sia il miglior disco composto dagli Officium Triste, onestamente non posso fare a meno di chiedermi che cos'abbia fumato o cosa si sia sparato in vena nei minuti immediatamente antecedenti a tale dichiarazione. "The Pathway", infatti, è a mio avviso il primo e il più drammaticamente rovinoso scivolone compiuto dalla band olandese, un aborto musicale che ho deciso di recensire proprio per smentire una volta per tutte chi magari è davvero convinto della sua bontà artistica.

"Ne Vivam" era stato un esordio derivativo ma tutto sommato piacevole, con alcuni momenti degni di nota, e una qualità media accettabile. L'evoluzione del gruppo prosegue con questo album, che mostra fin da subito alcune novità nel sound: si alleggeriscono le atmosfere, gli arrangiamenti di tastiera e violino entrano a far parte dei brani in dosi più massicce, compare la voce pulita che inizialmente non aveva quasi mai trovato spazio. Purtroppo, il gruppo non ne ha indovinata nemmeno una: "The Pathway" mostra una composizione banalissima, scontata, strutture trite e ritrite, testi a dir poco insulsi (leggete l'ilare arringa contro una fantomatica donna infedele in "Foul Play", o le sbrodolate melensaggini di "Divinity", o peggio ancora le ridicole lamentele di "This Is Goodbye": non saprete se essere infastiditi o se mettervi a ridere a più non posso). I suoni dei flauti e degli archi sono così artefatti e irritanti da sembrare che siano prodotti da una tastiera giocattolo, per non parlare in generale della produzione e della qualità sonora, che appiattisce la musica rendendola ancora più insipida. Le canzoni si susseguono stancamente le une alle altre, tentando di apparire grintose ma riuscendo solo a far sbadigliare, a causa delle loro strutture sconclusionate, che sembrano incollate con il Super Attack. Il peggio del peggio viene raggiunto dagli interventi di voce pulita: se già Pim non è una cima nel growl, piatto e monocorde come pochi, la sua voce "normale" è imbarazzante, costantemente incerta e stonata. Ne è un buon esempio l'orrenda strofa portante di "Camouflage", o la già citata "This Is Goodbye", che pare cantata da un sedicenne al suo primo tentativo di serenata sotto le finestre della sua fidanzatina. Ma sono solo alcuni esempi, potrei citare molte altre parti in cui la voce è usata in maniera indecente. Anche dal punto di vista strumentale non andiamo molto lontano: ne è un esempio la scontatissima "Divinity", che non incanta proprio nessuno con le sue chitarrine da terza elementare, nè tantomeno con il clownesco assolo di chitarra finale, seriamente uno dei più brutti e demenziali che abbia mai avuto il dispiacere di ascoltare. Qualche momento decente forse c'è, come in alcuni passaggi di "Pathway (Of Broken Glass)" o di "Deep Down", ma assolutamente niente che si imprima nella mente e che vi resti sedimentato, niente che si abbia piacere di riascoltare una seconda volta, niente che si possa definire ispirato o ben concepito. O forse all'inizio sì, in quanto un disco come questo ha la strana capacità di affascinare ai primi ascolti (specialmente chi non è avvezzo al genere), ma in genere viene poi dimenticato e rivalutato negativamente con impressionante rapidità. Non è improbabile che ci si trovi a chiedere a sè stessi: "ma come mai prima mi piaceva così tanto, e ora invece non mi dice più nulla?".

La risposta è una sola: "The Pathway", a dispetto della fama che sembra essersi costruito nella scena, è uno dei dischi doom più brutti e scontati della storia. Ha esattamente tutto quello che un disco di questo genere non dovrebbe avere, e non ha niente di ciò che dovrebbe: per cui evitatelo come la peste. E pensare che stavo quasi per scrivere che forse l'unica traccia decente è, ironicamente, una bonus track esclusa dal conteggio principale e presente solo nella versione del CD in mio possesso. Ma mi sono trattenuto in tempo: ho appena scoperto che tale brano è una cover dei Chorus Of Ruin. Come volevasi dimostrare...

01 - Roses On My Grave (6:34)
02 - Pathway (Of Broken Glass) (6:17)
03 - Foul Play (4:43)
04 - Camouflage (4:27)
05 - Divinity (6:31)
06 - Deep Down (7:27)
07 - This Is Goodbye (5:58)