Pagine utili del blog

martedì 12 aprile 2011

Moonsorrow - "Tulimyrsky"


Spinefarm, 2008
Per la prima volta nella loro carriera, dopo quattro demo iniziali e cinque full-length consecutivi, anche i Moonsorrow si danno all’extended play, meglio noto come EP. Non so voi ma io sono sempre molto curioso quando c’è di mezzo un EP: non di rado si tratta di interessante materiale sperimentale con cui la band “sonda il terreno” per capire la risposta del pubblico alle sue nuove idee. Niente di tutto ciò per i Moonsorrow, che invece colgono l’occasione fondamentalmente per lanciare un nuovo brano capace fare disco a sé - della serie “da solo vale il prezzo del biglietto!” - e che sarebbe stato difficile contestualizzare all’interno di un full-length.

Quanto a me, ci tenevo a recensire questo EP perché ha il merito di mettere in luce tre aspetti concettuali che mi stanno molto a cuore.
Primo aspetto: il brano inedito, cioè la suite Tulimyrsky. Si tratta di trenta minuti di Viking/Pagan Black Metal sensazionale, brano che consta di colori differenti che nascono dalla mescolanza tra le tinte progressivo-melodiche di Kivenkantaja e la violenza epica di Verisakeet. Un gran pezzo di musica che nonostante la sterminata lunghezza suona spaventosamente spontaneo, dimostrando che quel delizioso capolavoro chiamato Havitetty è riuscito a trasmettere i propri geni. Molte band se ne escono con EP i cui brani inediti sono insignificanti...pochi minuti di gloria, oppure semplici abbozzi scritti coi piedi per sperimentare non si sa di preciso cosa. I Moonsorrow invece ci regalano trenta minuti di grande musica - Tulimyrsky è diventato il mio brano preferito della band.
Secondo aspetto: le cover. Io amo molto le cover perché sono sempre curioso di sentire come una band è capace di far suoi i brani d’altri. Sfortunatamente però non sempre le cover sono granché...accade infatti talvolta che la cover rimanga pressoché uguale all’originale, cioè la band che la suona non riesce a - o non vuole - contestualizzarla appieno nel proprio stile. I Moonsorrow invece ci mostrano alla perfezione cosa significhi suonare una cover: basta ascoltare la celeberrima For Whom The Bell Tolls dei Metallica per apprezzare come i vichinghi finlandesi siano in grado di travestire un brano altrui. Del resto Back To North non è da meno, brano che dal Thrash vecchio stampo dei Merciless cambia pelle e diventa una cavalcata epica, pur mantenendo intatte le melodie principali.
Terzo aspetto: il rifacimento dei loro vecchi brani. Al di là del fatto che sono stati rifatti molto bene, non è questo che voglio mettere in evidenza: il lato da apprezzare di questo rifacimento è che, invece che buttar dentro improbabili remix o inutili versioni live di brani noti, i Moonsorrow hanno preferito ricostruire per bene due brani provenienti dalle loro prime demo che rischiavano altrimenti di rimanere completamente sconosciuti. Possiamo così godere dell’ottimo materiale di quando la band era ancora parecchio orientata verso il Black Metal, ed è sempre bello conoscere le radici di una grande band.

Tirando le somme, Tulimyrsky è un EP che sarebbe stato degno di essere comprato in ogni caso, tanta è la bellezza dei trenta minuti della titletrack; sarebbe stato degno di essere comprato sia che avesse contenuto tracce inutili, sia che fosse stato semplicemente un singolo. Ma la band non si è accontentata, e il suo ottimo lavoro nelle cover e nella ricostruzione dei vecchi brani non fa che ingigantire il valore dell’EP. Ben fatto, Moonsorrow.

01 - Tulimyrsky (29:45)
02 - For Whom The Bell Tolls (Metallica cover) (07:42)
03 - Taistelu Pohjolasta (2008 version) (08:11)
04 - Hvergelmir (2008 version) (09:30)
05 - Back To North (Merciless cover) (13:08)