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giovedì 11 agosto 2011

Ablaze In Hatred - "The Quietude Plains"

Firedoom Music, 2009
Il genere di Metal che ha avuto la maggior diffusione negli ultimi anni è sicuramente il Doom, che grazie alle sue varianti Funeral Doom, Doom/Death e Black/Doom ha visto nascere numerose band una dopo l’altra. Non ultimi tra i prodotti di questa escalation ci sono i finlandesi Ablaze In Hatred, band non nuova che aveva esordito tre anni prima, nel 2006.

Lo stile di questa band mi ricorda tanto una fusione tra Shape Of Despair e Swallow The Sun: le melodie e il sound assomigliano maledettamente a quelli dei primi, l’attitudine compositiva vagamente ai secondi. Nonostante tra le influenze compaiano siffatti nomi altisonanti, non mi sembra che si tratti di un lavoro granché ispirato: i riff sono piuttosto monotoni, le melodie abbastanza scontate, e sussiste costantemente l’impressione che i brani siano allungati a dismisura quasi come se la band volesse temporeggiare perché non sa con esattezza quale direzione far prendere alla musica. Gli esempi lampanti di questa mancanza di idee sono gli episodi conclusivi dell’album, cioè My Dearest End e Therefore I Suffer - cosa questa che sicuramente non giova, dato che dopo svariati minuti di musica non particolarmente esaltante non è bello ritrovarsi due polpettoni che si trascinano stancamente verso la fine. Ma forse ciò è solo dovuto al fatto che, bene o male, i brani si equivalgono tutti, e quindi a risentirne maggiormente sono gli ultimi in quanto iniziano un po’ a stancare. D’altro canto non si può certo negare che vi siano alcune melodie davvero belle che coinvolgono emotivamente, prime su tutte quelle della opener A Walk Through The Silence e di The Wandering Path; ma anche in questi episodi non c’è nulla di granché interessante da segnalare: il primo, ad esempio, non cambia mai dal primo all’ultimo secondo: dieci minuti incentrati sulla stessa monotona cadenza ripetuta ad aeternum, conditi dallo stesso unico arpeggio inserito ogni tanto qua e là. Persino l’inserto atmosferico nella seconda metà è illusorio: non appena ha termine il brano riprende tale e quale a come era prima. Dieci minuti costruiti su due soli accorgimenti stilistici sono indubbiamente un po’ pochino. Considerando che A Walk Through The Silence permette di farsi un’idea esauriente di tutto ciò che verrà dopo, il punto è proprio che al di là del coinvolgimento emotivo del momento non c’è molto altro: queste melodie sono fin troppo ripetitive e alla lunga questo loro difetto emerge inevitabilmente. Di conseguenza, quello che alla lunga questo disco ti lascia dentro non è molto.

Tirando le somme, quello che si può dire di questo The Quietude Plains è che sicuramente non è un album da buttare, si lascia ascoltare con facilità e senza particolare infamia. Al tempo stesso però non si può dire che sia un gran disco: propone melodie trite e ritrite, e lo fa con un songwriting mediocre sotto ogni possibile punto di vista. Riservato a chi fa del Doom/Death melodico una ragione di vita e si accontenta di qualsiasi nuovo gruppo che costruisce interamente la propria musica su melodie easy-listening, senza concentrarsi sugli altri aspetti; per tutti gli altri, carino e niente più.

01 - A Walk Through The Silence (10:22)
02 - Perfection Of Waves (07:28)
03 - The Wandering Path (08:13)
04 - Beyond The Trails Of Torment (07:13)
05 - The Quietude Plains (08:52)
06 - My Dearest End (09:36)
07 - Therefore I Suffer (11:18)