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domenica 6 gennaio 2013

Autumn People - "Vosstanie"

Stygian Crypt Productions, 2012
Ultimamente, le metal band in Russia sono nate come funghi, spinte dall'emancipazione sociale che piano piano sta invadendo la più vasta nazione del mondo, emancipazione che porta ad aprirsi verso i nuovi orizzonti e ad abbracciare nuove tendenze, soprattutto quelle del cosiddetto mondo occidentale. La Russia è una terra che suggerisce malinconia e depressione, più che gioia; l'anima stessa del popolo russo è un po' sbandata, rude, tendenzialmente insoddisfatta. Ecco che questo aspetto socioculturale si concretizza ancora una volta in un album musicale, nello specifico questo "Vosstanie", partorito da ciò che sono i rimasugli della band Autumn.

Non nascondo che mi sono avvicinato a questo disco per via del più banale motivo che esista al mondo, vale a dire che mi piaceva la copertina. Ma per fortuna non sono rimasto deluso nemmeno dalla musica, come a volte succede quando si compra un disco sull'impulso del momento, affidandosi alle sensazioni che le belle immagini provocano. Gli Autumn People propongono infatti un folk - doom metal molto intimista ed emozionale, nel quale le chitarre distorte costituiscono più che altro un tenue e limitato contorno all'onnipresente tappeto di viola e chitarra acustica che ha il compito di guidare il mesto viaggio dell'ascoltatore attraverso le immense foreste russe. Melodie struggenti e litanie meravigliose ci prendono per mano dal primo all'ultimo secondo, mentre una voce bassa e profonda in stile Mournful Congregation (quasi sempre pulita, raramente in growl) declama solennemente versi poetici e incomprensibili, in quanto cantati interamente in russo. Rarissimi sono i momenti veloci o aggressivi, nei quali gli strumenti si risvegliano un po' dalla loro caduca lentezza e rassegnazione; in questo modo, nel momento in cui tali momenti prendono vita, acquistano un effetto molto più potente, come se rappresentassero una rivalsa nei confronti di una vita ingiusta e costellata di sofferenza. Niente di particolare si può dire sulla tecnica strumentale e sulla produzione, entrambe piuttosto imprecise (specie per quanto riguarda la parte ritmica), ma non è certamente l'aspetto cardine di un disco come questo: conta unicamente l'atmosfera, la bellezza e la commovente poeticità delle linee melodiche, l'esplorazione dell'interiorità e dei sentimenti ad opera degli strumenti acustici, che non hanno timore di scavare in profondità nell'anima come forse le chitarre distorte non sarebbero in grado di fare. Romanticismo, poesia e solitudine esistenziale, ma anche scenari naturali e ameni: questo si trova in "Vosstanie", niente più e niente meno.

Le ritmiche lente e l'attitudine spiccatamente melodrammatica suggeriscono un lavoro concettuale, da assaporare unicamente in un momento adatto, altrimenti rischia di risultare del tutto insapore o addirittura noioso. Non si può avvicinarsi a questo disco se non si ha prima di tutto un'anima melanconica e tendenzialmente depressa; per chi invece è affine a tali modus vivendi, gli Autumn People rappresenteranno una band di tutto rispetto, che con pochi elementi riesce a creare un disco vibrante e ricco di significato, semplice ma non banale, toccante ma non scontato. Un'esperienza da provare, senza ombra di dubbio, magari camminando in un bosco quando i fiori sono già tutti sbocciati.

01 - Intro (2:32
02 - Vosstanem (8:31)
03 - Temnaya Reka (7:00)
04 - Seroe More Vechno (6:57)
05 - Vecher (2:05)
06 - Sogrey (7:21)
07 - Belizna (8:27)