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mercoledì 22 agosto 2012

Thy Catafalque - "Tűnő Idő Tárlat"

Autoprodotto, 2004
Presentazione: Questa è la storia di un'idea, un'idea che ha generato una delle band più interessanti che il sottoscritto conosca. Tamás Kátai e János Juhász: due ragazzi ungheresi che un bel giorno, nel 1998, decidono di metter su la loro band black metal, i Thy Catafalque. Questo è il silenzioso inizio di qualcosa di grande. Il sound della chitarra è di quelli marci e malprodotti, come vuole la tradizione, e lo scream non è affatto da meno. Ma fin dal primo istante ci si rende conto che non si tratta di semplice black metal: il duo dimostra di avere iniziativa e personalità, e si cimenta subito nella ricerca di uno stile proprio, particolare, unico, inserendo arpeggi e un po' di elettronica opportunamente mascherata tra le raschianti increspature delle chitarre distorte. Ne risultano due full-length fantastici, Sublunary Tragedies e Microcosmos, due dischi in cui l'atmosfera è finemente intarsiata nei più selvaggi dei riff. Poi, un bel giorno, la grande svolta. Lasciata la KaOtic – probabilmente perché chiuse i battenti – i Thy Catafalque si rimboccarono le maniche e realizzarono da soli il loro terzo full length, intitolato Tűnő Idő Tárlat.

Stile: Quello che fecero i Thy Catafalque quando si inventarono Tűnő Idő Tárlat è qualcosa di unico. A prima vista potrebbe sembrare una strada già intrapresa da altri, come ad esempio gli Ulver, tanto per citare l'esempio principe. In fondo che c'è di così strano oggigiorno nello stravolgere il proprio metal con l'elettronica? I Thy Catafalque rimpiazzarono le loro sonorità grezze con un sound tutto nuovo, marcatamente moderno seppur ancora molto pesante, e allo scream tagliente sostituirono uno scream filtrato in qualche maniera che non saprei classificare. Anche gli inserti melodici in arpeggio e in sintetizzatore vennero completamente rivisitati: assunsero un appeal tutto nuovo grazie a sonorità fortemente elettroniche, sonorità che tra l'altro farciscono spesso e volentieri anche le chitarre. Ma alla fin della fiera, come ci chiedevamo poche righe fa: cosa c'è di straordinario in tutto questo? La risposta sta nel mood: incredibile a credersi, nonostante tutta questa elettronica i Thy Catafalque riuscirono a conservare quel piglio marcatamente epico e antiquato, spesso sognante, che avevano sempre avuto. Il risultato era una musica tutta nuova dal costume moderno ma dai saggi sapori antichi. Di black metal rimanevano soltanto riflessi lontani. I Thy Catafalque avevano finalmente trovato la loro strada, ed eccoci giunti a Tűnő Idő Tárlat.

Valutazione: Non voglio lanciarmi in pomposi giri di parole per arrivare a dire ciò che si può dire in poche lettere: Tűnő Idő Tárlat è uno dei dischi più belli, incredibili, sensazionali, straordinari, stratosferici che io conosca. Solitamente quando una band inizia a contaminarsi con l'elettronica si concentra su atmosfere futuristiche, aliene, e passa dall'epicità del metal estremo al mood urbano dell'industrial. Chi ha mai pensato di usare l'elettronica per fare l'esatto contrario? Chi ha mai pensato di usare le sonorità futuristiche per narrare l'antico passato? Chi ha mai pensato di usare una musica da scenario urbano per descrivere la bellezza dei paesaggi naturali? Ma soprattutto, cosa di gran lunga più importante, chi ha mai fatto una cosa simile riuscendo a proporre una musica geniale, bellissima e ispirata? I Thy Catafalque. Tűnő Idő Tárlat è un'opera monolitica che passa con coraggio e ardore da imponenti muri sonori, duri come il diamante e pesanti tonnellate, a levigate distese che si snodano negli eoni del tempo. E' un viaggio tra gli altipiani della fantasia. E dopo aver assistito a tale granitica consistenza, ecco che spuntano anche episodi completamente melodici – Zápor su tutti –, squisiti intermezzi che impreziosiscono quest'opera d'arte figlia del nuovo millennio come variopinti boccioli su una pianta rampicante. E se tutto ciò non fosse ancora abbastanza, aspettate di sentire Neath Waters, il brano migliore del platter, autentico diadema nel centro di questa corona: quasi diciannove minuti più elettronici che metallici che sembrano narrarci di una battaglia combattuta in una dimensione fantasy parallela. Stupefacente. E così Tűnő Idő Tárlat è un disco dalla doppia anima: una rocciosa, titanica, possente, l'altra sconvolgentemente poetica.

Conclusione: La musica epica per mezzo della musica elettronica, il passato per mezzo del futuro: questa è l'idea geniale che gli intraprendenti Kátai e Juhász non solo ebbero, ma seppero anche realizzare magistralmente. Questa è l'idea che si incarnò in Tűnő Idő Tárlat, uno dei dischi più belli che io abbia avuto l'onore di ascoltare e ammirare. Questa è l'idea che ha generato una delle band più grandiose e ineguagliabili che il sottoscritto conosca: i Thy Catafalque.

Curiosità: La versione autoprodotta del disco fu limitata a 130 copie. Venne però ristampato nel 2010 dalla Epidemie Records, etichetta che diede alle stampe anche il loro quarto full-length Róka Hasa Rádió (2009). Si tratta di un'edizione digipack con una nuova cover, ed una tiratura di 500 copie. Visto che non sono tante, vi consiglio caldamente di ordinarlo prima che ricada nella voragine oscura del fuori catalogo.

01 - Csillagkohó (09:14)
02 - Neath Waters (Minden Vízbe Mártott Test) (18:43)
03 - Bolygó, Bolyongó (09:47)
04 - Kék ég Karaván (05:00)
05 - Héja-nász Az Avaron (05:50)
06 - Zápor (04:34)
07 - Az ősanya Szól Ivadékaihoz (09:32)
08 - Varjak Fekszenek (06:18)