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lunedì 28 gennaio 2013

Kerbenok - "Der Erde Entwachsen (Gewollte Wunden)"

Autoprodotto, 2007
Le demo autoprodotte sono il vero motore della musica metal, sono la brulicante base dalla quale ogni tanto esce fuori la band rivelazione, il disco capolavoro, il musicista talentuoso che dà vita a qualcosa di assolutamente nuovo e coinvolgente. Nell'infinito marasma dell'underground, nel quale tutti cercano di sgomitare per farsi strada in un mercato sovraffollato e saturo, spuntano talvolta gruppi originali e interessanti come i tedeschi Kerbenok, che come nella migliore delle tradizioni, esordiscono con un extended play per poi passare all'album in studio vero e proprio, così da preparare un po' il terreno. "Der Erde Entwachsen" ha proprio questo scopo, ma si può dire che nella sua brevità è già un lavoro completo, che si slega dal mero compito di filo guida e si fa notare per la sua intrinseca qualità.

Un delicato arpeggio di matrice post rock, accompagnato da un flauto silvano, apre le danze di "Das Kalte Feuer", per poi lasciare il passo ad un assalto black metal dal retrogusto un po' tribale e folkloristico, quasi preso dai Finntroll. Sono passati solo tre minuti, ma ci stiamo già rendendo conto che la musica ci cattura, ci trasporta in un qualche genere di ambientazione, insomma ci coinvolge. L'ambientazione più calzante non può che essere il bosco, con i suoi animali, le sue reti di radici sotterranee, le sue cortecce impregnate di profumi resinosi, quello stesso bosco che appare nell'emblematica immagine di copertina, la quale raffigura il muschio che cresce su un tronco. L'inarrestabile vitalità della foresta è espressa da ritmiche cangianti, da chitarre dinamiche, da una voce a metà tra il growl e lo scream che non comunica negatività o disagio, ma al massimo appare più come una narrazione. Rallentamenti melodici e gustosi si intersecano nella fitta trama delle chitarre distorte per regalarci serene passeggiate lungo sentieri pianeggianti, salvo poi ritornare a picchiare senza remissione nel momento in cui la strada si fa contorta e ricoperta di arbusti: queste sono solo alcune delle impressioni che giungono alla mia mente dopo l'ascolto di questa prima traccia.

La successiva "Der Erde Entwachsen" è l'incarnazione più spasmodica e violenta delle forze naturali, espresse da ritmiche convulse e da una violenza strumentale che non si placa mai, come a simboleggiare un cataclisma che coinvolge l'intero ecosistema. Nascosta sotto la fitta rete di distorsioni e colpi ai piatti, tuttavia, è presente una traccia melodica che tenta di farsi sentire, come il timido cinguettio di un uccellino nel corso di un incendio devastante; notevole è la maestria della band nel rievocare tali immagini, che comunque si prestano a moltissime interpretazioni, dimostrando che la musica è solo apparentemente caotica e slegata, come appare ad un primo ascolto. Tocca poi a "Der Fall" chiudere i ventiquattro minuti di questo dischetto, mostrandoci un'altra sfaccettatura della band: cori medianici e sonorità ipnotiche reggono la prima parte del brano fino alla consueta esplosione sonora, che va poi a sfumare improvvisamente in un magico finale acustico dal sapore giocherellone, nel quale avviene finalmente la riconciliazione con la brutalità della natura.

Influenzato nettamente dalle sonorità folk - black di gruppi cardine come Ulver, Borknagar, Taake e i sopracitati Finntroll, questo dischetto brilla comunque di luce propria, grazie ad una spiccata personalità e ad una capacità non comune di amalgamare diverse influenze e diversi livelli sonori in un complesso assolutamente convincente. Addentrarsi nel boschivo sentiero dei Kerbenok è un'esperienza che porta ad una sicura immedesimazione, anche se inizialmente può risultare un ascolto ostico; non ci rimane che stupirci, ancora una volta, di quanto buon materiale esista nel sepolto mondo degli esordienti, che per fortuna questa volta hanno potuto raggiungere una buona fetta di pubblico, grazie alla ristampa operata dalla benefattrice Northern Silence Productions.

01 - Das Kalte Feuer (8:58)
02 - Der Erde Entwachsen (6:10)
03 - Der Fall (8:35)