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martedì 2 agosto 2011

Lacrimas Profundere - "Memorandum"

Napalm Records, 1999
I tedeschi Lacrimas Profundere sono uno dei tanti gruppi che ha iniziato la propria carriera pubblicando album meravigliosi, e successivamente, stanchi di non ricevere il meritato successo discografico, hanno scelto di approdare a sonorità più easy - listening, che sono via via diventate sempre più stucchevoli, fino ai tristi lidi gothic rock ai quali sono approdati oggi. Ascoltare le loro prime produzioni è fuorviante per chi li ha conosciuti con dischi come "Fall, I Will Follow" oppure "Filthy Notes For Frozen Hearts": non sembra assolutamente che sia la stessa band a suonare in due modi così differenti, anche se c'è da dire che il gruppo ha cambiato line - up molto spesso nel corso della sua carriera.

Questo "Memorandum" è l'ultimo baluardo dei Lacrimas Profundere che furono, quando ancora suonavano musica genuina e ispirata, nello specifico un interessante mistura di gothic e doom metal sulla scia di grandi gruppi come gli Anathema che furono e i My Dying Bride. Sono evidenti anche le similitudini con i Theatre Of Tragedy e i Tristania, tanto per citare due grandi nomi del genere: ciononostante, le prime produzioni della band teutonica si distinguevano dalla massa di gruppi gothic - doom che hanno provato a fare fortuna sulle orme dei grandi. In che modo questa band riesce ad essere diversa, pur ispirandosi palesemente a chi è venuto prima di essa? Ci sarebbero tante risposte possibili, ma la prima che mi viene in mente è l'assenza di quell'eccessiva mielosità che affligge la maggior parte dei gruppi gothic, così come l'assenza di quella trascinata e stanca pesantezza della maggior parte dei gruppi doom odierni. I Lacrimas Profundere brillano, o meglio brillavano, per la loro capacità di accostare melodie stupefacenti e rabbia contorta, espressa con un growling animalesco e che spesso e volentieri tocca anche lo screaming (come nella grandissima "The Crown Of Leaving"). Ma non è un accostamento stonato: la bravura del gruppo è proprio quella di far coesistere questi due elementi, dolcezza e ruvidezza, in maniera magistrale. Linee melodiche sempre facili da seguire, eppure non banali, unite ad un uso interessante di strumenti classici quali il pianoforte e soprattutto l'arpa, si sposano alla perfezione con accelerazioni furibonde e chitarre distorte, mitigate dalla massiccia presenza della voce di un mezzosoprano che si affianca di continuo alla voce maschile, senza cadere in eccessi di forzata banalità (come accade per esempio nelle ultime produzioni dei Draconian, nelle quali sembra che i due cantanti si spartiscano le parti vocali secondo regole costruite a tavolino). Non è questo il caso dei Lacrimas Profundere, per fortuna: ogni parte vocale e strumentale è ben dosata, il disco stesso trasuda una grande raffinatezza, nonostante la produzione ancora non perfetta e l'indubbio grezzume delle chitarre e della voce in screaming.

Episodi che si fanno ricordare, nel corso di questo breve ma intenso album, sono la già citata "The Crown Of Leaving", teatro di melodie decadenti e intrise di profonda tristezza, equamente rappresentate dai violini e dall'arpa, che qui compie un lavoro davvero magistrale, specialmente nel dolce finale. "Black Swans" brilla per l'assenza di parti di chitarra, in quanto è affidata solo ad un malinconico e irrequieto pianoforte sotteso dalle due voci, in particolare dal growl maschile che calza a pennello con l'atmosfera sconsolata e depressa qui evocata. "...And How To Drown In Your Arms" spicca per la sua innata aggressività, ma un'aggressività che non diventa mai furia cieca: rimane piuttosto una rabbia trattenuta, che vorrebbe esplodere ma per qualche ragione non può. I Lacrimas Profundere sono maestri nell'esprimere questi sentimenti contrastanti, e lo fanno durante tutto l'album, con equilibrio e grande classe. Ogni brano ha qualcosa da esprimere, e non starò qui ora a descriverli tutti: tuttavia posso chiudere la recensione citando la breve outro "The Fate Of Equilibrium", che riprende il tema finale di "The Crown Of Leaving", riassumendo in due minuti tutto ciò che questo album può offrire: sofferta malinconia, rabbia triste, romanticismo "antico", eleganza e armonia fuse assieme ai sentimenti più estremi, in un disco che rimarrà negli annali del gothic - doom e che, purtroppo, segna la fine dei Lacrimas Profundere per quello che li conoscevamo.

01 - Infinity (3:45)
02 - Helplessness (6:24)
03 - ...And How To Drown In Your Arms (3:19)
04 - Black Swans (4:24)
05 - Reminescence (5:51)
06 - The Crown Of Leaving (6:39)
07 - All Your Radiance... (5:21)
08 - The Embrace And The Eclipse (5:55)
09 - The Fate Of Equilibrium (1:57)