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lunedì 31 ottobre 2011

Amber Tears - "The Key To December"

BadMoodMan Music, 2010
Eccone un altro. Sfornato dalla sempre sorprendente BadMoodMan Music, che si sta facendo notare sempre di più per la qualità delle sue uscite, il secondo album dei russi Amber Tears è un altro di quei dischi che forse non ti cambiano la vita, ma che riescono a farti sognare sulle loro note, regalandoti tre quarti d'ora di emozione vibrante. E tutto ciò con una semplicità ed una naturalezza che definirei disarmanti, trattandosi di musica indubbiamente semplice, che riesce a catturare fin dai primi ascolti, ma che a differenza di come spesso accade, può tornare ad accompagnare le nostre giornate anche molto tempo dopo la sua scoperta.

Spesso dipinto come un disco che sta a metà tra il doom metal e la musica folk, in realtà "The Key To December" si avvicina molto di più alle sonorità doom - death, nonostante mantenga una certa attitudine folk che si sente soprattutto nei piccoli inserti di chitarra acustica e nella generale attitudine delle melodie, molto "calde" e di presa diretta. Proprio le melodie sono il principale punto forte del disco, essendo straordinariamente belle nella loro semplicità: coadiuvate da un tappeto di chitarre sempre robusto e da una ritmica mai troppo veloce nè troppo lenta, esse avvolgono l'ascoltatore in un'atmosfera vellutata ed intensamente malinconica, che ben si sposa con l'immagine di copertina: pare proprio di camminare in mezzo alla neve, da soli, attorniati da un paesaggio desolato e nebbioso, consapevoli della propria irrimediabile solitudine. Difficile non sentirsi coinvolti ascoltando il marziale incedere di brani come "Beyond The Edge Of Skies" o "Gray Days Eternity", capaci di calibrare alla perfezione la pesantezza delle distorsioni con linee melodiche dolci e intrise di romanticismo, sentimento che si esprime con spontaneità e senza ghirigori. La sensazione che si prova, a mano a mano che le tracce scorrono, è che gli Amber Tears ci stiano prendendo per mano, conducendoci lentamente lungo un percorso fatto di dolore e sofferenza, ma un dolore ed una sofferenza che si possono affrontare con dignità e con forza d'animo, anche se ciò costa molta fatica. Il carattere vagamente rassegnato e contemplativo della musica è perfetto per ricreare un simile scenario.

Può darsi che i brani non spicchino per originalità e nemmeno per ricercatezza compositiva, ma a mio parere il lavoro svolto dagli Amber Tears è perfetto così: i tappeti di tastiere non sono mai troppo invadenti, la produzione è abbastanza personale e curata, le ritmiche vanno quasi sempre alla stessa velocità ma non per questo inficiano lo scorrere della musica, e soprattutto i brani si armano di una semplicità vincente, evitando i fronzoli inutili che ormai sono considerati quasi indispensabili. La bravura degli Amber Tears sta proprio qui: riuscire a creare composizioni dal sapore epico e appassionato, spostando completamente l'ago della bilancia a favore dell'emozionalità e dell'immediatezza, senza per questo risultare nè banali nè scontati. A tutti coloro che criticano gli Amber Tears e in generale i dischi come questo, mi viene da dire: provate voi a scrivere un disco così. Sono sicuro che non è così facile come sembra.

01 - Voice Of Hollow Winter (2:27)
02 - Gray Days Eternity (6:27)
03 - Away From The Sun (5:43)
04 - Beyond The Edges Of Sky (6:09)
05 - When Snow Will Melt Away (6:28)
06 - Like A Silent Stream (4:27)
07 - Gray Hill's Sadness (7:21)
08 - Through The Snows (2:57)