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lunedì 15 agosto 2011

Porky Vagina - "Bukkageddon"

Autoprodotto, 2011
Generalmente sono molto attratto dalla musica ricercata e difficile da assimilare, dalle melodie infinitamente sfaccettate e dalle partiture tortuose. Ma ciò non significa che il resto non mi piaccia, e anzi ogni tanto un po’ di “svago” fa bene: è per questo che ho deciso di provare ad ascoltare questo Bukkageddon dei polacchi Porky Vagina, band che non avevo mai nemmeno sentito nominare e che arriva or ora all’esordio su full-length dopo ben quattro EP.

Sono tutt’altro che un esperto del Gore, ma posso dire che questo disco mi ha piacevolmente stupito: forse perché l’ho sottovalutato inizialmente, forse perché l’ho preso solo come qualcosa da ascoltare “per sbaglio”, forse per la copertina che lasciava intendere qualcosa di poco serio. E invece si scopre che oltre che essere effettivamente divertente è pure ben congeniato: non si tratta di quattro cazzoni che suonano tanto per sfogarsi o per mancanza di alternative, dato che sorprendentemente l’album presenta una buona variabilità. Il ritmo non è mai ripetitivo ed è molto più vario di quello di parecchi album Brutal, e i riff sono tutti molto belli e riconoscibili, pur non essendo questo album pensato per colpire grazie ad essi. Persino la voce è tutt’altro che monotona: il growl è vario fino ad arrivare a grugniti che rendono ragione al nome della band, e gli inserti in clean o gridati non mancano. A tutto ciò si aggiunge l’inserzione di episodi simpatici come Cock’n’Roll, un divertente remake del rock’n’roll sessantiano con un sound pesantissimo e un cantato grugnito, oppure come Świniogwałt, canzone dal ritornello che sa tanto di presa in giro alla “musica” in stile pop da MTV. Notevole anche lo stacco che dà l’arpeggio di Heavy Metal Farmer, cover di tali Daveyboyz - vi prego, cercate il video dell’originale su Youtube, ne vale la pena! E al di là del divertimento non mancano i pezzi di bravura: a parte i riff e il ritmo, che come già detto sono ben curati, si può citare l’assolo di chitarra della titletrack che chiude l’album nel migliore dei modi. Anzi no, per la verità il “gran finale” è una hidden track inclusa nei sei minuti della titletrack, nella quale...non ve lo dico, vi lascio la sorpresa.
Ma la cosa che personalmente mi colpisce di più è il divertimento che i componenti della band avranno provato nell’ideare registrare questo disco, divertimento che si intuisce senza grossa difficoltà. Insomma, immaginateveli: quattro ragazzi che si ritagliano una nicchia dalle responsabilità e dagli impegni quotidiani e si trovano tutti insieme per sballarsi in modo sano e genuino scrivendo brani con ironia, dicendosi: “Dai, questo spacca troppo, lo scriviamo davvero?!?” e suonando con spensieratezza. I ventitre minuti di questo disco e la copertina sembrano essere la più valida testimonianza di tutto ciò: niente serie ambizioni e niente cura maniacale, soltanto puro divertimento di facile portata.

E’ iniziato tutto con un album ascoltato per caso, un’esigua fatica di appena ventitre minuti che si è poi rivelata essere un piacevole esperimento. Sono felice di averlo scoperto e, se siete avvezzi alle sonorità Death, vi consiglio spassionatamente di fare lo stesso.

01 - Analne Torsje (02:09)
02 - Kupiłem Psa W Dywanie (01:40)
03 - Międzygalaktyczne Biszkopciki (02:13)
04 - Cock'n'Roll (01:27)
05 - Jagodowy Żwirek (01:51)
06 - Świńska Grypa (01:40)
07 - Zaropiałe Zające (01:57)
08 - Świniogwałt (02:11)
09 - Heavy Metal Farmer (Daveyboyz cover) (01:37)
10 - Bukkageddon (06:00)