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venerdì 13 aprile 2012

Dolorian - "Dolorian"

Wounded Love Records, 2001
Non c’è niente di così particolare come la primordiale paura che si prova quando si è soli al buio. Basta un fremito, uno scricchiolio inaspettato, ed immediatamente la nostra mente viene sommersa dai più disparati sentori di malaugurio e ci inchioda immediatamente con una paralisi della ragione. Siamo sicuri di aver sentito dei passi alle nostre spalle, e anche se non vediamo nessuno sappiamo che qualcuno ci osserva. E a breve si comincia ad avvertire quel bisogno nevrotico della luce. Questo ce lo raccontarono in maniera magistrale già gli Iron Maiden nel 1992 con quello che è poi divenuto forse il loro brano più memorabile, ma se dovessi indicare una colonna sonora per accompagnare un simile momento di terrore angosciante non potrei fare scelta più azzeccata di Dolorian, album dell’omonimo trio finlandese.

Non si tratta di un Black Metal che con urla e ritmi infernali descrive questo terrore istintivo; si tratta piuttosto di una musica, per così dire, “buia” dall’incedere lento ma inesorabile, perfettamente adatto ad una situazione coercitiva come quella della paura del buio in cui la nostra mente è paralizzata dalla frenesia, frenesia che si fa ancor più impotente frustrata dalla mancanza di appigli che la lentezza e la passività di questa musica le riserva. Pochissimi sono i costituenti di questo album, giusto una chitarra, un basso, una batteria e tanti sussurri che paiono le voci immaginarie che crediamo di udire quando siamo soli nell’oscurità della notte, mentre i corposi arpeggi continuano fatalmente ad alimentare la musica che prosegue incessante nonostante sembri sempre che sia sul punto di spegnersi come la tenue fiammella di una candela.

I Dolorian avevano già bisbigliato la loro presenza nelle tenebre con When All The Laughter Has Gone, disco ottimo dal titolo emblematico che verteva su una rallentata e personalissima rivisitazione del Black Metal. Ora questa rivisitazione si fa ancora più personale, divenendo davvero unica: abolito lo scream per lasciar spazio a sussurri continui, quasi completamente abolite anche le tastiere, di Black non resta praticamente nulla se non un’eco lontana. E nonostante la gente tenda a parlare di questa band come di una band Black/Doom, io non ravviso tracce nemmeno di Doom, dato che la pesantezza di quest’ultimo è assente sia nelle ritmiche che nelle chitarre. Volendo classificare a tutti i costi questa seconda opera dei Dolorian credo che l’appellativo migliore sia quello di Dark Post-Black. Ma questa etichetta non fa altro che dare un’idea vaga ed incompleta di cosa sia realmente questo disco: lo inquadra, ma in alcun modo può contribuire a cogliere l’originalità di quello che ha fatto questo trio finlandese; in alcun modo può contribuire a cogliere la memorabilità di ogni singolo riff e la pienezza dei loro macabri arpeggi. A volte la musica è troppo personale per poter essere contenuta dietro un’etichetta, e questo è sicuramente il caso di Dolorian, che nella sua semplicità, nel suo minimalismo, riesce a proporre qualcosa di poco inquadrabile, unico ed affascinante.

Se lo spettrale When All The Laughter Has Gone era un grande disco, Dolorian è un capolavoro: grande ispirazione, idee fresche e snelle, riff memorabili, tutti, dal primo all’ultimo. I Dolorian dimostrano di avere in testa delle idee ben chiare e di saperle tradurre con sapienza in un tutto pulsante, organico, vivo, nonostante in un certo senso attorno alla loro musica sembri tirare aria di morte. Non ci resta che raccoglierci in un angolino di camera nostra e respirarla con loro.

01 - Grey Rain (02:44)
02 - Blue Unknown (07:37)
03 - Hidden/Rising (08:40)
04 - Cold/Colourless (09:09)
05 - Nails (02:26)
06 - Numb Lava (07:36)
07 - Ambiguous Ambivalence (01:54)
08 - Seclusion (09:11)
09 - Faces (00:56)