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mercoledì 2 febbraio 2011

In The Woods... "Strange In Stereo"

Misanthropy Records, 1999
"Strange In Stereo" rappresenta un deciso cambiamento di direzione rispetto a "Omnio", che a sua volta era una decisa inversione di rotta rispetto al debutto "Heart Of The Ages". I norvegesi In The Woods..., sciolti da diverso tempo, chiudono la loro breve ma intensa carriera musicale con quest'ultimo album, che personalmente trovo molto difficile da definire, e ancora più difficile da assimilare e da capire. Gli In The Woods... hanno sempre amato sperimentare e cambiare album dopo album, e infatti anche questo è estremamente differente rispetto a tutti gli altri, al punto da spiazzare con un sicuro effetto disorientante.

Siamo lontani dal black metal ricco di atmosfera degli esordi, ma siamo lontani anche dal raffinato e sognante progressive metal di "Omnio": la musica che troviamo su questa release è invece molto più rarefatta, enigmatica, ricca di elementi nuovi e, ovviamente, di grande qualità al pari delle precedenti uscite. Per fare un esempio dell'effetto spiazzante del disco, si potrebbe dire che i fan storici faranno fatica a digerire il deciso cambio di vocalità, che per quanto riguarda la voce maschile (ormai completamente pulita) si traduce in una "lamentosità" molto maggiore, mentre vede nella voce femminile un elemento importantissimo, con brani cantati in modo volutamente lancinante e a volte addirittura sgraziato. L'album dà una forte sensazione di essere "dispersi" nell'etere, di fluttuare. Le parti veramente aggressive sono ormai poche e di scarsa importanza: predomina invece un sound delicato, ma contemporaneamente disturbante e psichedelico, mai pienamente rilassante. L'album è molto lungo ed è difficile ascoltarlo tutto assieme, proprio per via della sua pesantezza, che non si esprime con riff distorti e cantato urlato, ma con inquietanti dissonanze ed intermezzi solo apparentemente pacati, ma in realtà ricchi di tensione e inquietudine.

Doom metal, progressive metal, musica ambient, post - rock dalle tinte fosche: tutto si fonde in questa sorprendente release, uno degli album che personalmente ho trovato più difficili in assoluto da comprendere e apprezzare. Cito due brani a mio giudizio molto significativi: l'opener "Closing In", estremamente teatrale nel suo incedere cadenzato e potente, e la lunga "Generally More Worried Than Married", capace perfino di qualche espressione di solarità e di melodia non più angosciante, ma quasi liberatrice. Il resto dovrete scoprirlo da voi, perchè mai come ora gli In The Woods... hanno partorito un album che non si può a spiegare, ma va solo ascoltato ed interpretato in maniera assolutamente personale. Consigliato, ovviamente, ai musicomani dal palato fine.

01 - Closing In (5:41)
02 - Cell (4:33)
03 - Vanish In The Absence Of Virtue (4:16)
04 - Basement Corridors (5:18)
05 - Ion (5:39)
06 - Generally More Worried Than Married (8:52)
07 - Path Of The Righteous (6:55)
08 - Dead Man's Creek (7:43)
09 - Titan Transcendence (5:40)
10 - Shelter (0:36)
11 - By The Banks Of Pandemonium (7:56)