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martedì 5 aprile 2011

Skepticism - "Stormcrowfleet"

Red Stream, 1995
Fu con questo disco che gli Skepticism si consacrarono definitivamente come una delle prime cinque band in assoluto a suonare quello che poi verrà rinominato Funeral Doom Metal, dopo un singolare inizio più o meno Death con una demo datata 1992 e un EP decisamente più lento nel 1994. Essendo questo disco intriso di storia, in quanto ricordato da tutti come una delle colonne portanti del genere, desidero iniziare con una nota storica: in realtà il Funeral Doom prese forma grazie a ben cinque fondamentali band quali Funeral, Esoteric, Unholy, Thergothon e Skepticism, e non dalle sole ultime due come spesso viene erroneamente pensato. E inoltre, se le prime quattro partorirono il loro primo full-length nel 1994, gli Skepticism dovettero aspettare il 1995. Quindi gli Skepticism sono sì storicamente molto importanti, ma non hanno alcuna esclusiva; anzi, semmai sono arrivati leggermente dopo i loro succitati colleghi.

Nondimeno essi apportano notevoli novità: Stormcrowfleet non ha niente a che vedere con la granitica pesantezza di Thergothon e Funeral, non ha nulla da spartire con il rozzo grezzume degli Unholy, né tantomeno con la claustrofobia Made In Esoteric. Esso ci spiazza piuttosto con un Funeral Doom Metal posato e rilassante, a tratti gentile, che per la prima volta nella storia dona al genere un’ariosità fino ad ora impensabile - e che resterà sempre nel tempo il marchio di fabbrica della band. La musica degli Skepticism non ha davvero nulla che possa essere definito pesante, nemmeno dal punto di vista emotivo: essa fluisce con il loro growl distensivo e le loro atmosfere epico-cavalleresche mai drammatiche, una musica conciliante ma intensa la cui collocazione naturale è seduti in contemplazione in riva ad un ruscello in un bosco autunnale, coi raggi di luce che filtrano dalle rosse alte frasche e un manto di foglie dai colori caldi che riveste il suolo. Basta ascoltare Sign Of The Storm e The Galliant Crow per calarsi psicologicamente in una tale situazione di quiete interiore, di armonia con la natura, di contemplazione. Composizioni lunghe dall’incedere lento e solenne, caratterizzate da un sound basso e profondo, in cui la batteria non si limita mai ad accompagnare ma preferisce - saggiamente - arricchire la musica con leggere toccate sui piatti e roboanti tamburi di battaglia. La chitarra è soffusa come la luce in un sottobosco coperto da ampie frasche di alti alberi, e i sintetizzatori paiono il riecheggiare degli epici duelli medievali ivi svoltisi. Perfettamente riuscito è il trittico Pouring/By Silent Wings/The Rising Of The Flames, gonfio di epicità e di intensità crescente di brano in brano. Il growl basso e pacato è perfetto per creare un tutt’uno sonoro dai sapori unici e irripetibili. E nonostante i pesanti passi delle armature; nonostante il sangue versato e le frecce scoccate; nonostante i violenti zoccoli dei cavalli; nonostante tutto ciò il bosco è ancora lì fertile e pullulante di vita animale, gli alti alberi si ergono ancora fieri facendo ombra a chi li rimira alzando il capo stupito, e i ruscelletti continuano a scorrere con la loro tipica calma. Questo recondito legame con la natura che in fondo tutti possediamo si chiude in bellezza con la maestosa The Everdarkgreen, forse il momento migliore dell’intero disco.

Ma al di là di tutte queste parole credo che il modo migliore per descrivere l’immaginifica musica degli Skepticism sia quello di figurarsi il titolo dell’album: Stormcrowfleet, uno stormo, anzi una flotta di neri corvi che all’imbrunire si leva nel cielo, dipingendo morbide pennellate nere su una poetica tela bruno-rossiccia.

Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri
Com’esuli pensieri
Nel vespero migrar.

01 - Sign Of The Storm (10:10)
02 - Pouring (08:45)
03 - By Silent Wings (07:03)
04 - The Rising Of The Flames (11:28)
05 - The Galliant Crow (07:36)
06 - The Everdarkgreen (12:15)